Eurispes: Rapporto Italia 2022 - Economia Politica - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Eurispes: Rapporto Italia 2022

Presentato a Roma l'annuale Rapporto sull'Italia, redatto da Eurispes. Il Rapporto giunto alla sua 34° edizione scatta da anni una fotografia del Paese quanto mai nitida. Approfondimenti su Economia Media e Società.


Eurispes, Rapporto Italia 2022

34° RAPPORTO ITALIA

Per una nuova Ri-costruzione -Risultati del Rapporto Italia 2022

Il Rapporto Italia, giunto quest’anno alla 34a edizione, ruota attorno a 6 capitoli, ciascuno dei quali offre una lettura dicotomica della realtà esaminata. Ogni capitolo è illustrato attraverso 6 saggi e 60 schede fenomenologiche. Vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Istituto ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.

Le dicotomie tematiche individuate per il Rapporto Italia 2022 sono:

CONSERVAZIONE/CAMBIAMENTO 

PRESENZA/ASSENZA 

ARRETRATEZZA/MODERNITÀ 

ORDINARIO/STRAORDINARIO 

MONETA/MONETE 

UNIVERSO/METAVERSO

Ad arricchire il Rapporto, le indagini campionarie che, nell’edizione di quest’anno, hanno sondato alcuni dei temi tradizionalmente osservati dall’Eurispes: la fiducia nelle Istituzioni; il Presidenzialismo; i conflitti internazionali e la crisi energetica; la situazione economica delle famiglie e i consumi; il sistema della giustizia; le nuove tecnologie; l’opinione sui temi etici; il rapporto con il mondo animale e numerosi altri contenuti di stretta attualità.

Nelle considerazioni generali che aprono il Rapporto il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha voluto sottolineare: «Mai avremmo pensato di dover presentare il Rapporto Italia in una situazione segnata dal sommarsi della emergenza della pandemia del Covid, una tragedia che continua a mietere centinaia di vittime ogni giorno, con l’emergenza della guerra che si è aperta inaspettatamente nel nostro continente. Come comunità italiana dobbiamo oggi riflettere anche per prendere coscienza dei limiti dei nostri sistemi conoscitivi. Un dato è certo: le due emergenze si sono rivelate al mondo come fatti sorprendenti, inattesi, imprevedibili. Questo è il punto su cui riflettere, pensando a quanto sia controproducente e lontana da ogni riferimento etico la posizione di chi ha giustificato i propri evidenti limiti di analisi, conoscenza e previsione, definendo queste emergenze semplicemente delle “sorprese strategiche maggiori”».

«Ci troviamo, dunque, – prosegue Fara – in un momento di passaggio cruciale, in uno snodo della storia carico di indeterminatezza per il futuro, e questo vale particolarmente proprio per noi, per l’Europa». E in questa direzione: «Nel discorso tenuto lo scorso 3 maggio a Strasburgo alla plenaria del Parlamento europeo, il Presidente Mario Draghi ha voluto tracciare le linee dei nuovi Stati Uniti d’Europa dando indicazioni precise per affrontare la attuale crisi che ha definito “insieme umanitaria, securitaria, energetica ed economica”. Un federalismo europeo, dunque, che impegni gli Stati membri in maniera differente rispetto al passato su alcuni temi fondamentali per la tenuta stessa dell’Unione: una Difesa unica, nuove politiche di efficientamento e approvvigionamento energetico, revisione del Patto di Stabilità e delle regole fiscali, coordinamento comune nella gestione dei flussi migratori e, infine, una nuova apertura dell’Europa per accelerare l’ingresso nell’Unione non solo dell’Ucraina, ma anche di altri paesi ad Est e per ultima, ma non ultima, la necessità di superare il meccanismo dell’unanimità nelle decisioni strategiche. Ancora più importante il ruolo di dialogo e mediazione che l’Europa deve occupare nello scenario internazionale».

«Nel passaggio storico che stiamo vivendo, conclude il Presidente dell’Eurispes, occorre operare per la costruzione di una “Buona Società”. Ciò significa, al di là di ogni possibile rigurgito o tentazione ideologica, agire per la identificazione e condivisione del punto di equilibro di una vera coesione sociale. Un nuovo patto sociale che si basi sulla affermazione o, meglio, sulla riaffermazione di quei valori umani indicati dalla Costituzione italiana sui rapporti etico-sociali; valori esplicitati come diritti e doveri alla solidarietà, come responsabilità verso se stessi e gli altri, come apertura al merito.

