Tecnologia e Società: a Torino il Festival della Tecnologia - Ricerca e sviluppo - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Tecnologia e Società: a Torino il Festival della Tecnologia

Da Plus Magazine - supplemento de "La Voce dei Bancari", edizione Nazionale - Marzo  2020. Intervista al Professor Juan Carlos De Martin, Delegato del Rettore per la Comunicazione e la Cultura del Politecnico di Torino




Tecnologia e Società: a Torino il primo Festival della Tecnologia 

di Pietro Gentile

E' nato a Torino il primo Festival della Tecnologia in Italia. Ideatore, organizzatore e curatore (insieme a Luca De Biase e al Rettore del Politecnico, Guido Saracco), il Professor Juan Carlos De Martin, che abbiamo incontrato ed intervistato a pochi mesi dallo svolgimento, avendo modo di fare il punto sul grande successo della manifestazione e sugli sviluppi futuri. Abbiamo anche parlato di Intelligenza Artificiale, Futuro del Lavoro e della Formazione.

L'INTERVISTA

Nel mese di novembre a Torino si è svolto il primo Festival della Tecnologia. Come è nata l'idea?  Ci può fare una sintesi di quello che è avvenuto e di quello che sarà il futuro di questa iniziativa?

Il Politecnico di Torino è stato fondato nel 1859 quindi nel 2019 l'Ateneo festeggiava i suoi 160 anni dalla nascita. Dal 2017 stavamo valutando una serie di iniziative e di proposte per celebrare questa ricorrenza.  Tra le proposte, la più importante era quella di offrire un “Festival” della tecnologia, non solo dedicato alla comunità accademica (studenti in primis) ma alla cittadinanza. Era una cosa piuttosto innovativa per noi, perchè il Politecnico non aveva mai organizzato un festival: abbiamo sempre organizzato incontri, conferenze scientifiche (anche molto grandi), presentazioni, seminari, ma un festival era una cosa diversa. Eletto il nuovo Rettore, Guido Saracco, ed assunto io il ruolo di suo vice per la Cultura e la Comunicazione, abbiamo iniziato con Luca De Biase co-curatore del Festival e giornalista del Sole24Ore, a trasformare questa idea in un progetto concreto. Abbiamo iniziato ad analizzare il panorama dell'offerta in Italia nell'ambito dei “Festival” e abbiamo confermato la nostra impressione che esisteva un vero e proprio Festival della Tecnologia col taglio che avevamo in mente noi. In particolare l'idea era quella di offrire un Festival dedicato al rapporto tra Tecnologia e Società. Vi sono molte iniziative dedicate all'innovazione, sulla tecnologia in quanto tale, ma non vi era un momento in cui ci si potesse confrontare tra tecnologi, umanisti e scienziati sociali (e magari anche artisti, decisori politici, teologi, ecc.) per riflettere sull'argomento a 360 gradi.
Alla fine abbiamo disegnato un programma di quattro giorni fatto da 160 incontri, con sessioni parallele che hanno raggiunto anche gli 8-10 eventi in contemporanea, inaugurato dalla lezione del Premio Nobel Joseph Stiglitz. Pur essendo un’iniziativa del Politecnico per il suo anniversario, abbiamo puntato molto sulle collaborazioni con enti ed istituzioni del territorio, Città Metropolitana, Regione e Ministeri,  gli attori culturali quali il Museo Egizio, il Museo dell'Automobile, il Circolo dei Lettori, tutti gli Atenei piemontesi, ecc... Alla fine ci siamo ritrovati con una cinquantina di partnership. Questo ci ha permesso di offrire un programma molto ricco e vario e di articolare l'evento come un vero e proprio Festival, con mostre, concerti, spettacoli teatrali, laboratori per i bambini, pillole di tecnologia offerti dai nostri dottorandi e altro ancora. Abbiamo inoltre integrato vari “linguaggi” quali il linguaggio artistico, il linguaggio musicale e teatrale, quello cinematografico e documentaristico, affrontando il tema della tecnologia da molti punti di vista. 
La tempistica inoltre è stata molto importante: l'evento si è svolto a metà novembre a lezioni del Politecnico già iniziate, subito dopo la settimana dell'Arte Contemporanea e poco prima del  Torino Film Festival. Siamo riusciti ad integrare eventi comuni con queste due iniziative, una sorta di filo rosso: ad esempio con il  Festival del Cinema abbiamo organizzato alla Molte Antonelliana una  molto apprezzata “notte dell'horror tecnologico”.
Circa 50.000 persone hanno complessivamente partecipato alla nostra iniziativa, di cui circa 15.000 studenti. Al termine siamo stati veramente felici di annunciare che, visto il grande successo, l'iniziativa si sarebbe ripetuta in futuro, prendendo il nome di Biennale Tecnologia, in dialogo vero e forte con la Biennale Democrazia, altro grande evento della città di Torino. Ripartiremo già nel novembre 2020 con la prima edizione di Biennale Tecnologia.

Quali sono i punti di eccellenza oggi del Politecnico di Torino ed il suo posizionamento internazionale, visto il lento declino della presenza dell'automotive ma la crescita di nuovi settori come il Finance?

Il Politecnico di Torino si posiziona nella fascia medio-alta delle classifiche internazionali, con numerose punte di eccellenza. Più in generale, il Politecnico come tante università italiane, paga lo scotto di essere fortemente sotto-finanziato. Se confrontiamo ad esempio i budget delle università tecniche svizzere quali Losanna o Zurigo, ci accorgiamo che queste godono di un budget quattro o cinque volte superiori a noi con meno studenti. Nonostante ciò, come detto, il Politecnico ed il sistema universitario italiano si riesce posizionare sistematicamente ad un livello molto alto sia per pubblicazioni scientifiche che per qualità dei laureati, tenendo testa a nazioni quali Francia, Germania e Regno Unito, nonostante riceva finanziamenti che sono una frazione di quelli che ricevono le università delle nazioni che ho appena citato. Sull’argomento nel 2017 ho scritto un libro per Codice edizioni (“Università Futura, tra democrazia e Bit”- n.d.r.)

Per leggere l'intervista completa

PLUS MAGAZINE MARZO 2020