Rapporto Svimez 2015 - Indicatori economici - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Rapporto Svimez 2015

Presentato a Roma l'annuale Studio: l'Ente per lo sviluppo del Mezzogiorno, rileva un timido segnale di ripresa anche dal Sud Italia che negli anni della recessione è stato duramente colpito, con l'accentuarsi del divario di crescita con il Nord Italia.


 
 
Le previsioni per il 2015 e il 2016


Secondo stime SVIMEZ aggiornate a settembre 2015, nel 2015 il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,8%, quale risultato del +1% del Centro-Nord e del timidissimo +0,1% del Sud. Se confermata, si tratta comunque della prima variazione positiva di prodotto del Sud da sette anni a questa parte.

A trascinare l’evoluzione positiva del Pil l’andamento dei consumi, stimato in +0,9% al CentroNord e +0,1% al Sud. Divergente nel 2015 la dinamica degli investimenti fissi lordi, +1,5% al Centro-Nord, mentre continuano a calare al Sud (-1%), anche per effetto della contrazione degli investimenti pubblici (-3%). In risalita l’occupazione, trainata in particolare dagli sgravi contributivi previsti: +0,9% al centro-Nord, +0,6% al Sud.

La crescita si rafforza nel 2016: il Pil italiano dovrebbe aumentare del +1,3% a sintesi di un +1,5% del Centro-Nord e di un +0,7% del Sud. A concorrere positivamente l’andamento dei consumi finali, stimato in +1,3% al Centro-Nord e +0,8% al Sud. Su anche gli investimenti fissi lordi, +2% il dato nazionale, quale risultato del +2,5% del Centro-Nord e dello 0,5% del Sud. Se confermato, anche in questo caso si interromperebbe la spirale negativa dell’andamento degli investimenti fissi lordi al Sud iniziata nel 2007. Sul fronte occupazionale, si prevede un aumento nazionale del +0,8%: +0,9% al Centro-Nord e +0,6% al Sud.

Pil e Mezzogiorno nel 2014

In base a valutazioni SVIMEZ nel 2014 il Pil è calato nel Mezzogiorno dell’1,3%, dimezzando la caduta dell’anno precedente (-2,7%), un calo superiore di oltre un punto percentuale rispetto al Centro-Nord (-0,2%). Da rilevare che per il settimo anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno registra segno negativo. 

Il peggior andamento del Pil meridionale nel 2014 è dovuto soprattutto ad una più sfavorevole dinamica della domanda interna, sia per i consumi che per gli investimenti. Anche gli andamenti di lungo periodo confermano un Paese diviso e diseguale: negli anni di crisi 2008-2014 il PIL del Sud si è ridotto di 13 punti percentuali, circa il doppio del pur importante -7,4% del Centro-Nord. Il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud nel 2014 ha toccato il punto più alto degli ultimi 15 anni, tornando, con il 53,7%, ai livelli del 2000.

La crisi nel 2014 si attenua nella maggior parte delle regioni del Centro-Nord, molto meno in tutte quelle del Sud - A livello regionale nel 2014 segno negativo per quindici regioni italiane su venti; si distinguono soltanto le Marche quasi stazionarie (+0,1%), lo +0,3% dell’Emilia Romagna e del Trentino Alto Adige, +0,4% del Veneto. 

Miglior performance in assoluto a livello nazionale per il Friuli Venezia Giulia, +0,8%. Le regioni del Centro-Nord oscillano tra il -0,3% del Lazio e della Toscana e il -1-1% dell’Umbria. Piemonte e Valle d’Aosta segnano -0,7%. Nel Mezzogiorno la forbice resta compresa tra il -0,2% della Calabria e il -1,7% dell’Abruzzo. In posizione intermedia la Basilicata (-0,7%), il Molise (-0,8%), la Campania (-1,2%). Giù anche la Sicilia (- 1,3%), e Puglia e Sardegna, allineate a -1,6%. 
 

Per maggior informazioni:
www.svimez.info
 
 

SINTESI RAPPORTO SVIMEZ 2015