Dal primo luglio Cipro assumerà la presidenza di turno dell’Unione Europea. Il Paese è ancora un paradiso fiscale e si accinge ad essere il prossimo stato dopo la Spagna a chiedere aiuti. Il Presidente Cipriota Demetris Christofias è l’ultimo leader comunista del Vecchio Continente.
L’isola fa parte dell’Unione Europea dal 2004 e nel 2008 ha adottato l’euro.
Dal primo luglio assumerà la presidenza di turno dell’Unione.
Cipro è un microcosmo in bilico tra oriente ed occidente:
il Paese conta ottocentomila abitanti ed è governato dal comunista Dimitris Christofias, vincitore a sorpresa delle elezioni presidenziali di quattro anni fa.
La prospettiva di una presidenza di turno dell'Unione a guida cipriota nel 2011 era stata all'origine di una crisi diplomatica tra Bruxelles ed Ankara, che non ha mai riconosciuto la piccola Repubblica mediterranea e ha ne ha ostacolato a più riprese il processo di integrazione comunitario. L'isola è divisa dal luglio 1974, quando l'esercito turco prese il controllo di circa un terzo del territorio, situato prevalentemente nell'area settentrionale.
Il governo di Ciprio potrebbe decidere
di chiedere assistenza finanziaria all’Eurozona.
Secondo alcune fonti diplomatiche europee, infatti, sono previste riunioni ad alto livello politico tra i partiti e il presidente Demetris Christofias.
Nonostante da Nicosia continuino le voci provenienti da diverse fonti che danno per molto probabile la richiesta di sostegno per ricapitalizzare le banche, affermando addirittura l’ufficialità della richiesta, la Commissione Ue continua a smentire ribadendo che non ci sono contatti in corso tra Bruxelles e Cipro.
In via ufficiale il governo, attraverso le sue reti diplomatiche, fa sapere che a Nicosa si stanno “esaminando tutte le possibilita’”.
Frase molto vaga che si riferisce anche alle diverse piste per ottenere crediti sia dall’Eurozona sia dalla Russia.
Entro fine mese la seconda banca del paese, Popular Marfin Bank deve essere ricapitalizzata per 1,8 miliardi. Nei giorni scorsi da Nicosia era trapelata la notizia secondo cui il bisogno di credito arrivava a 5 miliardi, successivamente corretti a 7-8 miliardi. L’idea sulla quale lavorerebbe il governo sarebbe la divisione del bisogno di fonti in due: una parte sarebbe fornita dall’Eurozona, il resto dalla Russia attraverso un prestito bilaterale.
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