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Rassegna Stampa Estera
10/12/2013

ISTAT: PIL terzo Trimestre 2013

Secondo i dati definitivi sul Prodotto Interno Lordo rilasciati dall'ISTAT per il terzo Trimestre 2013 l'andamento sospende la sua corsa al ribasso per la prima volta dopo dieci trimestri di decrescita.
 

 
Nel terzo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dell'1,8% nei confronti del terzo trimestre del 2012.

La stima preliminare diffusa il 14 novembre 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,1% e una diminuzione tendenziale dell'1,9%.

Il terzo trimestre del 2013 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2012.

La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti, con cali dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate del 2,0% e le esportazioni dello 0,7%.

n La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla variazione del PIL. Il contributo è stato negativo per gli investimenti fissi lordi e per i consumi delle famiglie residenti (entrambi -0,1 punti percentuali) e nullo per i consumi della Pubblica Amministrazione (PA). Le scorte hanno contribuito positivamente alla variazione del PIL per 0,6 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha sottratto 0,4 punti percentuali.

Il valore aggiunto ha segnato, in termini congiunturali, un andamento negativo nell'agricoltura (-1,6%), positivo nell'industria in senso stretto (0,2%) e variazioni nulle nelle costruzioni e nei servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti: nell'agricoltura dello 0,7%, nell'industria in senso stretto del 2,8%, nelle costruzioni del 5,5% e nei servizi dello 0,9%.

 
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