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Rassegna Stampa Estera
30/10/2019

ISTAT: contratti collettivi e retribuzioni contrattuali

L'Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato i periodici dati relativi alle retribuzioni ed ai rinnovi contrattuali.  Alla fine di settembre 2019 i contratti collettivi nazionali di lavoro in attesa di rinnovo sono 47, relativi a circa 5,4 milioni di dipendenti (44,0%). Tra questi il Contratto Collettivo Nazionale del Credito.



 

CONTRATTI COLLETTIVI  E RETRIBUZIONI CONTRATTUALI

 
Alla fine di settembre i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 6,9 milioni di dipendenti (56,0% del totale) e corrispondono al 53,7% del monte retributivo osservato.

Nel trimestre luglio-settembre 2019 è stato rinnovato l’accordo dei laterizi e manufatti in cemento mentre tre contratti sono venuti a scadenza: gomma e plastica, servizio di smaltimento rifiuti aziende municipalizzate e servizio di smaltimento rifiuti aziende private.
 
Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine settembre sono 47, relativi a circa 5,4 milioni di dipendenti (44,0%), in calo rispetto al mese precedente (44,2%).
A settembre l’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 18,0 mesi. L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 7,9 mesi, in aumento rispetto a un anno prima (4,4).


RETRIBUZIONI
 
A settembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è in lieve aumento sia rispetto al mese precedente (+0,1%) sia nei confronti di settembre 2018 (+0,8%). Complessivamente, nei primi nove mesi del 2019 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2018.
Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,8% per i dipendenti del settore privato (+0,9% nell’industria e +0,6% nei servizi privati) e dello 0,7% per quelli della pubblica amministrazione.
Gli incrementi tendenziali maggiori si registrano nel settore alimentare (+2,5%), in quello dell’acqua e servizi di smaltimento rifiuti (+1,8%), nel settore chimico e in quello dei trasporti, servizi postali e attività connesse (entrambi +1,5%). Si registrano variazioni nulle nel settore dell’energia elettrica e gas, nel commercio, nelle farmacie private, nelle telecomunicazioni e nell’aggregato altri servizi privati.


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