FABI: Banche italiane solide e meno esposte a crisi - Mercato creditizio e finanziario - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


FABI: Banche italiane solide e meno esposte a crisi

Secondo uno Studio della Federazione Autonoma Bancari Italiani gli istituti di credito registrano un indice di liquidità al 176%, un grado di qualità del patrimonio al 16,2% ed il livello di redditività che sfiora il 9%. Una situazione di tranquillità che riguarda tutto il settore bancario europeo.



LE ANALISI DELLA FABI

Banche italiane solide e meno esposte a crisi 

Per le banche italiane sono "quasi impossibili" eventuali impatti derivanti dalla crisi di Silicon Valley Bank e Credit Suisse. 
E' quanto emerge da una ricerca della Federazione autonoma bancari italiani dalla quale emerge che gli istituti di credito registrano un indice di liquidità al 176%, un grado di qualità del patrimonio al 16,2% ed il livello di redditività che sfiora il 9%. Una situazione di tranquillità che riguarda tutto il settore bancario europeo. 

Per comprendere a pieno questa solidità, è sufficiente analizzare i dati relativi a settembre 2022 e che interessano le più importanti banche dei principali Paesi europei. 

Nel Vecchio continente sono 111 gli istituti di credito significativi. 
Il totale degli attivi di questi complessivamente ammonta a ben 27.770 milioni di euro e quello dei profitti supera i 92.000 milioni. Analizzando nel dettaglio le prime quattro nazioni, l'Italia con 12 banche significative è al quarto posto per totale di attivi (2.833 milioni di euro) e per profitti (12.873 milioni di euro), con l'indice di bilancio che esprime la redditività del capitale proprio (Roe) dell'8,95%, al di sopra della media dell'Unione europea. 

È la Francia il Paese con i valori più alti: a fronte di sole 10 banche significative, ha attivi per 9.472 milioni, profitti per 25.111 milioni con un Roe del 6,21%, anche se di quasi due punti percentuali inferiore al dato dell'Italia. La Germania (21 istituti significativi), registra attivi per 5.315 milioni, profitti per 10.066 milioni, con un roe ancora più basso, al 5,19%. Prima dell'Italia, per attivi (3.875 milioni) e profitti (17.813), si colloca la Spagna. 

Il rapporto tra totale dei crediti e non performing loan delle banche italiane, secondo la ricerca della FABI, si attesta al 2,6%. Il dato dimostra gli "effetti positivi delle politiche di de-risking, in coerenza con i principali piano industriali delle banche degli ultimi anni".  

La FABI analizza poi i ricavi delle 111 banche europee analizzate che complessivamente sono composti da interessi netti per 206.908 milioni di euro, da commissioni per 119.992 milioni e da proventi operativi per 376.071 milioni. 

Le 12 banche italiane analizzate si attestano rispettivamente a 24.189 milioni di interessi netti, 19.462 milioni di commissioni e 50.065 milioni di proventi operativi, con un rapporto interessi/ricavi al 48,32% e commissioni/ricavi al 38,87%. In linea con i dati degli attivi e dei profitti, anche in questo caso l'Italia è quarta nell'area euro, dietro a Francia, Spagna e Germania.

"I nostri dati sulle banche italiane sono una buona notizia per tutti noi, per il Paese e per i risparmiatori. La solidità del settore bancario, che ha liquidità in abbondanza e patrimoni tra i migliori in Europa, deve dare tranquillità ai risparmiatori. I soldi sui conti correnti non corrono rischi, in Italia non sono possibili situazioni come quelle della banca americana o della banca svizzera. Questo non vuol dire dimenticarsi di essere attenti e di fare scelte consapevoli, chiedendo sempre consigli in banca: la prudenza è d'obbligo quando si parla di un bene così prezioso come i nostri risparmi". 
Così ha dichiarato il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, intervistato dal Tg3 Piazza Affari.

Per maggiori informazioni:
www.fabi.it



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