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Rassegna Stampa Estera
29/01/2021

ISTAT: retribuzioni contrattuali

L'Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato i periodici dati relativi all'andamento delle retribuzioni contrattuali in  Italia: alla fine di dicembre 2020, i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 19,1% dei dipendenti, circa 2,4 milioni. Nel gennaio 2021 è scattato l'aumento previsto dal CCNL dei Bancari.




Alla fine di dicembre 2020, i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica (24 contratti) riguardano il 19,1% dei dipendenti – circa 2,4 milioni – con un monte retributivo pari al 19,8% del totale.

Nel corso del quarto trimestre 2020 è stato recepito il solo accordo del legno e prodotti in legno ed è scaduto quello dell’edilizia.

I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2020 sono 49 e coinvolgono circa 10,0 milioni di dipendenti (l’80,9% del totale), 300 mila lavoratori in più rispetto al dato di fine settembre.

Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, nel corso del 2020 è aumentato, passando da 11,8 mesi a gennaio a 20,1 mesi a dicembre.

Nella media del 2020 l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto dello 0,6% rispetto all’anno precedente.

Anche l’indice mensile delle retribuzioni contrattuali registra un aumento tendenziale dello 0,6% rispetto a dicembre 2019, pur restando invariato rispetto a novembre; in particolare, l’aumento ha raggiunto lo 0,8% per i dipendenti dell’industria, lo 0,7% per quelli dei servizi privati ed è stato nullo per la pubblica amministrazione.

Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano il settore del credito e assicurazioni (+2,2%), l’edilizia (+1,6%), l’estrazioni minerali ed energia e petroli (entrambi +1,4%); nessun incremento per l’agricoltura, il commercio, le farmacie private, le telecomunicazioni e la pubblica amministrazione


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