L'impresa irresponsabile - in Libreria - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


L'impresa irresponsabile

di Luciano Gallino
Einaudi - maggio 2005
pp. 374 - Euro 15,00



Il tema della Corporate Social Responsability diviene sempre più attuale nel nostro continente in un momento in cui la Globalizzazione mette in discussione la produzione locale di beni e servizi (perlomeno oggi per il segmento a larga diffusione e bassa qualità) generata dagli stati occidentali, sempre più minata dal dumping sociale e commerciale di nazioni emergenti.

La grande discriminante, nel futuro, sarà proprio quella di indentificare l'azienda quale elemento inserito in un tessuto sociale ed ambientale dove lo sviluppo deve armonizzarsi e procedere a pari passo con un utilizzo sostenibile delle risorse disponibili.


Si definisce irresponsabile un'impresa che al di là degli elementari obblighi di legge suppone di non dover rispondere ad alcuna autorità pubblica e privata, né all'opinione pubblica, in merito alle conseguenze in campo economico, sociale e ambientale delle sue attività.

Condizioni di lavoro, prezzi, trasporti e media, ambiente, tempo libero, alimentazione, forme di risparmio e rischi connessi, organizzazione della famiglia, la possibilità stessa di progettarsi un'esistenza. Piaccia o no dipendono tutte da decisioni che provengono, piú che dal governo della nazione, dal governo delle imprese. Tuttavia queste ultime non paiono tener sempre conto delle conseguenze sulle nostre vite delle loro attività.

Da tempo si insiste, su scala internazionale, affinché le imprese agiscano in modo socialmente piú responsabile su base volontaria. Ma teoria e pratica della "responsabilità sociale dell'impresa" diverranno comuni soltanto quando un'apposita riforma del governo dell'impresa le inserirà tra i suoi principi costitutivi.



Luciano Gallino, professore emerito presso l'Università di Torino, è uno dei più autorevoli sociologi italiani.
Tra le precedenti pubblicazioni di successo segnaliamo "Informatica e qualità del lavoro" e "La scomparsa dell'Italia industriale".