Chat GPT e le intelligenze artificiali - Information and Communication Technology - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Chat GPT e le intelligenze artificiali

Da Plus Magazine - supplemento de "La Voce dei Bancari", edizione Nazionale - Giugno 2023. TecnoFuturo.  L'intelligenza artificiale è destinata a trasformare in modo irreversibile il mondo del lavoro. Intervista a Cosimo Accoto, Tech Reasearch Fellow al MIT di Boston.




Chat GPT e le intelligenze artificiali
Intervista a Cosimo Accoto, Tech Research Affiliate&Fellow al MIT di Boston

di Pietro Gentile

Chat GPT e l’Intelligenza Artificiale fanno da qualche mese parte dei discorsi di tutti noi. Con l’intervento da parte del Garante della Privacy, la notizia ha addirittura fatto il giro del mondo. Dopo aver introdotto l’argomento nell’ultima intervista di TecnoFuturo, ora abbiamo l’onore di poter parlare con Cosimo Accoto, Filosofo, Tech Research Affiliate e Fellow al MIT di Boston (USA). Accoto è autore di una trilogia sull’A.I.: 
Il mondo in sintesi (2022), Il mondo ex machina (2019), Il mondo dato (2017). È ospite di programmi televisivi (Codice, Rai1) e radiofonici (Smart City, Radio24) dedicati all’innovazione culturale e tecnologica.


L’INTERVISTA

Fermate l’AI: nel giro di pochi giorni ad inizio aprile l’inarrestabile progresso di Chat GPT trova prima una serie di firmatari tra cui Elon Musk per una “moratoria” della sperimentazione di massa e poi la mossa  Garante Privacy italiano che chiede maggiori garanzie. E’ paura o saggezza? Stiamo andando troppo velocemente? 
Elon Musk ha appena fondato una nuova società centrata sull’AI (XAI). Nei fatti non si sta fermando, direi. Il Garante e OpenAI, dopo il provvedimento e la chiusura, si sono incontrati e stanno lavorando perché il servizio possa riprendere a funzionare regolarmente in Italia. Vedremo l’esito di questi aggiustamenti e se saranno sufficienti. Immagino si ripartirà con qualche garanzia maggiore e anche sotto la vigilanza allineata dei Garanti europei. La lettera di fermo temporaneo, peraltro debole nei suoi assunti e nelle sue intenzioni, mi sembra non aver avuto l’esito cercato. Ha tuttavia avuto il merito indubbiamente di sollevare ulteriormente la questione e il dibattito internazionale. Ci sono paure ataviche, paure motivate e paure alimentate, ma paura (o hype per converso) non sono certo i migliori compagni per accompagnarci dentro l’innovazione. Piuttosto dobbiamo studiare e comprendere al meglio le trasformazioni (anche geostrategiche) in atto, valutare il valore che immaginiamo di creare e nel caso scoprissimo che c’è, prepararci a orientare la direzione di sviluppo mitigando, come sempre abbiamo fatto, vulnerabilità e criticità emergenti. La velocità è certo un fattore che aumenta la complessità, ma è anche vero che siamo in ritardo su educazione e lavoro. È da un decennio oramai che le macchine sono divenute ultra performanti.

Le varie espressioni dell’intelligenza Artificiale dal testo alle immagini ai video hanno raggiunto ormai livelli di accuratezza impressionanti. Ne hai parlato moltissimo in testi ed articoli recentemente. Ci fai alcuni esempi? 
Ci sono tre aree ad oggi in cui si esplica la potenza dell’AI generativa (GenAI). Sono i testi, le immagini, i programmi. Vale a dire la sua capacità di creare immagini di fantasia o ultrarealistiche, quella di articolare discorsi e testi scritti e quella di scrivere codice software. L’AI non si limita più a estrarre schemi significativi dai dati con cui alimentiamo le reti neurali artificiali, ma è in grado di generare contenuti e processi nuovi assemblando e remixando sintassi linguistiche, stili grafici, stringhe di codice, ecc. L’immagine fake di Trump inseguito dalla polizia, la scrittura artificiale di articoli giornalistici, la produzione automatica di un sito a partire dalla sua immagine. E tutti i vari incroci possibili tra questi: partire da un testo per creare un video, usare un’immagine per ispirare un racconto o una composizione musicale e così via. E poi tutto questo in modalità sempre più automatizzata e con grado crescente di autonomia. Sempre più anzi vedremo agenti e assistenti artificiali che si muoveranno in autonomia per cercare le risorse e gli strumenti necessari al completamento di task qualora non li abbiamo già in dotazione connettendosi ad altre fonti e piattaforme. Capire come introdurre al meglio dentro i processi lavorativi di vario tipo questi nuovi strumenti (e più in generale dentro la società) sarà la vera sfida del futuro. In tutti i campi, non solo nell’intrattenimento. 

