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Nuove tecnologie
11/10/2016

Rapporto Assinform I semestre 2016

Presentati a Milano i dati relativi al mercato digitale nel primo semestre 2016  e previsioni per il 2017. Il mercato digitale cresce: +1,2% nei primi sei mesi.




Di seguito le principali evidenze numeriche dell’andamento del mercato ICT in Italia per i primi sei mesi del 2016, secondo le rilevazioni di Assinform condotte in collaborazione con NetConsulting Cube.

Nei primi sei mesi del 2016, il mercato digitale italiano (informatica, telecomunicazioni e contenuti) è cresciuto dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a 31.953 milioni di euro, lasciando intravedere una crescita per l’intero 2016 dell’1,3% a 65.759 milioni a fronte di una crescita 2015 dell’1% e di cali continui negli anni precedenti. 

Se si scorpora dal mercato la pur importante componente dei servizi di rete di telecomunicazione, il confronto diventa ancora più incoraggiante con una crescita del 3,2% nel primo semestre del 2016, contro il 2,5% del primo semestre dell’anno scorso.

Agostino Santoni, Presidente Assinform  ha dichiarato “Nei primi sei mesi del 2016 e nel mercato ICT, i segnali positivi hanno prevalso sul rallentamento congiunturale. Le componenti più innovative, che già avevano permesso l’anno scorso di invertire un ciclo negativo, confermano la loro vitalità e conferiscono al mercato ICT una resilienza spiegabile solo con la crescente attenzione alle potenzialità del digitale per innovare prodotti, servizi e processi dando slancio all’economia. Il ritardo da recuperare è però ancora importante. L’accelerazione sui tanti fronti dell’Agenda Digitale e il varo dei programmi Industria 4.0 diventano essenziali per riportarsi al passo, e anche per stimolare un’evoluzione del settore ICT che consenta al Paese di contare stabilmente sul know how necessario.”

Il rallentamento del quadro macroeconomico non intacca le potenzialità di ripresa della digitalizzazione del Paese. 

“Per recuperare i ritardi accumulati negli scorsi anni servirebbero dinamiche più sostenute. Ha commentato Agostino Santoni, Presidente di Assinform – Ma i segnali sono comunque buoni, sia per il segno più che per il secondo anno accompagna i trend complessivi, sia e soprattutto perché è sempre più evidente un mutamento della domanda che spinge le componenti più legate all’innovazione di processi, servizi, prodotti.“ E infatti, mentre la progressione dei contenuti e della pubblicità digitale (+ 9%) compensa il calo dei servizi di rete (-2,2%), crescono i servizi ICT (+2%, spinti dal Cloud) e ancora di più il software e le soluzioni (4,8%, grazie anche all’IOT). E se si attraversano i diversi comparti per pesare le dinamiche delle componenti più innovative (digital enabler) si nota come il Cloud cresca a tassi attorno al 20%, l’IoT al 15%, il mobile business al 13/14%, le soluzioni per la sicurezza al 5%.

“Attenzione particolare meritano l’IoT e il Cloud. – ha aggiunto Santoni - L’IoT è quanto di più potente ci possa essere per innestare le potenzialità del digitale in quelle degli altri settori chiave del made in Italy, innovandone prodotti, servizi e filiere, e offrendo spazi molto promettenti ai progetti di digitalizzazione diffusa in chiave Industria 4.0. E questo mentre i servizi di Data Center e del Cloud Computing danno conto di mutazioni importanti, sia sul fronte della domanda, per la facilità di accesso a capacità ICT senza investire in immobilizzazioni, che su quello dell’offerta ove l’accento si va spostando sulla capacità di fornire funzionalità anziché asset.”


“In questo scenario va tenuto in conto anche il valore del patrimonio di conoscenze e di capacità iCT che il Paese può esprimere. Per estendere la digitalizzazione nel territorio serve infatti un sistema articolato, che comprende sia entità guida, sia entità agili e capaci di interloquire nel territorio con le pmi. È importante far convergere i programmi di digitalizzazione con gli stimoli all’ evoluzione sul fronte dell’offerta, definendo con maggior chiarezza gli ambiti d’intervento di Industria 4.0 di più diretto interesse per chi investe nel settore in Italia, stimolando le aggregazioni in chiave di crescita dimensionale, avviando nuove iniziative sui fronti della creazione delle competenze digitali e della riqualificazione degli addetti. L’evoluzione delle imprese del settore ICT va incoraggiata, per creare occupazione qualificata e per dare la Paese la possibilità di non perdere il controllo del know how che è alla base degli stessi programmi nazionali per l’innovazione.”

 

I dati del primo semestre 2016

Tornando ai numeri, nei primi sei mesi del 2016, il mercato digitale nel suo complesso è cresciuto dell’1,2% a 31.953 milioni di euro. Il dato di crescita, si conferma più elevato di quello del Pil e anche di quello degli investimenti esclusi i mezzi di trasporto. E lascia anche intravedere una crescita per tutto il 2016 dell’ordine dell’1,3% a 65.759 milioni.

Già a un primo livello di disaggregazione, i dati indicano che alla crescita hanno concorso un po’ tutti i comparti, tranne, come detto, i servizi di rete: Servizi ICT a 5.198,5 milioni (+ 2%); Software e Soluzioni ICT a 2.863 milioni (+4,8%), Dispositivi e Sistemi a 8.355 milioni (+1%), Contenuti Digitali e Digital Advertising a 3.816 milioni (+9%).

 
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