Centro Studi Sociali
Pietro Desiderato

Presentazione
Pietro Desiderato
Finalità
Statuto
Comitato Scientifico
Contatti

Eventi e iniziative
Corporate Social Responsability
Integrazione e diversabilità
Mercato del lavoro
Nuove tecnologie
Politica economica
Relazioni industriali
Risorse umane
Salute e sicurezza sul lavoro
Sistema creditizio e assicurativo
Sistema fiscale
Sistema previdenziale
Sistema sanitario
Volontariato e nonprofit
Welfare
Rassegna Stampa Estera
Sistema creditizio e assicurativo
16/03/2005

Indagine Mediobanca - banche internazionali

Dati complessivi delle principali banche internazionali
Elaborazione CSSPD sulla base dello studio di Mediobanca R&S – Edizione 2003

Lo studio che riassumiamo, edito alla fine del 2003 da R&S Mediobanca, riguarda i principali gruppi bancari internazionali.

Per l’esattezza si tratta di 74 gruppi, di cui 38 con sede in Europa, 20 negli Stati Uniti e 16 in Giappone.
Vi figurano anche i primi tre gruppi bancari italiani e precisamente Banca Intesa, Unicredito Italiano  e SanpaoloImi.

L’anno dello studio è il 2002 ma per un certo numero di gruppi si hanno anche dati riferibili al primo semestre del 2003.

Dalle analisi effettuate emergono numerosi elementi interessanti che qui sintetizziamo:

· Le grandi banche europee sono più internazionalizzate di quelle americane e giapponesi che si rivelano  pressoché esclusivamente concentrate sulle attività domestiche
· Tutte le banche considerate hanno registrato negli ultimi anni importanti tassi di crescita soprattutto attraverso fusioni ed acquisizioni
· Tra il 1998 e il 2002 i tassi di crescita hanno raggiunto circa il 40% in Europa e Stati Uniti, mentre sono stati solo del 6% in Giappone
· La dimensione media delle grandi banche europee è superiore a quella delle banche americane e giapponesi, tra cui si annoverano però le banche più grandi in assoluto
· Le prime tre banche giapponesi e statunitensi hanno oltre il 50% di quota di mercato nelle rispettive aree, mentre le prime tre banche europee non raggiungono  neppure il 15%
· Le mega fusioni che hanno caratterizzato tutte e tre le aree considerate sono stati effettuati in gran parte attraverso scambi azionari
· Grazie alle fusioni e alle acquisizioni il numero degli occupati nelle banche considerate nel periodo 1998-2002 è cresciuto di circa 400.000 unità, passando da 3,1 a 3,5 milioni di addetti
· Per quanto riguarda i gruppi bancari europei circa le metà dell’incremento del numero di occupati riguarda acquisizioni di banche con sede in paesi diversi da quello della capogruppo
· Il risultato netto delle banche considerate, che era pari al 20% del totale dei ricavi nel 1999 è sceso al 9,2% nel 2002. Nello stesso periodo il ROE è sceso da oltre il 14% al 6,6% e il ROA dallo 0,6 allo 0,3%.

Il netto peggioramento della redditività è dovuto ad un complesso di cause tra cui spiccano:

· La riduzione dei ricavi da commissioni connesso con la crisi e la successiva stagnazione dei mercati mobiliari
· La conseguente necessità di forti svalutazioni di attività finanziarie connesse al già citato andamento dei mercati mobiliari
· La crisi di alcuni grandi emittenti pubblici e privati
· Il peggioramento della qualità del portafoglio crediti dovuto sia a tale crisi che alle diffuse difficoltà delle imprese in una fase congiunturale internazionale piuttosto pesante.

A spiegare questo fenomeno non sono inoltre estranei i numerosi e massicci processi di acquisizione e di fusione che in molti casi non hanno ancora prodotto i benefici economici che   erano previsti nei loro piani industriali.


Versione per stampa
CERCA NEL SITO
© 2004 Centro Studi Sociali Pietro Desiderato
Powered by Time&Mind