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Rassegna Stampa Estera
15/01/2021

ISTAT: nota mensile sull'economia in Italia

L'Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato la nota mensile sull'economia italiana: gli indicatori congiunturali hanno mostrato un’evoluzione in linea con quella dell’area euro. A novembre, la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno segnato una
flessione. Segnali positivi hanno caratterizzato l’andamento del mercato del lavoro.


Nelle ultime settimane del 2020, il riacutizzarsi dei contagi ha reso necessarie nuove misure di contenimento che hanno frenato la ripresa economica internazionale. Il lockdown in molti casi è stato parziale, determinando effetti eterogenei tra paesi e settori produttivi.

A fine anno, si è attenuata la fase deflativa dei prezzi al consumo, come effetto di una minore deflazione per i beni energetici e di una moderata ripresa della core inflation. Le aspettative per i prossimi mesi mantengono un elevato grado di incertezza, ma a dicembre la fiducia di famiglie e imprese ha registrato un miglioramento.


IL QUADRO INTERNAZIONALE

Nelle ultime settimane del 2020, il riacutizzarsi dei contagi nella maggior parte dei paesi ha reso necessarie nuove misure di contenimento che hanno frenato la ripresa economica internazionale. Il lockdown in molti casi è stato parziale, determinando effetti eterogenei nei settori produttivi. Le prospettive economiche globali continuano a essere dominate dall’incertezza legata all’evoluzione difficilmente prevedibile della pandemia. Tuttavia, l’avvio delle campagne di vaccinazione e la persistenza di diversi segnali di recupero definiscono uno scenario moderatamente favorevole. 
A ottobre, il commercio mondiale di merci in volume ha continuato a crescere (+0,7% in termini congiunturali, fonte: Central planning bureau), sebbene in netta decelerazione rispetto al mese precedente (+2,7%). Le prospettive, tuttavia, sono in peggioramento come segnalato dal PMI globale sui nuovi ordinativi all’export che a dicembre, dopo tre mesi di espansione, è tornato sotto la soglia di 50
La Cina mostra segnali persistenti di un recupero rapido, anche se in decelerazione, dall'impatto economico dell'epidemia. Gli indici Caixin-Markit PMI di manifattura e servizi sono scesi a dicembre, pur rimanendo ampiamente in territorio espansivo.
Negli Stati Uniti, la situazione sanitaria è peggiorata negli ultimi mesi e la fase politica resta critica a seguito dei recenti disordini legati alle elezioni. La nuova Amministrazione democratica, però, ha annunciato la presentazione di un consistente piano di sostegno all’economia. A dicembre, gli indicatori anticipatori hanno evidenziato un andamento favorevole per i settori manifatturiero e dei servizi che dovrebbero quindi mantenere un’intonazione positiva nei prossimi mesi.
 
LA CONGIUNTURA ITALIANA
A novembre, l’indice della produzione industriale ha registrato un calo congiunturale (-1,4%) a sintesi di una riduzione dell’attività in tutti i principali comparti (-4,0% per i beni di consumo, -3,6% per l’energia e -0,6% per i beni strumentali) a eccezione dei beni intermedi. Considerando il periodo gennaio-novembre gli indici corretti per i giorni lavorativi segnano una contrazione significativa (-12,1%). Il dato di novembre conferma la fase di attenuazione del processo di recupero dei ritmi produttivi. Sotto l’ipotesi che a dicembre i livelli di produzione industriale si mantengano uguali a quelli di novembre, il quarto trimestre registrerebbe quindi una contenuta flessione rispetto al trimestre precedente (-0,8%). 
A ottobre gli ordinativi dell’industria hanno evidenziato un aumento congiunturale (+3,0%) con incrementi simili per il mercato interno ed estero (rispettivamente +3,0% e 2,8%). Nella media di agosto-ottobre rispetto ai tre mesi precedenti, l’indice totale ha segnato un deciso recupero (+20,6%). 
Dopo cinque mesi di continua crescita, a ottobre le esportazioni hanno mostrato una flessione in termini congiunturali (-1,3%). Rispetto all’anno precedente il divario si è nuovamente ampliato: le vendite all’estero di prodotti italiani sono, infatti, risultate inferiori dell’8,4% rispetto a ottobre 2019. Le importazioni, dopo il calo registrato a settembre, a ottobre hanno segnato un nuovo aumento (+1,4% in termini congiunturali). Il valore complessivo degli acquisti continua, tuttavia, a essere significativamente inferiore a quello osservato nello stesso mese dell’anno precedente (-8,2%).

