Centro Studi Sociali
Pietro Desiderato

Presentazione
Pietro Desiderato
Finalità
Statuto
Comitato Scientifico
Contatti

Eventi e iniziative
Corporate Social Responsability
Integrazione e diversabilità
Mercato del lavoro
Nuove tecnologie
Politica economica
Relazioni industriali
Risorse umane
Salute e sicurezza sul lavoro
Sistema creditizio e assicurativo
Sistema fiscale
Sistema previdenziale
Sistema sanitario
Volontariato e nonprofit
Welfare
Rassegna Stampa Estera
Sistema creditizio e assicurativo
08/10/2024

FABI: effetto calo dei tassi d'interesse BCE

Nella riunione BCE del 6 giugno è stata avviata l’auspicata riduzione del costo del denaro sceso al 4,25% e portato ancora più in basso, il 12 settembre, al 4%. Secondo uno studio della Federazione Autonoma Bancari Italiani, l’impatto sui mutui e sui nuovi prestiti, nei mesi scorsi, è stato rilevante.



LE ANALISI DELLA FABI

LE BANCHE RIDURRANNO GLI INTERESSI DOPO I TAGLI BCE
TASSI AL 3,2%: RISPARMI 70MILA EURO SU UN MUTUO DA 200MILA EURO DI 25 ANNI

Quanti sono i mutui erogati dalle banche italiane? 
E a quanto ammonta il credito al consumo? Quante sono le famiglie indebitate? 
E come sono cambiate le rate dei vari tipi di finanziamento alla luce dell’aumento del costo del denaro dalla Banca centrale europea, con 10 rialzi in 14 mesi? 
Cosa sta accadendo, ora, con i tagli della Bce? 

Il 14 settembre 2023 è stato deliberato l’ultimo aumento del costo dl denaro, pari a un quarto di punto percentuale, portando il tasso base dal 4,25% al 4,5%. Dopo 10 rialzi consecutivi, nelle successive riunioni di fine 2023 e di inizio 2024, la Bce ha lasciato i tassi fermi, ma nella riunione del 6 giugno è stata avviata l’auspicata riduzione il costo del denaro è sceso al 4,25% portato ancora più in basso, il 12 settembre, al 4% tondo. 

L’impatto sui mutui, nei mesi scorsi, è stato assai rilevante. Ecco alcuni dati e previsioni su come è mutato il credito alle famiglie del nostro Paese, come sono già cambiati e come potrebbero evolvere i tassi d’interesse praticati dalle banche alle famiglie.

Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel corso del 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono assai aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5%. Da alcuni mesi, tuttavia, le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi e la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Di qui, vantaggi giù significativi per le famiglie, sia per comprare casa sia per comprare automobili o elettrodomestici. I tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,44%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora al 3,20%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di oltre 70.000 euro (-19,3%). I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,58%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,25%: vuol dire che un’automobile da 25.000 euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11.000 euro in meno (-23%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 161 euro (-14,6%).

Per quanto riguarda i mutui erogati lo scorso anno, le rate di quelli a tasso fisso erano di fatto raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile è salito del 60-70% o anche oltre. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subìto aumenti fino al 78% e adesso potrebbero imboccare un percorso per una progressiva riduzione. Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile e costoso per i mutui, il peggiore dal 2009. Cosa attendersi adesso?

I PRESTITI DELLE BANCHE ALLE FAMIGLIE

Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine luglio 2024, a 423,4 miliardi di euro, in crescita di circa 33 miliardi rispetto a fine 2020 (+9%), ma in calo di 3 miliardi rispetto a fine 2022 (-1%). Sul totale di 423,4 miliardi erogati, circa un terzo, cioè 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso
Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su complessivi 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali.
Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 243 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in leggero calo con i valori di fine 2020 e in progressivo rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse registrato a partire da luglio 2022.

L’AUMENTO DEI TASSI BCE E LE RATE DEI MUTUI

Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021 / inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso.
Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute fino al 78% in più: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 890 euro ovvero 390 euro in più; è molto probabile che, alla luce della decisione del 6 giugno, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa.

A partire da luglio 2022, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% nel 2023 con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate. Negli ultimi mesi, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie con il tasso medio fisso che è sceso al 3,44% a luglio scorso, che adesso potrebbe scendere al 3,20%. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile con la media stabile attorno al 4%.

Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro.
 

Per maggiori informazioni:

STUDIO FABI - EFFETTO DELLA RIDUZIONE TASSI BCE

Versione per stampa
CERCA NEL SITO
© 2004 Centro Studi Sociali Pietro Desiderato
Powered by Time&Mind