Rapporto Assinform 2009: a rischio 20.000 posti di lavoro - Information and Communication Technology - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Rapporto Assinform 2009: a rischio 20.000 posti di lavoro

Secondo l'anticipazione del Rapporto Assinform 2009 presentato a Milano, nel settore ICT e delle tecnologie avanzate sono a rischio 20.000 posti di lavoro entro la fine dell'anno. Un quinto degli investimenti nel settore provengono dal comparto bancario.
 
 
 
 
A rischio 20.000 POSTI di LAVORO
 
L'anticipazione del Rapporto Assinform sui primi sei mesi del 2009 vede un
crollo della domanda per tutti i comparti con un complessivo -9%

Angelucci, presidente di Assinform, chiede interventi urgenti: “finanziare le imprese che investono in IT, accelerare sulla spesa pubblica già stanziata; migliorare l’uso delle risorse disponibili per la formazione; incentivare la rottamazione del software; avviare il progetto Industria 2015 per l’IT ”.

Milano - “La crisi che ha investito l’economia alla fine del 2007, si sta ormai rovesciando sull’Information Technology italiana in termini molto più pesanti e veloci del previsto. In sei mesi la domanda di tecnologie informatiche  è diminuita del 9%, un risultato che rappresenta la peggiore performance semestrale dal 1991 a oggi".
 
L’arretramento riguarda tutti i comparti dall’hardware, al software ai servizi e tutti gli utilizzatori, dalle imprese, alla Pa, alle famiglie. Le stime Assinform sull’occupazione indicano che, con questo trend, a fine anno saranno 20.000 i posti di lavoro persi
 
"Il quadro è allarmante: fotografa un Paese che sembra stia decisamente rinunciando a investire in innovazione e, di fronte alla crisi, si difende ripiegando su stesso. Ma così facendo stiamo anche allontanando i tempi della ripresa e restringendo il ventaglio delle possibilità di crescita della nostra economia.”   Non ha usato mezzi termini il presidente di Assinform Paolo Angelucci nel presentare oggi a Milano i risultati registrati dal mercato italiano dell’Information Technology nel 1° semestre 2009, confermati anche dall’Indagine Congiunturale Assinform sulle imprese associate.
 
D’altro canto i dati parlano chiaro e dimostrano come i settori dell’innovazione tecnologica siano  ormai entrati in piena crisi. Nel suo complesso il mercato dell’ICT (Informatica + Telecomunicazioni) , attestato a 30.347 milioni di euro, nel primo semestre 2009 ha subito un calo del -4,5%, assai più pronunciato di quello registrato nel primo semestre del 2008, quando, dopo anni di crescita, si era contratto del -0,6%.
 

La conferma arriva anche dall’indagine congiuntale Assinform, che mette a confronto le risposte di un campione di aziende It a febbraio e luglio. Rispetto a febbraio il peggioramento del fatturato a luglio riguardava il 53,5% del campione (a febbraio il 44,4%), quello degli ordinativi il 54% (a febbraio era il 44,4%). Quanto all’occupazione la crisi sta colpendo soprattutto il segmento dei consulenti esterni, che è in peggioramento per più del 64% del campione (a febbraio interessava il 55,5%).

“Per limitare i danni, soprattutto all’ occupazione, che in questo momento è la priorità assoluta, Assinform propone sei linee di intervento – ha affermato il presidente di Assinform -  Innanzitutto riteniamo essenziale il ruolo delle banche, alle quali chiediamo di rafforzare il credito all’innovazione. Occorre, infatti, sostenere da una parte le aziende IT che si impegnano a mantenere la propria occupazione, dall’altra le aziende industriali e dei servizi che intendono investire in IT. 
 
