Secondo l'International Labour Organization, sono i giovani a pagare il prezzo alto per la crisi economica a livello globale. Un’intera generazione “segnata” da una pericolosa combinazione di disoccupazione elevata, crescente inattività e lavoro precario.
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 gen - Dopo i lievi segnali di miglioramento registrati nel 2011, nel 2012 la ricaduta di molti paesi in recessione ha provocato un nuovo peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro nel mondo.
A cinque anni dallo scoppio della crisi, il bilancio e' dunque ora di 28 milioni di posti di lavoro persi a livello globale, di cui la meta' nelle economie avanzate mentre il numero totale dei senza lavoro e' salito a 197 milioni di persone con altre 39 ormai uscite dal mercato del lavoro e senza piu' speranza di trovare un impiego.
E' questo il quadro tracciato dall'International Labour Organization
(Ilo) in uno speciale rapporto sui trend globali della disoccupazione negli ultimi anni e su sfide e prospettive per il prossimo biennio.
Se nel 2012 sono stati persi altri 4 milioni di posti di lavoro, di cui solo un quarto nelle economie avanzate e il resto nei paesi emergenti - a conferma di un graduale ma sempre piu' accentato effetto di contagio - per il prossimo futuro le attese sono di un ulteriore inasprimento della crisi occupazione. L'Ilo pronostica la perdita di altri 5,1 milioni di impieghi nel 2013, a un totale di 202 milioni, e di altri 3 milioni nel 2014.
Ma guardando ancora piu' in la', nonostante il progressivo ritorno a tassi positivi di crescita, l'Ilo prevede che il numero dei senza lavoro arrivera' nell'arco di 5 anni a quota 210,6 milioni. La ragione di questo ulteriormente peggioramento e', secondo l'Ilo, da attribuire in buona misura alle misure di austerita' che hanno avuto effetto pro ciclico, cioe' hanno aggravato la crisi in atto con un impatto negativo sui consumi dei privati e gli investimenti delle aziende. "Indebolito dal calo aggregato della domanda - recita il rapporto Ilo - il mondo del lavoro e' stato ulteriormente penalizzato dai programmi di austerita' fiscale varati in molti paesi che spesso hanno comportato tagli diretti all'occupazione e agli stipendi, con un
impatto diretto sul mercato occupazionale.
Ben lungi dall'avere gli effetti anticiclici delle misure varate nel 2009 e 2010, le ultime politiche hanno spesso avuto effetti pro ciclici contribuendo a determinare la ricaduta dell'occupazione rilevata in questo rapporto".
"I giovani restano particolarmente colpiti dalla crisi - scrivono gli economisti dell'Ilo - e al momento ben 73,8 milioni di giovani a livello globale sono senza occupazione e il rallentamento nelle attivita' economiche ne spingera' un altro mezzo milioni fra le fila dei disoccupati entro il 2014.
Il tasso di disoccupazione giovanile, che nel 2012 e' gia' salito al 12,6%, arrivera' al 12,9% entro il 2017". Rispetto al passato, inoltre, i giovani si ritrovano a dover fare i conti con un periodo prolungato di disoccupazione sin dall'inizio del loro ingresso nel mercato del lavoro, una cosa mai osservata durante i precedenti downturn ciclici.
"Al momento - spiega l'Ilo - circa il 35% di tutti i giovani disoccupati nelle economie avanzate sono senza impiego da almeno sei mesi contro il 28,5% del 2007. Di conseguenza un numero crescente di giovani ha perso la speranza e ha lasciato il mercato del lavoro".
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