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Rassegna Stampa Estera
13/12/2017

Tecnologia e Futuro del Lavoro: integrazione e formazione

Intervista alla Dottoressa Francesca Cattoglio, socio unico di IKN Italy, realizzata a seguito del "Forum Banca 2017" in Milano. Da Plus Magazine - supplemento de "La Voce dei Bancari" , edizione Nazionale -  Dicembre 2017




di Pietro Gentile


Da alcuni anni, circola nei vari convegni dedicati all’ICT e al Banking il termine “disruption”. Non esiste una reale traduzione italiana per questo termine, perlomeno nelle modalità in cui esso viene utilizzato in questi contesti. 

Potremmo tradurlo come stravolgimento o grande rivoluzione, che spazza via tutto ciò che esisteva in precedenza. Si parla quindi di un cambiamento talmente radicale e rapido da “sorprendere” gli attori in essere in modo quasi inaspettato. In sostanza la disruption prevede una “sostituzione” del lavoro svolto dall’uomo con quello svolto dalle macchine o dall’intelligenza artificiale. 

Finalmente dopo anni di analisi con previsioni catastrofiche sull’evoluzione del mondo del lavoro, alcune società di ricerca e parte della società civile iniziano a pensare che forse il modello della disruption abbia qualche limite, se non altro per il fatto che i robot non possono certo vendere merci e servizi ad altri robot, ma agli stessi umani a cui magari qualche anno prima hanno sottratto il lavoro. 

Ecco quindi una nuova sensibilità che prevede un’integrazione tra lavoro svolto dagli uomini e quello svolto dalle macchine, con al centro la Formazione Continua che dovrebbe traghettare gli attuali lavoratori verso un mondo “ibrido” in cui le competenze diventano sempre più importanti. Di “Integrazione” e “Formazione” si è parlato moltissimo nel corso Del Forum Banca 2017 organizzato dalla società di Ricerca IKN (Institute of Knowledge & Networking) già conosciuta da anni in Italia come “Istituto Internazionale di Ricerca”. Nel corso dell’evento abbiamo avuto modo di incontrare ed in seguito intervistare sul tema del Futuro del Lavoro, la Dottoressa Francesca Cattoglio, socio unico di IKN

L'INTERVISTA

Dall’Università di Oxford sino al MIT di Boston, negli ultimi quattro anni vari studi affermano che a breve milioni di posti di lavoro saranno cancellati dalle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, e verranno sostituiti da nuovi lavori numericamente inferiori, per la cui creazione sarà necessario maggior tempo e che saranno dislocati in aree diverse del mondo. Che cosa sta emergendo dai convegni ideati da IKN? 

È indubbio che sviluppo e innovazione tecnologica abbiano e stiano radicalmente cambiando il nostro modo di vivere e di lavorare

Nel corso del Forum Banca 2017, il tema dell’Intelligenza Artificiale è stato al centro di numerosi dibattiti: la macchina si sta umanizzando (basti vedere la versione dell’avatar di Soul Machine pubblicata lo scorso maggio) e l’attività umana si sta robotizzando.

Automatizzando le attività a basso valore aggiunto, l’Intelligenza Artificiale permette infatti di aumentare l’efficienza interna, con relativi vantaggi sia per il cliente (riduzione tempi di risposta) che per l’azienda (abbattimento dei costi e efficacia dei controlli), specie se alla stessa viene associata una tecnologia Cognitiva. Se da un lato è evidente l’ondata d’innovazione che stiamo vivendo, dall’altro in ogni dibattito emerge come la componente e l’expertise umana non possano venire meno del tutto; ancora oggi l’uomo è l’elemento che fa la differenza. E proprio per questo risulta più che mai fondamentale il continuo aggiornamento; l’onda va cavalcata. Non credo che nel tempo si verificherà quindi una “sostituzione” del lavoro umano, ma un’integrazione tra lavoro delle macchine e lavoro degli uomini


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