ISTAT: mercato del Lavoro in Italia - News - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


ISTAT: mercato del Lavoro in Italia

L'Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato i dati relativi al mercato del Lavoro in Italia nel primo trimestre 2021. L’occupazione è ancora in calo. Il numero di occupati diminuisce di 243 mila unità (-1,1%) rispetto al trimestre precedente. Contestualmente, si registra un aumento del numero di disoccupati (+103 mila) e degli inattivi di 15-64 anni (+98 mila).



IL MERCATO DEL LAVORO

Nel primo trimestre 2021, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra una diminuzione di -0,2% rispetto al trimestre precedente e di -0,1% rispetto al primo trimestre 2020; il Pil è aumentato dello 0,1 in termini congiunturali e diminuito dello 0,8 in termini tendenziali.

Dal lato dell’offerta di lavoro, nel primo trimestre 2021 il numero di occupati diminuisce di 243 mila unità (-1,1%) rispetto al trimestre precedente, a seguito del calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-1,1%) e degli indipendenti (-2,0%) non compensato dalla lieve crescita dei dipendenti a termine (+0,6%). Contestualmente, si registra un aumento del numero di disoccupati (+103 mila) e degli inattivi di 15-64 anni (+98 mila). I dati mensili provvisori di aprile 2021 – al netto della stagionalità – segnalano il proseguimento della crescita dell’occupazione (+20 mila, +0,1% in un mese) registrata nei due mesi precedenti (dopo il forte calo di gennaio), che si associa all’aumento del numero di disoccupati (+88 mila, +3,4%) e al calo degli inattivi di 15-64 anni (-138 mila, -1,0%).

Nel confronto tendenziale, la diminuzione dell’occupazione (-889 mila unità, -3,9% rispetto al primo trimestre 2020) coinvolge i dipendenti (-576 mila, -3,2%), soprattutto se a termine, e gli indipendenti (-313 mila, -6,0); il calo interessa sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale (-3,8% e -4,2%, rispettivamente). Il numero di disoccupati torna ad aumentare (+240 mila, 10,0% rispetto al primo trimestre 2020) – tra chi ha già avuto esperienze di lavoro – e prosegue, seppur a ritmi meno intensi rispetto ai tre trimestri precedenti, la crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+501 mila, +3,7% in un anno).

Il tasso di occupazione 15-64 anni, pari al 56,6%, diminuisce in termini congiunturali e tendenziali (-0,6 e -2,2 punti, rispettivamente); quelli di disoccupazione e di inattività 15-64 anni aumentano. I dati provvisori del mese di aprile segnalano l’aumento congiunturale del tasso di occupazione (+0,1 punti in un mese) e di disoccupazione (+0,3 punti) e il calo di quello di inattività (-0,3 punti).

Dal lato delle imprese, il proseguimento delle misure di restrizione dell’attività economica nel primo trimestre 2021 determina una crescita congiunturale di lieve entità per le posizioni lavorative dipendenti (+0,2%) e una variazione tendenziale ancora negativa (-0,8%), seppure di minor entità rispetto al trimestre precedente. Tali effetti derivano da una crescita della componente a tempo pieno in termini congiunturali (+1%), ma anche su base annua (+0,4%), a cui si contrappone una riduzione della componente a tempo parziale del – 1,7% su base trimestrale e del -3,7% su base annua. 

Rispetto al trimestre precedente, le ore lavorate per dipendente crescono dell’1%; anche su base tendenziale si osserva un aumento, sebbene più contenuto (+0,4%), associato a quello del ricorso alla cassa integrazione che raggiunge le 108,4 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti aumenta di 0,1 punti percentuali su base congiunturale e di 0,8 su base annua. Il costo del lavoro, per unità di lavoro, cresce dello 0,9% in termini congiunturali, per effetto di un aumento sia delle retribuzioni (+0,5%) sia degli oneri sociali (2%). In termini tendenziali, il costo del lavoro continua a salire (+0,8%), a seguito dell’aumento dell’1,6% della componente retributiva e nonostante la riduzione dell’1,2% degli oneri; quest’ultimo calo è riconducibile all’adozione delle misure di esonero contributivo varate nella seconda metà dell’anno 2020 che, seppure con minore intensità rispetto al quarto trimestre 2020, continuano ad avere effetto anche nel primo trimestre 2021.

NOTA METODOLOGICA
Da questa rilevazione ISTAT diffonde le nuove serie storiche trimestrali coerenti con il Regolamento (Ue) 2019/1700; le serie destagionalizzate sono ricostruite per il periodo 2004-2020 e quelle grezze per il triennio 2018-2020. I confronti temporali possono essere effettuati esclusivamente con i dati in serie storica ricostruiti e non con quelli precedentemente diffusi. Tutte le stime hanno natura provvisoria e la ricostruzione definitiva sarà completata e resa disponibile alla fine del 2021. 

Per maggiori informazioni:
www.istat.it