Rapporto OCSE - Italia 2013 - Indicatori economici - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Rapporto OCSE - Italia 2013

Secondo l'OCSE a fine 2014 il debito pubblico totale in Italia  si potrebbe attestare "attorno al 134% del Pil" e potrebbe "aumentare  ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento  e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione  nel 2014". 
 
 

PRESENTATO PRESSO IL CNEL IN ROMA IL 2 MAGGIO 
L'ANNUALE RAPPORTO OCSE SULLA SITUAZIONE ITALIANA

"L'Italia - si legge nel dossier - ha avviato  un ambizioso programma di riforme volto a ripristinare la sostenibilita'  delle finanze pubbliche e migliorare la crescita a lungo termine. 
Assieme  alle misure intraprese a livello dell'Area dell'euro, questi auspicati  interventi hanno ridotto i rischi di rallentamento economico e potrebbero  aiutare l'Italia a uscire dalla recessione gia' nel corso del 2013". 

L'Ocse sottolinea come "l'indebitamento netto italiano" risulti  "peggiore rispetto alle stime del governo" Monti, che nel Def varato  in aprile aveva previsto per il 2014 una discesa del debito al 129%. Per  poi passare ad un 125,5% nel 2015. Il debito pubblico italiano, recita ancora il rapporto, "e' tra i piu' alti dei Paesi dell'Ocse e da due  decenni supera il 100% del Pil. 
Il suo rinnovo richiedera' circa 400 miliardi  di euro l'anno, nel corso dei prossimi anni"


FINE DELLA  RECESSIONE NEL 2013

Nella sua  analisi sull'economia del Bel Paese (l'ultima era stata sviluppata nel  2011), l'Ocse plaude all"'ambizioso programma di riforme" avviato dal  governo Monti: concentrato sul risanamento e volto a ripristinare la sostenibilità  delle finanze pubbliche. 

Un ventaglio di riforme, da quella del mercato  del lavoro al decreto Trasparenza nella Pubblica amministrazione, passando  per il piano annunciato ad aprile per ridurre "significativamente" i debiti arretrati della P.A., che potrebbe aiutare l'Italia - si legge - a "uscire dalla recessione gia' nel corso del 2013". 

Il Pil "non dovrebbe iniziare a crescere prima del 2014", quando registrera' - stando  alle previsioni - un +0,5%, in ripresa da un'economia che nel periodo  2013-2014 restera' comunque "debole". 

CRESCITA  
La seconda  raccomandazione proveniente da Parigi e' l'implementazione di misure  volte al rilancio della crescita in Italia. Apprezzando l' "importante  azione di risanamento fiscale" avviata nel 2012, l'Ocse sottolinea che  i "risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali devono  essere consolidati " attraverso l'implementazione di "ulteriori misure  volte a promuovere la crescita e migliorare la competitivita". 
L'obiettivo  e' che il Paese intraprenda nel piu' breve tempo possibile la "strada  di una crescita sana". 

RISTRUTTURARE FISCO
L'Ocse avverte anche che  l'Italia non deve allentare la sua politica fiscale se vuole "mantenere  il pareggio di bilancio in termini strutturali" come promesso, poiche'  solo cosi' - a differenza di quanto accadde negli anni '90, poco prima  di entrare nell'Unione monetaria - evitera' il "dissolversi dei vantaggi  derivanti dal consolidamento". 
E' anche necessaria tuttavia una ristrutturazione  del sistema fiscale "per ridurre le distorsioni", in particolare - spiega l'Ocse - "tramite la riduzione delle agevolazioni fiscali". - 


BANCHE A RISCHIO
Sugli istituti di credito, infine, fa scuola lo scandalo  Monte dei Paschi di Siena. Sebbene il sistema bancario in Italia "si  sia dimostrato complessivamente solido diversi istituti di credito hanno  incontrato gravi difficolta"' e "il settore finanziario rimane esposto  a rischi sistemici", avverte infatti l'Ocse, aggiungendo che "occorre  incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare  a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale.
 
Per maggiori informazioni:
www.oecd.org


RAPPORTO OCSE - ITALIA 2013