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Rassegna Stampa Estera
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21/02/2006

Direttiva Bolkestein: il compromesso della UE

Secondo il quotidiano francese Le Monde, il Parlamento europeo si avvia ad approvare la Direttiva Bolkestein, quale risultato di un compromesso tra i vari schieramenti.



La normativa, nella sua versione iniziale, proponeva la liberalizzazione del mercato dei servizi tra i vari paesi europei facendo leva su una novità: il principio del paese di origine. In base a tale logica, si sarebbe introdotta la possibilità, per le imprese UE, di applicare la legislazione del lavoro e sindacale della nazione in cui hanno la propria sede, anziché quella del Paese in cui  operano.



Le Monde,  mercoledì 15 febbraio 2006

Il Parlamento Europeo ha compiuto un passo importante verso l'approvazione della Direttiva Bolkestein, dopo che i  due principali gruppi politici del consesso europeo sono riusciti ad appianare, martedì 14 febbraio, i principali disaccordi su questo testo. 

Con l’ultima riunione, nella sera di martedì 14, il capo del Partito Popolare Europeo (PPE), Hans-Gert Poettering, ha invitato le relative compagini "ad accettare il compromesso" conclusivo con il Partito Socialista Europeo (PSE). 

Una grande maggioranza dello PSE, è inoltre pronta a votare questa versione modificata del compromesso, come indicato da un portavoce del gruppo. 

I rappresentanti di area conservatrice dei nuovi stati membri erano fra i più reticenti all’accettare il compromesso raggiunto nell’ultima settimana dalle rappresentanze del PPE e del PSE,  considerando questo accordo troppo protezionista, in particolare a causa delle possibilità di restrizioni di accesso al mercato rese sempre possibili  in nome della  politica sociale e della tutela del consumatore. 

Il compromesso non raggiunge tuttavia l’unanimità.  Malgrado tutti i loro sforzi, socialisti e conservatori non sono riusciti a raggiungere un completo accordo sul campo di applicazione della Direttiva.  I socialisti chiedono in particolare che essa non copra i servizi economici di interesse generale (servizi pubblici in concessione a privati, quali ad esempio l’erogazione dell’acqua potabile), la destra si oppone a tale soluzione.
L’ Eurodeputato francese Jacques Toubon (UMP) prevede  voti sfavorevoli in entrambe gli schieramenti.

La Commissione Europea ha annunciato martedì di essere pronta a modificare rapidamente la Direttiva nel caso in cui gli emendamenti siano adottati "con una vasta maggioranza".

Per ulteriori informazioni:

www.lemonde.fr

 


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