Blogger iraniani manifestano online - Asia - Africa - Medio Oriente - CSSPD - Centro Studi Sociali Pietro Desiderato


Blogger iraniani manifestano online

Information & Safety Freedom riporta la notizia secondo la quale i blogger iraniani si starebbero organizzando per una manifestazione a favore delle donne. Nel contempo Twitter la famosa piattaforma di micro-blogging e social nerwork è stata vittima nella notte in Iran di un attacco hacker.
 
 
 

 
10.12.09 - I blogger iraniani si stanno organizzando e hanno intenzione di manifestare per le strade di Teheran con la testa avvolta all'interno di un velo verde, per protestare contro la legge che impone alle donne del Paese di indossare il velo. Questo obbligo è imposto dal 1979, anno della rivoluzione. L'idea del velo verde è venuta a un blogger dopo aver visto le fotografie di Majid Tavakkoli, leader studentesco arrestato il 7 dicembre scorso durante una manifestazione di protesta. Le immagini ritraggono l'uomo avvolto in un velo integrale di colore verde. Secondo gli agenti che lo hanno arrestato Tavakkoli stava tentando la fuga camuffato in quel modo. L'idea della manifestazione sembra essere piaciuta molto ai cybernavigatori iraniani che hanno aderito numerosi all'iniziativa. Anche se ancora non si conosce la data della manifestazione.
 
Per maggiori informazioni:
www.isfreedom.org
 
18.12.09 -  Per circa un'ora gli utenti iraniani che hanno provato a collegarsi al sito sono infatti stati reindirizzati ad una pagina in cui appariva una bandiera verde con una scritta araba in rosso: "Hezbollah è il vincitore". Nell'immagine un proclama in caratteri latini recitava: "Questo sito è stato hackerato dal cyber-esercito iraniano".
"Gli Stati Uniti credono di avere il controllo della Rete - continuava il messaggio -, ma non è così: la controlliamo noi".
Effettuando poi la ricerca su google con la parola chiave Twitter, durante il periodo di "blackout" del sito iraniano, apparriva la scritta in arabo: "In nome di Dio, come iraniano annuncio che questa è una reazione alla scaltra interferenza di Twitter negli affari interni del mio paese, ordinata dalle autorità statunitensi".