Etica e intelligenza artificiale: a che punto siamo con i famosi dilemmi etici ad esempio dell’auto a guida autonoma che deve decide chi salvare in caso di incidente? 
Dai tempi di ‘Moral Machine’, l’applicazione del MIT Media Lab che metteva in gioco e in test le questioni etiche connesse alla guida autonoma, sono passati quasi 7 anni. Era il giugno 2016 quando fu lanciato il sito che riproponeva, in forme nuove, il dilemma del carrello ferroviario omicida, un esperimento mentale di filosofia e decisione morale in situazioni critiche (vita/morte). Oggi, abbiamo capito che questi dilemmi morali soffrono probabilmente dell’eccesso di speculatività e astrattezza tipiche della filosofia. I progettisti di auto a guida autonoma sono più concentrati, invece, sulla creazione di sistemi, misure e processi di sicurezza che tengano conto delle condizioni di guida e delle condizioni di traffico (e delle prescrizioni e dei patti sociali che già regolano la mobilità). Sono focalizzati a implementare tutte le soluzioni ingegneristiche per evitare le collisioni attraverso sensori di alta precisione che migliorano di molto la capacità di leggere la situazione di mobilità e traffico e di agire anche preventivamente di conseguenza. E teniamo conto che l’intelligenza artificiale è una tecnologia della predizione e che noi andiamo verso una società oracolare (e non più archivistica). Pertanto, un po' alla Minority Report, dovrebbero poter intervenire per evitare l’incidente e le collisioni potenziali in arrivo e quindi senza essere costretti a dover decidere chi sacrificare.

Nel mese di Gennaio sei stato a Davos al WEF. I grandi del mondo che hai incontrato hanno compreso appieno le potenzialità ed i rischi del nuovo mondo in cui stiamo siamo approdati? Chi possiede l’AI governerà il mondo? O andiamo verso uno scenario alla Matrix in cui sarà l’AI a comandare? 
A Davos, l’eccitazione per gli sviluppi dell’intelligenza artificiale già a gennaio era palpabile. Naturalmente anche con qualche apprensione. E tieni conto che non era ancora esploso a pieno il momentum di ChatGPT e simili. All’MIT questa primavera l’entusiasmo degli studenti e delle studentesse era ai suoi massimi livelli. Posso testimoniare personalmente le loro lunghe file per entrare agli eventi e convegni ad ascoltare i guru dell’AI delle Big Tech raccontare le nuove meraviglie dei linguaggi sintetici (sul tema ho pubblicato un lungo articolo su Harvard Business Review, marzo 2023) e, più in generale, dell’AI generativa. Ora, lasciando da parte l’immaginario cinematografico e guardando a quello che accade nei laboratori, direi che passo dopo passo quello che chiamiamo intelligenza artificiale sta guadagnando terreno. Semplificando, nell’ultimo decennio (2013-2023) le macchine hanno eguagliato e superato le abilità umane in dimensioni chiave come il riconoscimento immagini e testi e la comprensione del linguaggio naturale. Naturalmente possiamo criticare questi benchmark o evidenziare i limiti ancora esistenti o i bias e molto altro, ma è indubbio che lo sviluppo di queste capacità scardina e scardinerà equilibri consolidati in molti ambiti. Dall’economia alla politica planetaria. Prima lo capiamo (e, di nuovo, siamo in ritardo), meglio sarà per noi.  
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GIUGNO 2023