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Rassegna Stampa Estera
Mercato del lavoro
14/02/2012

CNEL: il lavoro delle Donne in Italia

Il Consiglio Nazionale per l'Economia ed il Lavoro ha presentato il 2 febbraio uno studio dell'ISFOL -Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori- condotto su un campione rappresentativo delle donne italiane.
 
 
Superando la tradizionale impostazione basata sulla presentazione del Rapporto sul mercato del lavoro in un unico appuntamento annuale, la Commissione del CNEL ha predisposto un più articolato percorso di analisi finalizzato ad approfondire temi particolarmente significativi, inquadrati nell’ambito di un contesto di ricerca organico e coerente.
 
Secondo il Cnel, ''il sistema italiano non fornisce servizi alla famiglia e di conciliazione, di conseguenza le donne non entrano nel mercato del lavoro o ne escono dopo il primo figlio o per assistere parenti anziani''.
Tali conclusioni sono  ispirate dallo Studio ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) condotto su un campione rappresentativo delle donne italiane in età compresa tra i 25 e i 45 anni, presentato presso la sede del CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) in occasione degli Stati generali sul Lavoro delle donne.
 
Alla luce delle ricerca presentata  il 2 febbraio 2012, ''tra le donne in età compresa tra i 25 e i 45 anni, dopo la nascita di un bambino il tasso di occupazione femminile passa bruscamente dal 63% al 50%, per crollare ulteriormente dopo la nascita del secondo, evidenziando come il ruolo femminile nel mondo del lavoro sia sacrificabile alla cura dei figli e all'attività domestica''.
 
Alla base della bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro c'è la famiglia. Il 40,8% delle donne che hanno interrotto l'attività lavorativa dichiara di averlo fatto per prendersi cura dei figli, il 5,6% per dedicarsi totalmente alla famiglia o ad accudire persone non autosufficienti.  Ci sono anche le donne che hanno smesso di lavorare non a seguito di una scelta ma perchè non avevano più un lavoro. Il 17 % segnala - infatti - la scadenza di un contratto a termine o stagionale e il 15,8 % il licenziamento o la chiusura dell'azienda.
 
Gli stipendi delle donne sono più bassi
In Italia i salari delle donne sono nettamente più bassi di quelli degli uomini. A certificarlo è uno studio presentato da Bankitalia in occasione degli Stati generali sul Lavoro delle donne, organizzati al Cnel, una differenza che è aumentata negli anni, passando dal 10,3 % del 1995 al 13,8 % del 2008.
 
Le lavoratrici italiane sono le più scoraggiate
In Italia le lavoratrici "scoraggiate", cioè le donne che non cercano più attivamente lavoro ma sarebbero disponibili immediatamente a lavorare, sono quattro volte di più che nel resto dell'Europa. Una ricerca dell'Istat, presentata nel corso degli Stati generali sul Lavoro delle donne in Italia" , evidenzia che il dato italiano è di 16,6 % contro il 4,,4 % europeo.
La distanza, secondo l'Istat, è ancora piu' forte in confronto ai principali Paesi europei.
 
Le donne lavorano più degli uomini
Nelle Ricerche presentate sempre il 2 febbraio dalla Banca d'Italia e dall'Isfol, in occasione degli "Stati generali sul Lavoro delle donne", organizzati al Cnel, mettono in evidenza come in Italia la ripartizione dei carichi domestici e di cura sia ancora ''molto sbilanciata'' a sfavore delle donne.
Roberta Zizza della Banca d'Italia riporta, infatti, dati Istat secondo cui le donne svolgevano nel 2008-2009 il 76% del lavoro familiare (la quota era del 78% nel 2002 e del dell'85% nel 1989). L'esperta di Palazzo Koch evidenzia come ''l'Italia sia l'unico paese occidentale in cui le donne lavorano, considerando lavoro retribuito e lavoro domestico, significativamente più degli uomini. Questi dati, aggiunge Zizza, "ci pongono in una posizione inadeguata al livello internazionale, perchè' le donne sono quelle che lavorano di più nel complesso, considerando il lavoro per la famiglia e il lavoro per la casa".
 
 
Per maggiori informazioni:

Scarica gli Atti del Convegno (2.5 Mb)

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