Questi ultimi due anni segnati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, hanno messo a dura prova il Paese ma, nello stesso tempo, hanno evidenziato la sua capacità, talora inattesa, di resistere e il valore di alcune sue componenti. E questo nonostante ci sia una politica che non rinuncia agli antichi vizi e irresponsabilmente rema contro la stabilità ricercata nell’attuale momento di crisi ed emergenza dal Governo e dal Presidente della Repubblica.

C’è evidentemente un’Italia che funziona, che è in grado di esprimere una elevata qualità di azione. Insomma, “un’Italia che c’è”, è pronta. È da qui si può ripartire».

RESTA ALTO IL CONSENSO PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, PER LE FORZE DELL’ORDINE, LE FORZE ARMATE E L’INTELLIGENCE. SCUOLA E UNIVERSITÀ SONO UN PUNTO SALDO PER GLI ITALIANI. VOLONTARIATO E PROTEZIONE CIVILE CONTINUANO A RISCUOTERE UN DIFFUSO APPREZZAMENTO. PIÙ DELLA METÀ DEGLI ITALIANI HA FIDUCIA NELLA CHIESA.

Alla domanda su come si sia modificato nell’ultimo anno il livello della fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, sia pubbliche sia private, che operano nel nostro Paese su diversi livelli, tre cittadini su dieci, il 30,3%, hanno riferito una diminuzione della propria fiducia, mentre solo uno su dieci ha indicato un aumento (10,1%).

Entrando nel dettaglio delle singole Istituzioni, i risultati dell’indagine dell’Eurispes hanno prodotto i seguenti risultati in termini di fiducia: il Presidente Sergio Mattarella mantiene il consenso già espresso dagli italiani negli anni scorsi (55,6%); il Parlamento raccoglie poco più di un quarto dei consensi presso i cittadini (25,4%); per l’Esecutivo i fiduciosi rappresentano più di tre terzi degli italiani (35,1%); alla Magistratura si affidano circa quattro cittadini su dieci (41,3%). I sostenitori dei Presidenti di Regione sono il 38,2%.

La maggioranza degli italiani esprime fiducia nei confronti dei Carabinieri (55%); positivo anche il risultato della Guardia di Finanza (59,6%). Il 60,3% dei cittadini apprezza il lavoro della Polizia di Stato.

La Scuola è al 71% dei consensi. Un risultato simile a quello dell’Università (75,1%). La Protezione civile raggiunge un gradimento del 79%. Buono anche il sentimento che lega i cittadini alla Chiesa (54,4%). Le altre confessioni religiose, differenti dunque da quella cattolica, raccolgono invece il 40% del numero dei fiduciosi. Molto apprezzate anche le Associazioni di volontariato (70,7%). Il gradimento nei confronti dei Sindacati arriva al 45,2%, mentre i partiti sono al 29,1% e la Pubblica amministrazione al 39,7%.

IL 59,1% DEGLI ITALIANI RITIENE IMPORTANTI IL GIUDIZIO E LA FIDUCIA CHE L’UNIONE EUROPEA RIPONE NEL NOSTRO PAESE. LA NOSTRA RAPPRESENTAZIONE NEL MONDO E I NOSTRI SUCCESSI NELLA CULTURA, NELLA MUSICA, NELLO SPORT, NEL CINEMA E NELLA CUCINA CI INORGOGLISCONO E CI UNISCONO COME ITALIANI. LE PAURE DEGLI ITALIANI IN QUESTO MOMENTO SI CONCENTRANO SUL TIMORE DI UN POSSIBILE CONFLITTO MONDIALE (84,3%) E SULLA CRISI ENERGETICA (87,2%).

Secondo i dati rilevati dall’Eurispes, il 59,1% degli italiani ritiene importanti il giudizio e la fiducia che l’Unione europea ripone nel nostro Paese; di contro, il 40,9% dei cittadini non dà importanza a questo aspetto.

Fieri di essere italiani

Ai cittadini è stato chiesto in quale misura si sentano orgogliosi quando il nostro Paese ottiene riconoscimenti/successi internazionali. I riconoscimenti in àmbito culturale sono sentiti dal 79,5% degli italiani, mentre l’83,6% si sente orgoglioso dei successi nel settore musicale. I film nostrani che hanno successo a livello internazionale suscitano orgoglio nell’82,8% dei casi. Le vittorie nelle discipline olimpiche inorgogliscono l’81,9% degli italiani, mentre i successi del calcio rendono fieri il 72,2%. Una cucina esportata e copiata in tutto il mondo rappresenta un vanto per l’84,6% mentre poco meno della metà degli italiani si sente orgoglioso del nostro Paese sul fronte dei riconoscimenti internazionali in àmbito politico (47%).

