Rapporto Competenze Digitali: talenti cercasi - Information and Communication Technology - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Rapporto Competenze Digitali: talenti cercasi

Presentato da Anitech-Assinform l'annuale rapporto sull'evoluzione dell'ICT in Italia. Ogni cinque annunci di lavoro online, solo un nuovo professionista pronto a rispondere. Nel 2022 circa 219mila annunci pubblicati online per reclutare professionisti ICT, ma università, ITS e 
 Superiori preparano solo 44.000 professionisti all’anno.


OSSERVATORIO SULLE COMPETENZE DIGITALI

La domanda di professionisti con competenze ICT è cresciuta negli ultimi anni, ma il sistema formativo continua a non essere in grado di rispondere con adeguata reattività alle richieste delle imprese. Il mismatch - ormai insostenibile - che si è creato tra la domanda per queste competenze e la loro disponibilità nel mercato del lavoro italiano richiede l’adozione di politiche pubbliche tempestive da parte dei policy-maker. 

È questo il tema al centro dell’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023, realizzato dalle maggiori Associazioni ICT in Italia: AICA, Anitec-Assinform e Assintel, in collaborazione con Talents Venture. Il rapporto è stato presentato il 12 dicembre 2023 alla presenza di rappresentanti del mondo dell’impresa, dell’Accademia e delle Istituzioni.

In Italia gli annunci di lavoro pubblicati sul web per reclutare professionisti ICT sono aumentati dalle 25mila unità di inizio 2019 alle 54mila di febbraio 2023 (+116%). Al centro delle richieste delle imprese sviluppatori software ed esperti dell’ingegneria delle reti e dei sistemi. 

Università, ITS Academy e scuole superiori non riescono a rispondere tempestivamente: nel 2022, per circa 219.000 annunci pubblicati online, solo 44.000 neolaureati o diplomati ICT erano entrati nel mercato del lavoro. 

In particolare:

nelle università si assiste a una crescita dei corsi ICT ancora contenuta (questi corsi rappresentano il 7% dell’offerta formativa) e a forti squilibri di genere: ad oggi, su 100 laureati in sicurezza informatica, solo 6 sono donne.

Nelle ITS Academy è apprezzabile lo sforzo per aumentare l’offerta formativa in ambito ICT, ma ad oggi gli ITS attivi su questa materia sono ancora solo 19 in tutta Italia, e il numero di diplomati molto contenuto.

Nelle scuole superiori aumenta la quota di indirizzi ICT, ma il numero di diplomandi pronti a entrare nel mercato del lavoro è sostanzialmente invariato rispetto a 8 anni fa.

Occorre quindi agire su tre fronti: 
  • riformare il sistema universitario e scolastico, garantendo una formazione ICT accessibile e inclusiva; 
  • “digitalizzare” il mercato del lavoro, sia attraverso il rinnovamento degli schemi di apprendistato e dei dottorati industriali, sia promuovendo l’up-skilling e il re-skilling della forza lavoro attuale;  
  • sviluppare un "ecosistema digitale", promuovendo l’imprenditorialità ICT e la creazione di network collaborativi di filiera.

La domanda di professionisti ICT

Negli ultimi anni, la domanda di professionisti ICT esercitata dalle imprese tramite annunci Web in Europa ha registrato una crescita notevole, passando dai 453mila annunci presenti online di gennaio 2019 fino al picco di oltre 1,3 milioni registrato a febbraio 2023. 

Anche in Italia gli annunci di lavoro pubblicati hanno registrato una crescita importante, passando nello stesso periodo da circa 25mila a 54mila unità. Solo dalla primavera 2023 la domanda delle imprese per questi profili ha registrato una stabilizzazione, con tutta probabilità legata all’assestamento delle economie dopo il boom post-Covid, alle incertezze geopolitiche e agli elevati livelli inflattivi.

Protagoniste della domanda per questi profili professionali in Italia sono le grandi aziende del mondo Tech, tra cui Amazon, IBM e Accenture. Al fianco di queste, a contendersi i profili ICT presenti sul mercato, un ampio tessuto di piccole e medie imprese (delle oltre 100.000 imprese attive nei settori digital italiani, il 94% conta meno di 10 dipendenti.

Quali sono le figure professionali più domandate? 

Concentrandosi sulle 60 professioni più richieste nel mercato italiano, spiccano quelle legate allo Sviluppo Software, che rappresentano il 40% del segmento, e tra cui si annoverano figure come l’Application developer, il Front-end developer e il Java Developer. Seguono poi le figure dell’ingegneria delle reti e dei sistemi (tra cui rientrano i Cloud Architect e i Systems Engineer), che valgono il 20% del segmento.

