Come cambia il giornalismo in Italia - Regole e organizzazione del mercato del lavoro - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Come cambia il giornalismo in Italia

Analisi condotta da LSDI sulla base degli ultimi dati forniti dall’ Inpgi (l’ istituto di previdenza dei giornalisti), dall’ Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa.
 
 
 
 
Via LSDI:
 
Sulla base di una serie di nuovi elementi forniti dall’ Inpgi,  Lsdi approfondisce la situazione economica e quella demografica nel campo dell’ attività giornalistica in Italia – L’ analisi delinea un ampio segmento di pubblicisti  interno alla professione (o  immediatamente contiguo), che ormai ha poco a che fare con il pubblicismo classico, e che è già a pieno diritto nella sfera del  giornalismo professionale – Oltre 9.000 sono infatti i pubblicisti con un reddito annuo superiore ai 5.000 euro.
 
Ma conferma anche il forte gap di condizioni economiche fra lavoro autonomo e lavoro subordinato e la presenza di una ampia fascia di redditi particolarmente bassi: di fronte a un salario medio dei giornalisti pari a 51.027.000 euro annui, nel 2010  il 34,6% dei rapporti di lavoro complessivi (16.877 su 48.789) generavano un reddito inferiore ai 5.000 euro annui
 
Nuovi dati forniti dall’ Inpgi consentono di approfondire il quadro reddituale e quello demografico della professione giornalistica in Italia delineato in ‘’Una professione sempre più frammentata’’.
  
Due gli elementi che emergono con chiarezza:
 
    1) La presenza di un ampio segmento interno al pubblicismo (circa il 30% dei pubblicisti iscritti all’ Ordine) che ormai ha poco a che fare con il pubblicismo classico ed è già a pieno diritto nella sfera del  giornalismo professionale
 
    2)  Le condizioni reddituali molto basse di un’ ampia fascia di professione.
 
  
   
Per maggiori informazioni e per scaricare lo studio:
www.lsdi.it
 
 

Lsdi_2012.pdf