Secondo l'OCSE a fine 2014 il debito pubblico totale in Italia si potrebbe attestare "attorno al 134% del Pil" e potrebbe "aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione nel 2014".
PRESENTATO PRESSO IL CNEL IN ROMA IL 2 MAGGIO
L'ANNUALE RAPPORTO OCSE SULLA SITUAZIONE ITALIANA
"L'Italia - si legge nel dossier - ha avviato un ambizioso programma di riforme volto a ripristinare la sostenibilita' delle finanze pubbliche e migliorare la crescita a lungo termine.
Assieme alle misure intraprese a livello dell'Area dell'euro, questi auspicati interventi hanno ridotto i rischi di rallentamento economico e potrebbero aiutare l'Italia a uscire dalla recessione gia' nel corso del 2013".
L'Ocse sottolinea come "l'indebitamento netto italiano" risulti "peggiore rispetto alle stime del governo" Monti, che nel Def varato in aprile aveva previsto per il 2014 una discesa del debito al 129%. Per poi passare ad un 125,5% nel 2015. Il debito pubblico italiano, recita ancora il rapporto, "e' tra i piu' alti dei Paesi dell'Ocse e da due decenni supera il 100% del Pil.
Il suo rinnovo richiedera' circa 400 miliardi di euro l'anno, nel corso dei prossimi anni"
FINE DELLA RECESSIONE NEL 2013
Nella sua analisi sull'economia del Bel Paese (l'ultima era stata sviluppata nel 2011), l'Ocse plaude all"'ambizioso programma di riforme" avviato dal governo Monti: concentrato sul risanamento e volto a ripristinare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Un ventaglio di riforme, da quella del mercato del lavoro al decreto Trasparenza nella Pubblica amministrazione, passando per il piano annunciato ad aprile per ridurre "significativamente" i debiti arretrati della P.A., che potrebbe aiutare l'Italia - si legge - a "uscire dalla recessione gia' nel corso del 2013".
Il Pil "non dovrebbe iniziare a crescere prima del 2014", quando registrera' - stando alle previsioni - un +0,5%, in ripresa da un'economia che nel periodo 2013-2014 restera' comunque "debole".
CRESCITA
La seconda raccomandazione proveniente da Parigi e' l'implementazione di misure volte al rilancio della crescita in Italia. Apprezzando l' "importante azione di risanamento fiscale" avviata nel 2012, l'Ocse sottolinea che i "risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali devono essere consolidati " attraverso l'implementazione di "ulteriori misure volte a promuovere la crescita e migliorare la competitivita".
L'obiettivo e' che il Paese intraprenda nel piu' breve tempo possibile la "strada di una crescita sana".
RISTRUTTURARE FISCO
L'Ocse avverte anche che l'Italia non deve allentare la sua politica fiscale se vuole "mantenere il pareggio di bilancio in termini strutturali" come promesso, poiche' solo cosi' - a differenza di quanto accadde negli anni '90, poco prima di entrare nell'Unione monetaria - evitera' il "dissolversi dei vantaggi derivanti dal consolidamento".
E' anche necessaria tuttavia una ristrutturazione del sistema fiscale "per ridurre le distorsioni", in particolare - spiega l'Ocse - "tramite la riduzione delle agevolazioni fiscali". -
BANCHE A RISCHIO
Sugli istituti di credito, infine, fa scuola lo scandalo Monte dei Paschi di Siena. Sebbene il sistema bancario in Italia "si sia dimostrato complessivamente solido diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficolta"' e "il settore finanziario rimane esposto a rischi sistemici", avverte infatti l'Ocse, aggiungendo che "occorre incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale.
Per maggiori informazioni:
www.oecd.org