Nel complesso, sono risultate in calo sia le esportazioni dirette verso i mercati Ue sia su quelli extra Ue (rispettivamente -0,3% e -2,3% in termini congiunturali). Gli acquisti dall’estero a ottobre hanno, viceversa, segnato un aumento in entrambi i mercati, più accentuato nel caso dei beni provenienti dall’area extra Ue (+1,6%, +1,2% le importazioni dall’Ue). Da un punto di vista settoriale, le esportazioni sono state condizionate negativamente dalle vendite di beni di consumo non durevoli (-2,6%) e di prodotti intermedi (-1,8%), mentre i beni strumentali hanno evidenziato un lieve incremento (+0,5%). L’aumento delle importazioni è risultato diffuso tra i settori, in particolare per quelli strumentali (+2,0%) e intermedi (+1,5%) mentre sono risultati in calo i prodotti energetici (-2,5%). I dati provvisori relativi a novembre segnalano un nuovo incremento sia delle vendite (+2,7%) sia degli acquisti (+3,6%) provenienti dall’area extra Ue.

Analogamente all’area euro, a novembre le vendite al dettaglio hanno evidenziato una decisa flessione (-7,4% la variazione congiunturale in volume rispetto al mese precedente) a sintesi di un incremento delle spese in beni alimentari (+1,0%) e di una caduta di quelle in beni non alimentari (-13,5%). Considerando il periodo gennaionovembre, la diminuzione dei volumi delle vendite (-6,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) è condizionata dal calo di quelle in beni non alimentari (-12,5%) solo parzialmente compensata dall’aumento delle spese in beni alimentari (+1,7%). A novembre si conferma la crescita tendenziale del commercio elettronico (+50,2%) con una intensità decisamente superiore alla media del periodo gennaio-novembre (+34,8%). La parziale attenuazione del processo di ripresa delle vendite dell’ultimo mese segue la decisa ripresa dei consumi delle famiglie del terzo trimestre sebbene, in T3, il livello della spesa delle famiglie sia risultato ancora inferiore a quello segnato in T1. Nel terzo trimestre, si è registrata una consistente ripresa del reddito disponibile lordo in termini sia nominali (+6,3%) sia reali (+6,6% la variazione del potere d’acquisto) che hanno raggiunto livelli di poco inferiori a quelli del terzo trimestre del 2019. La propensione al risparmio si è mantenuta su livelli elevati (14,6%) seppure in riduzione rispetto al trimestre precedente (19,0%), ma decisamente superiori al valore medio del 2019 (8,1%).


Famiglie e mercato del lavoro
A novembre, il mercato del lavoro ha mostrato segnali decisamente positivi con una ripresa della tendenza all’aumento dell’occupazione (+0,3% la variazione congiunturale, pari a +63mila unità), determinata da un incremento degli occupati permanenti (+0,5%, +73mila unità) e di quelli indipendenti (+0,6%, +29mila unità), cui si è accompagnata una decisa riduzione della disoccupazione (-7,0%, pari a 168mila unità) con un conseguente calo del tasso di disoccupazione (8,9%, 0,6 punti percentuali inferiore al livello del mese precedente,  Rispetto a febbraio, il numero di disoccupati si è ridotto di circa 170 mila unità, mentre l’inattività è superiore di quasi 340 mila unità.

Le ore lavorate hanno segnato una contenuta riduzione. Il numero di ore pro capite effettivamente lavorate, calcolato sul complesso degli occupati, è pari a 33,4, un livello inferiore di 2,5 ore rispetto a quello registrato a novembre 2019 mentre, nello stesso periodo, la quota di assenti dal lavoro è aumentata di 4,8 punti percentuali.
A dicembre, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha mostrato un marcato aumento diffuso a tutte le componenti: il clima economico ha registrato la crescita più robusta e le attese sulla disoccupazione sono risultate in miglioramento.

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