L'Innovazione Delle Piccole Cose per Coniugare Produttività e Crescita. Questo il tema del Forum organizzato da IDC, che si svolgerà il 22 novembre a Milano per fare il punto su come le banche italiane grazie all'ICT potranno affrontare lo scenario che si prospetta per i prossimi anni.
Protagonista da sempre di un’evoluzione nei processi e nella tecnologia, nonostante le due gravi crisi finanziarie nel primo decennio e l’ultima ancora in corso, il mondo bancario italiano sta confermando che, anche per il 2012, l'innovazione è il motore principale per la crescita, prerogativa imprescindibile per stare al passo con le esigenze della domanda e le sfide della concorrenza.
Un’innovazione che viene valutata e perseguita con quell’approccio che abbiamo chiamato dello “strabismo strategico”, cioè di sapere pensare strategicamente con un’ottica di lungo periodo, anche in un momento in cui la navigazione a vista focalizzata sul breve sembrerebbe la sola possibile.
Il mondo della tecnologia apre una prospettiva molto importante per nuovi modelli di business e livelli sempre più ottimizzati di efficienza operativa, grazie all’avvento di quella che IDC definisce la “Terza Piattaforma” (dopo il mainframe e l’informatica distribuita) basata sulle quattro “foundations”: cloud, mobility, big data-analytics e social. I vantaggi economici e operativi resi possibili da queste foundations sono ormai pervasivi e tali che nessuna azienda può permettersi di rinunciarvi alla lunga.
Ma coniugare innovazione e crescita non è facile in un contesto economico che nel 2012 si è fatto ancora più grave e incerto. Anche se per tutti è chiaro che il percorso di rinnovamento
del parco tecnologico e applicativo in ottica business è una condizione necessaria per crescere e competere, è pure vero che, dopo un anno, la situazione economica e le sfide del business rendono possibili solo investimenti “economicamente” focalizzati, ma di impatto progressivamente pervasivo.
L’innovazione che sostiene la crescita, per essere possibile, non può che essere "piccola" ma di “grande impatto”. E perché l’innovazione, anche se piccola, possa essere di grande impatto, occorre progettarla con una prospettiva nuova, anche sfidando le convenzioni e i perimetri di attività tradizionali, se necessario.
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