Nell'annuale ricerca sulla situazione socio-economico italiana, l'ISTAT riporta un disagio diffuso con 15 milioni di italiani, in difficoltà economica. Le persone che vivono in tale situazione rappresentano il 24,8% della popolazione totale, contro il 16% del 2010.
Quindici milioni di italiani, una persona su quattro, soffrono un disagio economico. E' questa la fotografia scattata dall'Istat nel Rapporto annuale 2013.
Le persone che vivono in famiglie disagiate nel 2012 sono 14,928 milioni, pari al 24,8%, rispetto al 16% del 2010.
Con il proseguire della crisi aumentano quindi le persone in sofferenza economica, incapaci di sostenere spese impreviste di circa 800 euro o di permettersi una settimana di ferie all'anno lontano da casa, oppure con arretrati per il mutuo, l'affitto, le bollette o per altri debiti come gli acquisti a rate, oppure ancora capaci di permettersi un pasto adeguato ogni due giorni con proteine della carne o del pesce, di riscaldare adeguatamente la casa, di avere una lavatrice, un televisore, un telefono, un'automobile.
Di questi, gli individui in famiglie gravemente disagiate, cioe' chepresentano quattro o piu' segnali di deprivazione rappresentano il 14,3% dl totale, in crescita rispetto all'11,2% dell'anno precedente e con un'incidenza piu' che doppia di quella registrata solo due anni prima (6,9% nel 2010).
Nel 2012 continua a crescere il divario fra Mezzogiorno e resto del Paese: la deprivazione materiale, aumentata di oltre tre punti percentuali in un anno, interessa il 40,1% della popolazione, mentre la grave deprivazione, in aumento di oltre cinque punti, riguarda ormai una persona su quattro (25,1%).
IL POTERE DI ACQUISTO DEGLI ITALIANI
Crolla del 4,8% il potere d'acquisto delle famiglie nel 2012.
Si tratta di una caduta di intensita' eccezionale che giunge dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino con un -1,4% nel 2008, -2,5% nel 2009, -0,5% nel 2010 e -0,6% nel 2011.
Per far fronte al calo del reddito disponibile, le famiglie hanno ridotto dell'1,6% la spesa corrente per consumi: cio' corrisponde a una flessione del 4,3% dei volumi acquistati, la piu' forte dall'inizio degli anni Novanta.
Alle sopravvenute difficolta' economiche le famiglie hanno risposto riducendo la quantita' o qualita' dei prodotti acquistati, preferendo centri di distribuzione a piu' basso costo. L'incremento di incidenza di questi comportamenti di consumo e' stato sensibile, in modo particolare al Nord, anche se e' il Mezzogiorno l'area piu' interessata dal fenomeno.
REDDITO DISPONIBILE E PROPENSIONE AL RISPARMIO
Nel 2012 "il reddito disponibile delle famiglie, al netto dell'inflazione, e' diminuito di quasi il 10%, ritornando a un livello pari a quello di 20 anni fa". Lo ha il direttore generale dell'Istat, Maria Carone, presentando il rapporto annuale 2013.
La significativa diminuzione del reddito disponibile delle famiglie si e' riflessa in un forte calo della spesa per consumi - molto superiore a quella della crisi del 2008-2009 - e in un'ulteriore
diminuzione della propensione al risparmio, che raggiunge il suo minimo
storico.
La propensione al risparmio delle famiglie italiane, un tempo punto di forza del sistema dell'Italia, pur risultando ancora superiore a quella misurata in Spagna, si e' attestata su livelli sensibilmente inferiori rispetto a quella delle famiglie tedesche e francesi, avvicinandosi addirittura a quella del Regno Unito, tradizionalmente la piu' bassa d'Europa.
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