Le preoccupazioni che affliggono gli italiani: al primo posto i conflitti internazionali

Guardando “fuori casa”, 1 italiano su 4 (25,8%) si dice preoccupato per i conflitti internazionali; il 19,2% è preoccupato dall’aumento dei costi di luce e gas, mentre l’insicurezza del lavoro preoccupa il 14,3%.  L’emergenza sanitaria e le preoccupazioni legate alla salute turbano ancora il 14,3% dei cittadini e il 7,4% che teme la possibilità di ammalarsi. La crisi climatica è fonte di preoccupazione nel 6,8% dei casi. La sicurezza della propria città/paese preoccupa il 3,8% e il 3,6% teme l’immigrazione.

Crisi energetica e conflitti: le eventualità che più ci fanno paura

Entrando ancora di più nel dettaglio, l’84,3% degli italiani è preoccupato dalla possibilità di un conflitto mondiale. Ma la crisi energetica preoccupa anche di più (87,3%). L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia preoccupa l’83,2% degli italiani, mentre l’atteggiamento di alcuni paesi come Cina, Brasile e India verso l’emergenza climatica è fonte di ansie per il 75,7% dei cittadini. Meno preoccupante sembra essere l’espansionismo economico della Cina, che in ogni caso suscita la preoccupazione di più della metà del campione (56,1%).

LA SITUAZIONE ECONOMICA GENERALE DEL PAESE È PEGGIORATA NEGLI ULTIMI DODICI MESI (59,1%) E CONTINUERÀ A PEGGIORARE NEL PROSSIMO ANNO (47%). LA CONDIZIONE ECONOMICA DELLE FAMIGLIE È RIMASTA STABILE NELL’ULTIMO ANNO NEL 36,5% DEI CASI, MENTRE NEL 39,4% È PEGGIORATA. IN POCHI HANNO RISCONTRATO MIGLIORAMENTI (12,3%). IL 45,3% DELLE FAMIGLIE SONO COSTRETTE AD UTILIZZARE I RISPARMI PER ARRIVARE A FINE MESE E LA CAPACITÀ DI RISPARMIARE È DIMINUITA (22,9%; -4,7%); MENTRE AUMENTA LA DIFFICOLTÀ A PAGARE LA RATA DEL MUTUO (43%; +4,8%). CIRCA UNA FAMIGLIA SU QUATTRO AFFRONTA CON FATICA LE SPESE MEDICHE (24,5%), E IL PAGAMENTO DELLE UTENZE DI GAS, LUCE, ECC. (34,4%, +7,4% SUL 2021). IL 35,7% (+7,2% RISPETTO AL 2021) HA CHIESTO UN SOSTEGNO FINANZIARIO ALLA PROPRIA FAMIGLIA OPPURE SI È RIVOLTO AD AMICI, COLLEGHI O ALTRI PARENTI (18,2%, +3,1%); HA CHIESTO UN PRESTITO BANCARIO IL 18% (+2,9%), MENTRE È MOLTO PIÙ DIFFUSO IL RICORSO ALLA RATEIZZAZIONE DEI PAGAMENTI PER EFFETTUARE ACQUISTI, UTILIZZATA DA CIRCA UN ITALIANO SU TRE (33,6%). L’11,1% DEL CAMPIONE, NON POTENDO ACCEDERE A FINANZIAMENTI BANCARI, HA RICHIESTO PRESTITI A PRIVATI (NON PARENTI O AMICI), PRATICA CHE SPESSO SI TRADUCE IN FORME DI USURA; IL 14,4% HA DOVUTO VENDERE O HA PERSO DEI BENI (CASA, ATTIVITÀ, AUTOMOBILE, ECC.) E IL 12,9% È TORNATO A VIVERE IN CASA CON LA FAMIGLIA DI ORIGINE O CON I SUOCERI (+2,9%). CHI AVREBBE AVUTO BISOGNO DI UNA/UN BADANTE PER SÉ O PER UN PROPRIO CARO, VI HA RINUNCIATO NEL 31,6% DEI CASI E SONO IL 27,5% I GENITORI CHE HANNO RINUNCIATO ALL’AIUTO DI UNA/UN BABY SITTER.  TRA QUANTI, STUDENTI E LAVORATORI, HANNO OPTATO PER IL RIENTRO NELLA PROPRIA REGIONE A CAUSA DELLA PANDEMIA, EMERGE CHE IL 28,8% SONO STATI COSTRETTI A FARLO PER MANCANZA DI LAVORO.