Dalla nostra indagine congiunturale è emerso che è aumentato del 25% il nucleo di aziende  che hanno previsto nei loro budget lo sviluppo di nuovi progetti IT. Queste imprese non vanno lasciate sole, perché rappresentano un motore di spinta per la ripresa. Per quanto riguarda le altre proposte, rivolte alle istituzioni, le prime due sono a costo zero per le finanze  pubbliche. Si tratta da una parte di imprimere una forte accelerazione della spesa pubblica già stanziata dalle amministrazioni, sia sotto forma di progetti, che appalti e gare; dall’altra di puntare a un miglior utilizzo delle risorse già disponibili per la formazione, rivedendo e semplificando le regole con particolare riguardo alla formazione degli inoccupati. Questi interventi consentirebbero alle imprese IT di far fronte alla loro più grave preoccupazione: conservare il proprio capitale umano, che rappresenta il maggior patrimonio del settore e la cui preparazione richiede notevole impegno di tempo e costi. Le altre due proposte sono a bassa intensità di spesa. L’una riguarda la messa in campo di incentivi per le imprese dedicati alla rottamazione dei vecchi software. L’obiettivo è sia stimolare la domanda di innovazione, che promuovere l’ammodernamento dei processi di gestione delle nostre imprese, in particolare delle Pmi, con conseguente crescita della loro competitività. Con l’ultima proposta, ma non meno importante, Assinform chiede al Governo che si proceda al finanziamento, come già annunciato dal Ministro dell’Industria, del progetto IT di Industria 2015, destinato a  migliorare la qualità e competitività dello stesso made in Italy tecnologico”.

“Dobbiamo essere consapevoli – ha concluso  Angelucci - che dietro questi dati vi è la crisi di un settore come l’IT, che con le sue 97.000 imprese e 390.000 addetti, costituisce una delle più rilevanti realtà industriali del Paese e uno dei primi settori dell’Information Technology in Europa. Quarto per produzione di valore aggiunto, pari al 2,8% del Pil,  è il settore economico che, in Italia, vanta il primato di occupati laureati: pari al 30% dei suoi addetti, presentando il più elevato rapporto capitale umano per unità prodotto. Questi numeri rivelano che esiste un made in Italy tecnologico, con un rilevante peso economico e culturale nel Paese, al quale, tuttavia, non corrisponde altrettanto  peso politico. Ma l’IT che licenzia significa perdita di cervelli e di alte professionalità; il taglio di  spese e investimenti in tecnologie informatiche significa arretramento nel processo di modernizzazione, abbassamento delle capacità competitive e di reazione dell’intera economia. Perciò, considerata l’estrema pervasività delle tecnologie informatiche, l’impatto della crisi che investe l’Information Technology va valutato ben al di là dei perimetri del settore, come un impoverimento qualitativo dell’intero Paese”.

 Il mercato italiano dell’ICT in dettaglio

Il perdurare della crisi economica mondiale ha trovato evidenza in Italia anche nel primo semestre del 2009. Il secondo trimestre ha evidenziato un  modesto ricupero sul primo per i consumi (-1,8%), ma non per tutte le altre voci chiave:  PIL (-6,0%), investimenti fissi lordi (-21,1%) ed  esportazioni (-23,9%). E’ così continuata la discesa rispetto a un primo trimestre già critico, determinando una situazione difficile per la  domanda di prodotti e servizi ICT.

Il mercato dell’ICT -  Informatica (IT) e Telecomunicazioni (TLC) – si è attestato nel primo semestre 2009 a 30347 milioni di Euro, con un calo (-4,5%) assai più pronunciato di quello registrato nel primo semestre del 2008, quando, dopo anni di crescita, si era contratto del -0,6%). La frenata  rispetto al 2008, è spiegabile da un rallentamento in entrambe le componenti, ma assai più pronunciato per la componente  informatica. .

Il mercato dell'informatica  non è infatti andato oltre a 9142 milioni, ed è risultato in calo del 9%  (la peggiore performance semestrale dal 1991 ad oggi).  Hanno rallentato tutte le componenti  (hardware, software, servizi e assistenza tecnica), con una punta negativa molto pronunciata per l’hardware (-15,7%).

Il comparto delle telecomunicazioni (infrastrutture, terminali e servizi per reti fisse e mobili) è risultato  pari a 21205 milioni, in calo del 2,5% rispetto al semestre corrispondente dell’anno prima, mostrando per la prima volta pesantezza anche sul fronte dei servizi di fonia mobile (-1,2%).
 
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