Il Censis organizza in Roma quattro incontri del tradizionale appuntamento di riflessione di giugno «Un mese di sociale».
Primo evento "Lo sviluppo dal basso guidato dai soggetti dell’economia reale". Roma 1 giugno 2016.
Lo sviluppo dal basso guidato dai soggetti dell’economia reale
Mentre l’attenzione politico-istituzionale sulla ripresa è tutta concentrata sulla leva della politica monetaria (con il rilancio del quantitative easing della Bce) e su una molteplicità di misure ed emendamenti alla Legge di stabilità, nella realtà si riaffermano i fondamentali dello sviluppo italiano, che è un processo dal basso e basato sulla piccola impresa e l’economia di filiera, come dimostrano i comparti che vanno meglio nell’export e nei servizi alla persona.
L’integrazione nella società molecolare
La specificità italiana nei processi di integrazione degli immigrati si è rivelata nella capacità inclusiva di tipo molecolare, dispersa sul territorio (non abbiamo le banlieue), attraverso i luoghi della scuola e della sanità, per mezzo delle iniziative imprenditoriali (i piccoli negozi come le piccole imprese edili degli stranieri). Si apre una riflessione sulla possibilità di replicare il modello molecolare e non conflittuale anche nel futuro, per le seconde e le terze generazioni.
13 giugno 2016
Il ritorno a una dimensione territoriale del Paese
Uno sviluppo italiano che, nell’assetto territoriale, si è basato per cinquant’anni sul primato della periferia (i distretti, i borghi, le medie città, ecc.) vira oggi verso la concentrazione dei poteri di governo in grandi conurbazioni e aree metropolitane, lasciando il territorio diffuso privo di centrali di autogoverno. Ma si avverte il bisogno di un ritorno a una dimensione territoriale del Paese.
21 giugno 2016
I vincoli alla libertà dei comportamenti
Aleggia oggi la tendenza moralizzante a identificare alcuni comportamenti individuali come peccaminosi, con la facile traduzione nell’accezione di “penalmente rilevanti”. Ma la “devianza” (rottura delle regole) è un indispensabile parametro della creatività, necessario per attivare processi di innovazione (disruption) e sviluppo. Ma oggi possiamo essere abbastanza “devianti” da riuscire ad essere creativi, quando il grado di legittimazione della libertà individuale dei comportamenti è subordinato al primato uniformante di un certo legalismo?