La situazione economica generale del Paese negli ultimi dodici mesi

Nel complesso, la maggior parte dei cittadini ritiene che vi sia stato un peggioramento netto o parziale (59,1%). Il 10,3%, un cittadino su dieci, ritiene che la situazione economica dell’Italia sia migliorata (nettamente o in parte) nel corso di quest’anno. Per il 14,3% l’economia italiana nell’anno appena trascorso ha vissuto un periodo di stabilità. In molti non hanno saputo dare indicazioni in merito (16,3%).

Economia, che cosa si aspettano gli italiani nel futuro prossimo

Guardando al futuro, la convinzione è che la condizione economica generale sia destinata a subire un peggioramento (47%). Per il 24,3% stiamo per vivere un periodo di stabilità e solo per il 6,4% ci sarà un miglioramento.

L’economia familiare: tra stabilità e peggioramento

Il 36,5% dei cittadini afferma che la condizione economica propria e della sua famiglia nell’ultimo anno è rimasta sostanzialmente stabile, mentre per il 39,4% è peggiorata.

Far fronte alle spese e capacità di risparmio

Il 45,3% delle famiglie italiane è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese, dato in crescita dell’8,2% rispetto al 2021, sebbene l’anno peggiore sia stato il 2020 con il lockdown (47,7%).

Diminuiscono del 9% (rispetto al 2021) le famiglie che affrontano senza problemi tutte le spese mensili (35,3%). Anche la capacità di risparmiare è diminuita nell’ultimo anno (22,9%; -4,7%); mentre aumentano del 4,8% le famiglie che trovano difficoltà a pagare la rata del mutuo raggiungendo il livello più alto finora registrato (43%); diminuisce, seppur di poco, il numero di chi riesce con difficoltà a far fronte al canone d’affitto (-1,8%). Circa una famiglia su quattro affronta con fatica le spese mediche (24,5%), mentre sono sempre di più le persone che affermano di avere difficoltà a pagare le utenze di gas, luce, ecc.: con il 34,4% di risposte affermative si registra quest’anno la percentuale più alta della serie storica considerata, 2017-2022 (+7,4% sul 2021).

Le strategie e le rinunce per far quadrare i conti nelle difficoltà economiche

Per quanto riguarda il bisogno di liquidità, il 35,7% (+7,2% rispetto al 2021) ha chiesto un sostegno finanziario alla propria famiglia oppure si è rivolto ad amici, colleghi o altri parenti (18,2%, +3,1%); ha chiesto un prestito bancario il 18% (+2,9%) dei rispondenti, mentre è molto più diffuso il ricorso alla rateizzazione dei pagamenti per effettuare acquisti, utilizzata da circa un italiano su tre (33,6%). C’è da considerare che l’11,1%, non potendo accedere a finanziamenti bancari, ha richiesto prestiti a privati (non parenti o amici), pratica che spesso si traduce in forme di usura, il 14,4% ha dovuto vendere o ha perso dei beni (casa, attività, automobile, ecc.) e il 12,9% è tornato a vivere in casa con la famiglia di origine o con i suoceri (+2,9%).

Sul fronte dei pagamenti sono il 27,6% gli italiani che hanno pagato con forte ritardo le bollette, il 18,6% si è trovato in arretrato con la rata condominiale e il 16% ha saldato con difficoltà il conto presso commercianti/artigiani. Il 19% ha accettato di lavorare senza contratto (+3,6%) e il 22,8% ha svolto più di un lavoro contemporaneamente (+7,7%).

Negli ultimi anni stanno fiorendo, oltre al classico E-Bay, numerosi siti di aste e vendite on-line (ad esempio, Vinted o Wallapop), un modo rapido e sicuro per vendere ciò che non serve e guadagnare qualcosa: il 18,1% degli italiani nell’ultimo anno ha utilizzato queste piattaforme per mettere in vendita beni e oggetti; circa un rispondente su dieci ha invece preferito affittare abiti e/o accessori in occasione di feste e cerimonie, piuttosto che acquistarli (10,9%). Chi avrebbe avuto bisogno di una badante per sé o per un proprio caro, vi ha rinunciato nel 31,6% dei casi e sono il 27,5% i genitori che hanno rinunciato all’aiuto di una/un baby sitter.

La casa e una pensione integrativa sono gli investimenti che gli italiani farebbero in questo momento

Potendo investire, la casa rappresenta ancora un buon investimento per il 48,2% della popolazione. Al secondo posto si colloca la stipula di una pensione integrativa (40,6%), segue il deposito dei risparmi in conti bancari/postali (26,9%), mentre sono molto più tiepide le percentuali in favore degli acquisti di azioni, obbligazioni e fondi in Borsa (18,6%) e dell’acquisto di attività commerciali (16,4%).

