Presentata a Milano l’anticipazione del Rapporto Assinform 2012.
Per l'Information Technology si chiude un 2011 da dimenticare: -4,1%.
Previsto un timido segnale di inversione di tendenza per il 2012 con un - 2,3%. Continua a crescere il gap italiano nei confronti del resto del mondo dove l’IT cresce a +2,4%.
Per Paolo Angelucci, Presidente di Assinform , che ha introdotto martedì 13 marzo la conferenza Stampa di Presentazione delle anticipazioni 2012 “L’Italia è in forte ritardo sull’attuazione dell’agenda digitale. Ma ormai vi sono tutti i presupposti per farla decollare, dalla Cabina di regia del Governo, alle numerose iniziative di enti locali, all’emergere di importanti attività di economia e infrastrutturazione digitali sul territorio. Per questo occorre avere subito sul tappeto un piano operativo/esecutivo che coordini e detti regole e tempi certi entro cui procedere allo switch off digitale del Paese. E’ questa la cornice strategica che potrà offrire all’Italia nuove opportunità di crescita e di sviluppo”.
Dopo le pesanti performance negative del 2009 e del 2010 anche nel 2011 crisi e manovre restrittive hanno falcidiato il settore italiano dell’Ict oltre le più caute previsioni,
calato complessivamente del 3,6% rispetto all’anno precedente, con la più forte contrazione, pari a -4,1%, registrata dall’Information Technology.
Oltre alla restrizione della spesa pubblica in Ict che perdura da anni, sono state le imprese, che sostengono più del 90% della domanda d’informatica, a dover rivedere in modo consistente gli investimenti in innovazione It, operando tagli dell’ordine mediamente del 4,3%.
Oltre alla P.A., nell'opera di ridimensionamento degli investimenti ICT spicca il settore del Credito che ancora oggi conta per più del 20% dell'intero mercato ICT Corporate italiano.
Per il 2012 le previsioni Assinform indicano un settore Ict ancora in sofferenza, se pur in recupero con un trend intorno al -2,2%, che declinato per l’It dovrebbe segnare -2,3% e per le Tlc attestarsi a -2,1%.
Esiste la consapevolezza che queste stime potrebbero essere rapidamente riviste al rialzo, qualora il Paese riuscisse a cogliere a pieno l’opportunità di attuare l’agenda digitale come agenda per la crescita, dotandosi di un piano operativo che detti regole e tempi certi per realizzare lo switch off digitale della Pa e valorizzare, anche con adeguate politiche fiscali, quei segmenti emergenti di economia collegati all’uso del web e alla diffusione dei servizi e dei contenuti digitali, che già oggi in Italia stanno creando nuovi modelli di business, start up innovative, nuove occasioni di lavoro.
Come dimostrano i dati di confronto internazionale, peggio dell’Italia ha fatto solo la Spagna con un mercato It sceso di -5,3% a fronte di una media Ue di +0,5%, con la Francia attestata a + 0,3%, la Germania a +2,3% e l’Uk a -0,7%. “Riteniamo – ha continuato Angelucci - che questo scenario, frutto di una lettura tradizionale dell’Ict, oggi rappresenti una parte, anche se ancora largamente maggioritaria, della realtà digitale. Da questa lettura, infatti, rimangono fuori i cambiamenti che sta generando nel settore la convergenza sempre più stretta fra It e Tlc : l’economia digitale, basata sulla leggerezza dei budget e delle tecnologie propri del web e del cloud. Perciò, quest’anno il Rapporto Assinform presenta un’assoluta novità analitica, proponendo la visione del “Global Digital Market”, basata su una riclassificazione, più ampia e diversificata, del settore Ict italiano, capace di osservare e misurare le nuove componenti della domanda digitale. Da qui emerge non solo che vi sono segmenti del mercato Ict in crescita, ma anche che questa crescita è indirizzata soprattutto a cogliere le grandi opportunità del web tramite servizi offerti in modalità digitale, grazie a tecnologie di tipo smart”.
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