Rapporto OCSE - Area Euro 2014 - Indicatori economici - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Rapporto OCSE - Area Euro 2014

L'OCSE,  ha reso pubblico il rapporto sull'Eurozona e sull'Italia presentato a Sydney nel mese di febbraio 2014 dal Chief Economist Carlo Padoan, oggi ministro dell'Economia nel Governo Italiano.
 

 
OCSE: PER ITALIA RISCHIO DI ALTA DISOCCUPAZIONE STRUTTURALE

Per l'Italia e altre economie avanzate in  particolare del sud Europa c'e' il rischio che si materializzi un'elevata  disoccupazione strutturale. 

E' l'allarme che ha lanciato l'Ocse con l'aggiornamento  del rapporto "Going for growth" prospettando una fase di bassa crescita  per l'economia globale.
 
"La generale decelerazione della produttivita' dall'inizio della crisi puo' lasciar presagire l'inizio di una nuova era di bassa crescita", considerando il quadro di un "ritmo della ripresa globale che resta lento e crescenti preoccupazioni di un abbassamento  strutturale dei tassi di crescita rispetto ai livelli pre crisi" scrive  l'ex capo economista dell'Ocse Pier Carlo Padoan nel rapporto sottolineando  che i timori gia' prevalenti nei paesi avanzati si sono ora "estesi alle  economie emergenti" e sono aggravati dalla elevata disoccupazione e dal  calo della partecipazione alla forza lavoro in numerosi Paesi. 

Il rapporto pone l'accento in particolare sull'elevata disoccupazione in molte economie avanzate e soprattutto l'alta incidenza di senza lavoro a lungo termine. 

"Il rischio di una elevata disoccupazione strutturale potrebbe materializzarsi  in paesi come quelli del sud dell'Europa". Per quanto riguarda piu' in dettaglio l'Italia il rapporto Ocse rileva che per effetto della crisi  e delle misure di aggiustamento dei conti pubblici il tasso di disoccupazione  in Italia e' "a doppia cifra", e non si scorgono segni di rapida "inversione" della tendenza. 
L'Ocse in particolare sottolinea la disoccupazione di  lunga durata in Italia (oltre un anno) che riguarda il 53% dei senza lavoro  nel 2012, oltre un punto in piu' rispetto all'anno precedente. Dunque  la priorita' per l'Italia e' una serie di interventi a favore del lavoro. 

L'Ocse sollecita l'Italia a tagliare il cunero fiscale ed a spostare la  sua politica del lavoro "tutelando maggiormente il reddito dei lavoratori  e meno il posto di lavoro in se' e migliorando la rete di supporto sociale". 

Il rapporto indica una serie di raccomandazioni all'Italia. In dettaglio  il paese deve intervenire sul fisco, ridurre le barriere alla concorrenza,  migliorare la giustizia civile e accelerare la realizzazione di politiche  attive per il lavoro. 

L'Ocse sottolinea la necessita' che l'Italia migliori  l'efficienza della struttura del fisco semplificando le norme e combattendo  l'evasione. Poi quando la situazione dei conti pubblici lo consentira',  l'Italia deve ridurre il peso del fisco sui redditi bassi da lavoro. 
Le  altre raccomdanzioni riguardano il rafforzamento del mercato riducendo le barriere alla concorrenza attraverso tutti i livelli di governo. Il rapporto inoltre raccomanda all'Italia di far scendere il peso della presenza dello Stato nel controllo delle imprese e sollecita un intervento per ridurre i tempi della giustizia civile.


LO SCENARIO INTERNAZIONALE
RIPRESA LENTA, SI PROSPETTA FASE BASSA CRESCITA 

L'Ocse lancia l'allarme sul rischio che l'economia  globale sia condannata ad una fase di bassa crescita. E' quanto ha indicato  il capo economista dell'Ocse, Pier Carlo Padoan, nell'editoriale sull'aggiornamento del rapporto "Going for growth" rilevando che "la generale decelerazione della produttivita' dall'inizio della  crisi puo' lasciar presagire l'inizio di una nuova era di bassa crescita",  considerando il quadro di un "ritmo della ripresa globale che resta lento  e crescenti preoccupazioni di un abbassamento strutturale dei tassi di crescita rispetto ai livelli pre crisi". Padoan in particolare ha rilevato che i timori gia' prevalenti nei paesi avanzati si sono ora "estesi alle  economie emergenti" e sono aggravati dalla elevata disoccupazione e dal  calo della partecipazione alla forza lavoro in numerosi Paesi. 

L'ormai  ex capo economista dell'Ocse in particolare aveva posto nel Rapporto, l'accento sull'elevata disoccupazione in molte economie avanzate e soprattutto l'alta incidenza  di senza lavoro a lungo termine. "Il rischio e' che diventi molto difficile  far tornare al lavoro questi disoccupati. Il rischio di una elevata disoccupazione  strutturale potrebbe materializzarsi in paesi come quelli del sud dell'Europa". 

 
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
WWW.OECD.ORG

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