Borse europee : I vertici delle società comprano a man bassa - Democrazia economica e partecipazione - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Borse europee : I vertici delle società comprano a man bassa

Nella periodica Newsletter, la EFES  sottolinea il fenomeno che si sta verificando in tutta Europa con il crollo delle azioni in Borsa: I vertici delle Società comprano a man bassa le azioni delle Società amministrate
 
 
 
 
NEWSLETTER EFES – Agosto 2011

 
Borse europee : I vertici delle società comprano a man bassa
 
Con il crollo delle azioni in Borsa, si sta verificando un fenomeno diffuso in tutta Europa : I vertici delle Società comprano a man bassa le azioni delle Società amministrate.
 
E’ un fenomeno documentato dalle centinaia di segnalazioni di "Internal dealing". In Italia ENI, ENEL, Mediobanca, Banca Intesa, Indesit e decine di altri esempi. Pacchetti rotondi di azioni acquistati dai top managers. In Germania succede lo stesso per Metro e BASF fra le altre, in Svezia per Husqvarna, in Francia per Air Liquide, Alcatel-Lucent, a Londra per Barclays e Shell… Tutte le grandi imprese sono interessate.
 
In due parole, chi ragiona a breve sprofonda nel panico, mentre gli investitori di lungo termine ne approfittano per comprare a poco, top managers in testa.
E i dipendenti normali ? Quello che va bene per i managers dovrebbe valere anche per i dipendenti azionisti.
 
Sfortunatamente, ancora in troppi Stati membri dell’Unione Europea manca una legislazione che agevoli un modello semplice e pratioco di azionariato dei dipendenti.
 
Quali sono gli « ultimi della classe » nella classifica europea ? Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Queata lista dice qualcosa : è la lista dei Paesi sotto il tiro nella crisi dei tassi di interesse di Eurolandia. Questi Paesi hanno bisogno di riforme strutturali, che comprendono anche lo sviluppo dell’azionariato dei dipendenti. Ma in fondo alla classifica troviamo anche il Belgio, i Paesi Bassi e i nuovi Stati membri dell’Europa centrale e orientale, fuori dall’area Euro.
 
Quale è la conseguenza di queste carenze legislative ? In questi Stati le grandi imprese hanno fra i propri azionisti una percentuale di dipendenti fra il 10 e il 15%, contro una media europea del 30%; per i “primi della classe” si arriva al 50%. Parliamo di Norvegia, Finlandia, Gran Bretagna, Svezia e Francia, oltre alla Svizzera. In effetti, da 10 anni, l’azionariato dei dipendenti è diventato un ingrediente del “modello nordico”.
 
Le parti sociali europee hanno recentemente lanciato un appello ai Governi nazionali. L’iniziativa viene dal Comitato Economico e Sociale Europeo, che raggruppa rappresentanti di imprese, sindacati e della Società civile. L’avviso comune emesso è chiaro e preciso.
Per le grandi imprese occorre che ogni Stato membro adotti una legislazione che faciliti l’adozione di un modello semplice e pratico di azionariato dei dipendenti.
Per le piccole e medie imprese bisogna seguire l’esempio degli Stati Uniti, che 40 anni fa hanno creato un meccanismo finanziario che permette ai dipendenti di acquistare la partecipazione nelle imprese in cui lavorano, senza sborsare un centesimo, tramite un finanziamento a lungo termine. E’ il modello ESOP. Quel meccanismo finanziario dovrebbe essere introdotto anche in Europa.
 
Lo vederemo sempre di più nei prossimi anni : l’azionariato dei dipendenti è la condizione per avere imprese ed economie più forti e per un miglior governo delle imprese.
Il parere del Comitato Economico e Sociale Europeo è disponibile alla pagina: http://www.efesonline.org/EESC/IT.htm
 
 
Per magggiori informazioni:
http://www.efesonline.org