FABI: evoluzione del sistema bancario italiano - Mercato creditizio e finanziario - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


FABI: evoluzione del sistema bancario italiano

La Federazione Autonoma Bancari Italiani analizza l'evoluzione del sistema bancario italiano negli ultimi anni, con la diminuzione degli sportelli e dei dipendenti e la conseguente crescita dei servizi online.



LE ANALISI DELLA FABI
EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO - ULTIMI DIECI ANNI

Negli ultimi 10 anni, sono profondamente cambiati la natura, l’assetto e gli equilibri politici del settore bancario: da  presidio del territorio con attenzione verso l’economia reale, le imprese e le famiglie, le filiali delle banche si sono trasformate, oggi, in negozi finanziari. 
Questa trasformazione è “scritta” chiaramente nei bilanci: negli ultimi 5 anni  il totale dei ricavi del settore è stato pari a 413 miliardi di euro: di questi, più della metà (50,5%) cioè 209 miliardi  corrisponde alle commissioni; mentre 204 miliardi (49,5%) arrivano dal margine d’interesse, cioè dai prestiti. 
Nel  2022, i prestiti sono tornati a essere la fonte maggiore di ricavi, grazie al velocissimo aumento del costo del denaro  deciso dalla Bce, ma la tendenza è quella tracciata complessivamente nell’ultimo quinquennio: più commissioni,  meno credito.
 
RICAVI IN AUMENTO NEGLI ULTIMI 10 ANNI

Secondo i dati più aggiornati, che si riferiscono agli anni dei  precedenti rinnovi contrattuali e al 2022, i ricavi e gli utili delle banche sono costantemente aumentati. I ricavi sono  stati pari a 74 miliardi nel 2012, 78 miliardi nel 2015, 82 miliardi nel 2019, 88 miliardi nel 2022; in 10 anni +18%.
Quanto  agli utili, dopo la perdita complessiva di 2,5 miliardi nel 2012, si sono attestati a 3,7 miliardi nel 2015, 15,7 miliardi nel  2019, 25 miliardi nel 2022; in 10 anni +1.000%. Rispetto alla crescita degli utili i costi del personale sono cresciuti  molto meno: in 10 anni solo +17%. Anche il cost-income, cioè il rapporto tra costi e “fatturato”, è progressivamente  migliorato negli ultimi anni: era al 66,4% nel 2015 e al 65,5% nel 2019, oggi è al 63,1% tra i migliori dati a livello  europeo. 

CALANO DIPENDENTI E FILIALI, SALGONO I COSTI OPERATIVI. 
SPAZIO LASCIATO A BANCOPOSTA

In 10  anni, i dipendenti bancari sono diminuiti (-14,7%) e anche le filiali (-36,2%), ma i costi operativi sono cresciuti quasi  del 20%: i risparmi sul personale e i tagli alla rete sono stati destinati a coprire consulenze, spese legali e altri costi. 
«Tagliare i costi, compresi quelli del personale, non è più una necessità per il settore. L’aumento del costo medio del  lavoro (30 mila euro in 10 ani) si giustifica con stipendi sempre più alti per alcune categorie di dipendenti e non per  tutte. 
Nel 2012 le banche avevano 309mila dipendenti e 32.000 filiali in tutta Italia. 
Dopo 10 anni, i dipendenti delle  banche sono scesi a 264mila (meno 15%) e le filiali bancarie sotto quota 21mila (meno 36%). BancoPosta, nello  stesso periodo, ha lasciato di fatto intatta la sua presenza territoriale: le filiali erano 13.000 e oggi sono 12.500 (meno  5%). 
Lo spazio lasciato a BancoPosta è voluto, non casuale: le banche preferiscono concentrarsi su attività che  garantiscono maggiori ricavi (la vendita di prodotti finanziari e assicurativi) lasciando a Poste attività più costose e  meno redditizi.
Allo stesso tempo BancoPosta diventa un canale distributivo alternativo per alcuni grandi gruppi  bancari che vendono i loro prodotti di credito anche ai clienti di Poste. 

Per maggiori informazioni:
www.fabi.it

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