Pochi stranieri nelle banche italiane - Mercato creditizio e finanziario - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Pochi stranieri nelle banche italiane

Secondo l'OCSE, è ancora limitata la presenza dei gruppi bancari esteri all'interno del mercato creditizio nazionale.

 


L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel suo ultimo rapporto sull'incidenza delle banche estere nei singoli mercati nazionali, ha evidenziato come l'Italia sia ancora oggi una delle realtà più chiuse.

Nel sistema internazionale sono pochi i Paesi in cui le banche straniere influenzano pesantemente il sistema bancario e finanziario interno. Secondo lo studio dell’OCSE in Messico e Repubblica Ceca più del 60% del mercato finanziario interno è controllato da entità straniere. Anche in Ungheria e Nuova Zelanda la presenza degli “stranieri” è molto elevata.

Differente è la situazione di mercati maggiormente consolidati e con realtà storiche ben radicate sul territorio. Nei paesi dell’Europa comunitaria ed in Giappone, nonostante i ripetuti tentativi di internazionalizzazione, le realtà bancarie nazionali mantengono saldamente il controllo interno, con una presenza delle banche estere che non supera  10% del mercato totale.

L'Italia con Francia e Germania, eccelle in questa speciale classifica. La nostra Penisola e' infatti al 21esimo posto su 30 Paesi per i crediti locali concessi da banche estere in valuta locale, che risultano pari al 5% circa degli impieghi totali delle banche commerciali. D'altro canto la regolamentazione per entrare nel settore bancario in Italia e' rigida per gli operatori locali (all'ottavo posto su 30) ancor piu' che per gli esteri (11esima).

La chiusura dei mercati porta a conseguenze ovvie, quali la minore competitività ed il relativo maggiore costo nell'offerta dei servizi, rispetto alle nazioni più aperte al mercato.

Per maggiori informazioni

www.oecd.org