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Rassegna Stampa Estera
11/06/2012

Concluso con grande successo il Festival dell'Economia

Terminata a Trento la settima edizione del Festival dell'Economia. Christopher Pissarides, premio Nobel per l'Economia 2010, esperto di questioni riguardanti la disoccupazione, ha concesso al Centro Studi una intervista che sarà in linea nei prossimi giorni.
 
 
 
  
I dati conclusivi relativi al Festival dell'Economia - indicano che fra sito web e multimediale i contatti sono stati circa 400 mila il primo giorno, 700 mila nel secondo e un milione e mezzo il terzo, sabato 2 giugno.
Solo per le dirette su iphone e ipad i contatti sono stati oltre 20 mila.
 
Christopher Pissarides, premio Nobel per l'Economia 2010, docente alla London School of Economics, esperto di questioni riguardanti la disoccupazione, il rapporto fra le generazioni, le frizioni dei mercati, è stato uno dei personaggi di maggiore rilievo presenti al Frestival.
 
Introdotto da Tito Boeri, Pissarides è andato subito al nocciolo dei problemi posti dalla settima edizione del Festival: quali politiche l'Europa può adottare per mitigare l'impatto della crisi economica sulle nuove generazioni e creare nuova occupazione. Fra le politiche consigliate, quelle che puntano sulla crescita della formazione. Un buon curriculum scolastico spesso significa stipendi più alti nel corso della vita lavorativa e minore rischio disoccupazione.

"Credo che raramente un Nobel sia stato dato a uno studioso che si è occupato di problemi così vicini all'esistenza reale delle persone come Pissarides - ha detto Boeri nell'introdurre lo studioso - visto che in particolare si è occupato di quello che sembra essere un paradosso: il fatto che anche in presenza di alti tassi di disoccupazione spesso molti posti restano vacanti. E' la cosiddetta curva di Beveridge. A contare, sembrerebbe, non sono solo i numeri, i posti vacanti, ma anche la struttura dei mercati e i flussi di lavoratori, la loro mobilità.
 
Pissarides non ha mai pensato che internet avrebbe fatto sparire l'apparente contraddizione di cui sopra, mettendo in circolazione un enorme numero di informazioni e di curriculum. In realtà i comportamenti degli attori, in particolare dei datori di lavoro, sono determinati anche da altri fattori, quei fattori che Pissarides ha indagato a fondo."
 

Nella sua relazione Pissarides ha toccato tre temi fondamentalmente: le scelte dei giovani in relazione al mercato del lavoro; il confronto fra giovani e adulti rispetto alle variazioni del mercato del lavoro; le conseguenze della disoccupazione.
 
"Le scelte dei giovani in età da lavoro sono essenzialmente due: frequentare una scuola o un'università o provare a trovare un lavoro - ha spiegato - E' stato dimostrato che ad ogni avanzamento nel percorso scolastico corrisponderà poi nel corso dell'esistenza un reddito più alto e minori difficoltà in caso di crisi occupazionali. La disoccupazione affrontata da un non laureato è molto più difficile rispetto a quella affrontata da un laureato. In caso di crisi, subentrano altri problemi: anche rimanendo sul mercato del lavoro in generale lo stipendio cala così come le opportunità di crescita occupazionale. Comunque, i percorsi di studio e di formazione sono sempre una buona risposta alla recessione. Fra le politiche attive che i governi dovrebbero adottare un posto di primo piano è quello occupato dalle politiche per la formazione professionale e l'alta formazione.
 
Ancora sul versante delle scelte, un giovane lavoratore spesso tende a cambiare spesso  
Combattere la disoccupazione significa anche disporre di buone informazioni, che però sono spesso costose. Non è facile trovare buone informazioni sul mercato del lavoro su internet, ad esempio, solitamente è meglio ricorrere a un consulente. La ricerca di un buon lavoro del resto è come la ricerca di un compagno di vita; bisogna dedicare ad essa tempo ed energie."
 
 
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