Eurispes: Rapporto Italia 2018 - Economia Politica - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Eurispes: Rapporto Italia 2018

Presentato a Roma l'annuale Rapporto sull'Italia, redatto da Eurispes. Il Rapporto giunto alla sua 30° edizione scatta da anni una fotografia del Paese quanto mai nitida. Approfondimenti su Economia Media e Società.



Eurispes, Rapporto Italia 2018

Stabile l’economia del Paese per circa il 38,9% degli italiani, ma 4 famiglie su 10 sono ancora costrette ad intaccare i risparmi.

Il 38,9% dei cittadini ritiene che la situazione economica del Paese negli ultimi 12 mesi sia rimasta stabile. In parallelo, diminuiscono i pessimisti che riferiscono una condizione peggiorata (41,5%; -17,6% rispetto al 2017) e aumenta la quota degli ottimisti (16,6%; +3,2%). Nonostante i segnali di ripresa dell’economia, ancora 4 italiani su 10 sono costretti ad utilizzare i propri risparmi per arrivare a fine mese e solo il 30,5% riesce a far quadrare i conti senza grandi difficoltà. Solo una minoranza riesce a risparmiare (18,7%), mentre sono ancora tanti a manifestare difficoltà per pagare le utenze (29,4%) e le spese mediche (23,2%). Sono in affanno anche molti italiani che devono sostenere un mutuo (25,4%) o un affitto (38%). Per far fronte alle difficoltà economiche, l’aiuto arriva soprattutto dalla famiglia d’origine (31,6%)


IL MONDO DEI MEDIA: TV ”VOLGARE” PER IL 75%, 9 SU 10 HA UN TELEFONINO, IL 60% DEGLI ITALIANI VIAGGIA  SUI SOCIAL

Il 75,3% degli italiani mal sopporta la volgarità/turpiloquio presenti in Tv, ma il 38,3% la userà per farsi un’idea e decidere chi votare. 9 italiani su 10 hanno un telefonino facendone spesso un uso pericoloso (camminando 54,3% o guidando 23%) e nel 35% dei casi si rincorre l’ultimo modello. Sui Social Network “viaggia” il 60% degli italiani. In molti si dicono convinti che inducano un utilizzo eccessivo (76,8%), favoriscano comportamenti aggressivi e offensivi con l’anonimato (67,7%), siano pericolosi perché mettono a rischio la privacy (65,1%).

Per farsi un’idea ed esprimere il proprio voto la Tv è un punto di riferimento (38,3%), ma un elettore su 5 sa ha già chi voterà. L’aspetto più negativo della Tv, secondo l’opinione degli italiani, è la volgarità/turpiloquio (75,3%), la larga maggioranza stigmatizza anche le persone che litigano nei talk show/reality show (60,9%) e quelle che parlano di questioni intime e private nei talk show (60,7%). I ragazzi sono i meno infastiditi da contenuti forti o sgradevoli. Il telefonino è ormai un’appendice: 9 italiani su 10 ne hanno uno e nel 35% dei casi si rincorre l’ultimo modello. Molti ne fanno un uso distratto, potenzialmente pericoloso: mentre camminano (54,3%) o quando guidano (23%). È opinione diffusa che i Social Network inducano un utilizzo eccessivo (76,8%), favoriscano comportamenti aggressivi e offensivi con l’anonimato (67,7%), siano pericolosi perché mettono a rischio la privacy (65,1%). I Social rappresentano comunque un “luogo” nel quale tenersi in contatto con i propri amici (75,5%) e permettono di essere sempre informati sull’attualità (70,3%). Sui Social Network “viaggia” il 60% degli italiani, soprattutto per guardare le attività e le foto dei propri contatti (85,4%) oppure per chattare con i propri amici (85,4%) e rimanere informati su quel che accade (80,5%).


UN SISTEMA FRAGILE, MA NON DEBOLE

“Il Sistema è, e lo sarà ancora per molti anni, fragile sotto molti punti di vista. Secondo il Presidene dell’Eurispes, Gian Maria Fara. Beninteso: fragile non vuol dire debole. Anzi, l’Italia ha molte frecce nel suo arco, enormi potenzialità ma - e questo lo ripetiamo senza stancarci da anni - ha grandi difficoltà a trasformare la sua potenza in energia.

E questo deriva principalmente dalla disomogeneità della nostra classe dirigente, nel senso che essa non persegue obiettivi comuni e comunque non nello stesso tempo, non con lo stesso impegno. Anzi, nella maggior parte delle occasioni ci fa assistere a divisioni e conflitti attraverso i quali le parti in causa puntano alla sopraffazione l’una dell’altra piuttosto che a trovare l’accordo a vantaggio del bene comune. Basti osservare ciò che accade sul problema dei rifiuti a Roma o sulla vicenda dell’Ilva di Taranto per capire quale spirito di solidarietà animi la nostra classe dirigente.

Siamo in ritardo nell’ammodernamento delle nostre infrastrutture, dei trasporti, del sistema scolastico, della banda larga, dell’informatizzazione del nostro apparato burocratico-amministrativo, della tutela dell’ambiente, del territorio, e tanto altro ancora. Pesa l’ipoteca del debito pubblico che condiziona le scelte e la possibilità di impegnare le risorse necessarie per tentare di colmare questo ritardo.

La ripresa non è il frutto di uno slancio collettivo, ma della spinta e delle performances di alcuni settori che da soli possono produrre buoni risultati ma non riescono ancora a svolgere una funzione “aggregante, coinvolgente e motivante”.

Per usare una metafora militare: è come se si disponesse di coraggiosi reparti di assalto in grado di conquistare posizioni strategiche, ma le truppe necessarie a mantenere e presidiare le posizioni rimangono acquartierate in caserma.

Alcuni esempi possono aiutarci a capire meglio.

Sul piano della sicurezza l’Italia sta dimostrando grandi capacità e ciò risulta evidente da ciò che è sotto gli occhi di tutti e che, per scaramanzia, è meglio non citare espressamente. Le nostre Forze di Polizia ed i nostri Servizi di Intelligence sono considerati un’eccellenza a livello internazionale e su di essi si sono consolidati il generale apprezzamento e la fiducia dei cittadini. La Magistratura nelle sue proiezioni tradizionali ed in quelle specialistiche, come la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, persegue senza sosta tutte le manifestazioni mafiose sul territorio e si è dotata degli strumenti necessari per intercettare ed interpretare l’evoluzione e le mutazioni delle organizzazioni criminali sempre più proiettate verso una nuova dimensione finanziaria e internazionale.

La nuova politica dei beni culturali sta dando ottimi frutti dopo le polemiche pretestuose che hanno accompagnato le nomine di esperti, spesso stranieri, alla direzione di importanti musei. Gli ultimi dati sulla presenza nei nostri siti culturali e le entrate cresciute in maniera sensibile dimostrano come la cultura si possa ben mettere a reddito.

La filiera di produzione agro-alimentare si esprime a pieno regime e il nostro export cresce di giorno in giorno. Il Made in Italy alimentare, che peraltro aveva retto bene anche durante gli anni peggiori della crisi, continua nella sua espansione e ha conquistato la vetta delle classifiche mondiali, superando tutti i concorrenti storici.

Anche sul fronte industriale si segnalano importanti risultati e i macchinari e le tecnologie italiane si proiettano e si espandono nei nuovi mercati internazionali. Eccellenti risultati arrivano dal mercato automobilistico, dal settore della moda, che non conosce crisi, e siamo tra i primi nel comparto dei beni di lusso.

Per maggiori informazioni:

www.eurispes.it


SINTESE RAPPORTO EURISPES 2015