A questi profili sono richieste prevalentemente competenze relative a linguaggi di programmazione e Cloud, ma dall’analisi dati emergono tre evidenze particolarmente interessanti:

Un mercato che va oltre le skills esclusivamente tech. Il primo posto tra le competenze richieste ai profili ICT in Italia è occupato da una skill trasversale: il Project Management. Il primato di questa competenza negli annunci di lavoro racconta una domanda di mercato da parte delle imprese che chiede ai profili ICT non solo le competenze tecniche strettamente digitali, ma anche capacità manageriali necessarie a occuparsi delle varie fasi di un progetto e capacità di inserimento con autonomia nei processi aziendali.

Un mercato in forte evoluzione. 

Analizzando le competenze crescentemente richieste dalle imprese ai profili ICT, emerge una crescita repentina della domanda di competenze in Intelligenza Artificiale Generativa. Il recente boom degli strumenti di legati a questa tecnologia, infatti, a partire da novembre 2022, ha generato un’esplosione della domanda negli Stati Uniti e nell'Unione Europea che inizia a manifestarsi, seppur con ritardo, anche nel mercato italiano Una grande “sete” da parte delle imprese per le competenze di base. Oltre le competenze avanzate richieste ai professionisti ICT, analizzando il mercato del lavoro trasversalmente emerge la forte richiesta di competenze di base da parte di imprese di ogni settore a tutti i profili professionali. Infatti, l'11% degli annunci di lavoro in Italia oggi richiede un utilizzo di base della suite Office, con particolare enfasi sulle competenze relative ai fogli di calcolo.

“Da oltre sessant’anni AICA è impegnata nello sviluppo delle competenze digitali in Italia. Oggi riteniamo cruciale promuovere la consapevolezza delle competenze possedute, o delle loro carenze, contribuendo anche attraverso un sistema di assessment ad ampia diffusione. È inoltre centrale ribadire l’importanza delle certificazioni digitali e sensibilizzare le imprese a riconoscerne il valore, elemento che ha un significativo impatto su tutto il sistema produttivo italiano. Tra due questi aspetti, è fondamentale rendere disponibile e accessibile un’offerta formativa di qualità, attraverso il potenziamento della rete di centri ICDL presenti sul territorio italiano. Siamo onorati di partecipare da anni all'Osservatorio delle Competenze Digitali, un impegno che rafforza il nostro ruolo nel monitorare e analizzare l'evoluzione delle competenze digitali a livello nazionale. I risultati rappresentano un valido strumento per la Pubblica amministrazione, gli enti locali e le imprese italiane” dichiara Antonio Piva, presidente di AICA.

Gli sforzi ancora insufficienti del sistema della formazione

Di fronte a una domanda di competenze così incalzante, è insoddisfacente la risposta del sistema formativo. Nelle Università italiane, infatti, i corsi di laurea in materie ICT sono in crescita da anni, ma rappresentano appena il 7% dell'offerta formativa complessiva. Questi pochi corsi di laurea riescono, secondo le stime presenti nel rapporto, ad immettere ogni anno nel mercato del lavoro poco più di 9.000 laureati (meno del 5% dei quasi 190mila complessivamente immessi nel mercato universitario dal sistema universitario). A un dato così insoddisfacente, si aggiunge che questi percorsi di laurea sono oggi appannaggio prevalentemente “maschile”, e assistono a drammatici squilibri di genere. Tra i laureati in materie ICT pronti a entrare nel mercato del lavoro, infatti, le donne rappresentano solo il 23% del totale. E, ad approfondire specifici segmenti formativi, i numeri diventano ulteriormente preoccupanti: nei corsi di laurea magistrale in Sicurezza Informatica (le cui competenze formate sono crescentemente richieste dal mercato del lavoro), su 100 laureati, solo 6 sono donne.

Conclusioni

Il confronto tra i dati degli annunci di lavoro pubblicati online in Italia per profili ICT (circa 219mila unità nel 2022) e il numero di professionisti formati dai diversi bacini e pronti a entrare nel mercato del lavoro (44mila unità, tra laureati in corsi strettamente ICT, diplomandi delle scuole superiori e diplomati ITS) nel 2021, consente di stimare che nel 2022 l’Italia ha registrato una carenza di circa 175mila professionisti specializzati in materie. In altre parole, per ogni 5 annunci di lavoro pubblicati sul web per profili ICT, solo uno profilo veniva inserito nel mercato del lavoro da parte del sistema formativo italiano.

 
Per maggiori informazioni:
www.assinform.it