Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali - Contrattazione collettiva - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali

L'ISTAT ha pubblicato il 29 aprile il periodico resoconto sull'andamento delle retribuzioni contrattuali, lo stato di rinnovo dei contratti collettivi e conflitti di lavoro.
 
 

Nell’ambito del sistema di informazioni di carattere congiunturale sul mercato del lavoro, l’Istat produce indicatori mensili sulle “retribuzioni contrattuali”, determinate sulla base delle misure tabellari previste negli accordi collettivi nazionali di lavoro.

 
Tali indicatori fanno riferimento ad un concetto di “prezzo” della prestazione di lavoro alle dipendenze, diverso da quello relativo alle retribuzioni complessive o di fatto rilevate presso le imprese, in quanto riferito ad un collettivo di lavoratori costante e caratterizzato da una composizione fissa per qualifica e per livello di inquadramento contrattuale.
 
Ne deriva che gli indici delle retribuzioni contrattuali, al contrario di quelli delle retribuzioni di fatto, non sono influenzati da variazioni nella composizione degli occupati, da specificità aziendali, dalla quantità di ore effettivamente lavorate e dalla corresponsione di specifiche voci retributive di carattere non continuativo(arretrati, una tantum, ecc.).
 
Alla fine di marzo 2008 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore relativamente alla sola parte economica, riguardano il 45,9 per cento degli occupati dipendenti rilevati in occasione del ribasamento degli indici (dicembre 2000=100); ad essi corrisponde una quota del 44,9 per cento del monte retributivo osservato.
 
Nel mese di marzo 2008 l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie, con base dicembre 2000=100, è risultato pari a 121,5, con una variazione nulla rispetto al mese precedente e con un incremento del 2,8 per cento rispetto a marzo 2007.

L’aumento registrato nel periodo gennaio-marzo 2008, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, è del 2,6 per cento.
 
La quota di contratti nazionali vigenti sottende situazioni molto differenziate a ivello settoriale La copertura è totale nel settore credito e assicurazioni e molto elevata nell’agricoltura (94,9 per cento) e industria in senso stretto (84,0 per cento).
Un grado di copertura inferiore caratterizza i settori trasporti, comunicazioni e attività connesse (62,5 per cento) e, soprattutto, commercio, pubblici esercizi e alberghi (22,8 per cento) e servizi privati alle imprese e alle famiglie (21,6 per cento). Infine, sia nel settore dell’edilizia, sia in quello della pubblica amministrazione, tutti i contratti osservati dall’indagine sono attualmente in attesa di rinnovo e pertanto la copertura risulta nulla.
 
In allegato il Rapporto ISTAT sull'andamento delle retribuzioni contrattuali, lo stato di rinnovo dei contratti collettivi e conflitti di lavoro.
 

RI_080508_lavoro_in_italia_istat.pdf