Fuori sede per lavoro o per studio, le motivazioni del rientro nella propria regione

Tra gli studenti e lavoratori fuori sede che sono rientrati nella propria regione di origine, il 28,8% sono stati costretti a farlo per mancanza di lavoro, il 20,3% è tornato a casa per lavorare in smart-working e il 16,7% per studiare a distanza.

SOLO IL 22,8% DEGLI ITALIANI NON FA ACQUISTI ONLINE. ACQUISTANDO A DOMICILIO, L’ABITUDINE PIÙ DIFFUSA È QUELLA DI ORDINARE I PASTI A CASA (44,6%). SUL FRONTE DEGLI SPOSTAMENTI, LA BICICLETTA VIENE UTILIZZATA NEL 28,6% DEI CASI, IL MONOPATTINO ELETTRICO NEL 16% MOLTI EVITANO I MEZZI PUBBLICI (40,4%) E I VIAGGI IN TRENO E AEREO (38,8%). DIFFUSO IL RICORSO ALLE VIDEOCHIAMATE CON PARENTI ED AMICI (60,8%) E L’ACQUISTO DI ABBONAMENTI A PIATTAFORME STREAMING (47,9%). QUASI IL 40% DEGLI ITALIANI AFFERMA DI AVER ACCRESCIUTO LE PROPRIE COMPETENZE INFORMATICHE DALL’INIZIO DELLA PANDEMIA E AD UTILIZZARE STRUMENTI CHE PRIMA NON USAVA (45,5%). IL TELEFONINO SI USA SEMPRE PIÙ SPESSO A LETTO, AL RISVEGLIO O PRIMA DI DORMIRE (66,1%). IN TANTI USANO IL CELLULARE MENTRE CAMMINANO (42,7%) E ANCHE (23,9%) MENTRE GUIDANO (23,9%)

La diffusione dell’e-commerce

A non fare mai acquisti online sono il 22,8% degli italiani; tutti gli altri (il 77,2% nel complesso) lo fanno: il 29,2% qualche volta, il 24,6% raramente, il 15% spesso, l’8,4% abitualmente.

Pandemia, restrizioni e nuove abitudini

Per quanto riguarda gli acquisti a domicilio, l’abitudine più diffusa è quella di ordinare la cena o altri pasti a casa (nell’ultimo anno lo ha fatto il 44,6%), seguono la spesa a domicilio (37,7%) e poi i farmaci a domicilio (23,8%). Sul fronte degli spostamenti, la bicicletta viene utilizzata nel 28,6% dei casi, il monopattino elettrico da un non trascurabile 16%, mentre il 40,4% riferisce di evitare i mezzi di trasporto pubblico ed il 38,8% i viaggi in treno e aereo. Appare molto diffuso il ricorso alle videochiamate con parenti ed amici (60,8%). Diffuso l’acquisto di abbonamenti a piattaforme streaming a pagamento (47,9%), mentre resta più di nicchia il noleggio o l’acquisto di strumenti per fitness domestico (22,9%).

La digitalizzazione della vita quotidiana

Quasi il 40% degli italiani afferma di aver accresciuto le proprie competenze informatiche dall’inizio della pandemia. Un rilevante 45,5% ha iniziato ad utilizzare strumenti che prima non usava. La maggioranza, dall’inizio della pandemia, utilizza di più Internet per ragioni pratiche (56,1%) e per svago (53,8%).

Cellulare: il primo e l’ultimo pensiero della giornata

E le questioni legate alla sicurezza. La netta maggioranza degli italiani (66,1%) usa il telefonino a letto, al risveglio o prima di dormire. Guardare lo smartphone diviene così per molti la prima e l’ultima azione della giornata. La maggioranza lo utilizza mentre guarda la televisione (54,4%) e mentre è in bagno (53,6%); la metà del campione a tavola mentre mangia da solo (50,3%) e il 26,5% anche quando è a tavola in compagnia. In molti usano lo mentre camminano (42,7%); il 37% fa “selfie” e li pubblica sui Social Network. Circa un terzo (32,2%) lo usa quando è fermo ai semafori, ma quasi un quarto (23,9%) anche mentre guida. Il 28,2% ha l’abitudine di geolocalizzarsi e pubblicarlo sui Social.

Per maggiori informazioni:

www.eurispes.it


RAPPORTO EURISPES 2022 - DOCUMENTO DI SINTESI