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Rassegna Stampa Estera
17/03/2014

XX Congresso Nazionale FABI

Si è concluso venerdì 14 marzo in Roma, il XX Congresso Nazionale della FABI. Confermato il Segretario Generale Lando Maria Sileoni ed il Segretario Generale aggiunto Mauro Bossola. La FABI rilancia un nuovo modello di banca per il Settore.

 
 
Un nuovo modello di banca per il rilancio del settore. 

"Oggi e' indispensabile che le banche voltino pagina definitivamente. 
Certi stipendi di certi manager stridono violentemente contro il buonsenso, contro le difficolta' economiche della povera gente, e stridono vergognosamente rispetto ai tagli dei posti di lavoro degli ultimi anni". 

Cosi' il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, aveva aperto i lavori del XX Congresso nazionale della federazione, criticando il sistema bancario attuale, colpevole di "personalizzare i guadagni, attraverso gli alti stipendi dei manager, di socializzare le perdite, tramite provvedimenti governativi che fanno pagare ai cittadini gli errori gestionali dei vertici, e di voler ridurre i costi sempre ricorrendo alla mannaia dei tagli al personale. 
"Dal 2000 al 2020 i posti di lavoro persi nel settore toccheranno, infatti quota 68.000", annuncia Sileoni.


Nel corso del XX Congresso  la FABI attraverso l'Ufficio Relazioni Internazionali ed il Centro Studi Pietro Desiderato, ha presentato una indagine sul settore bancario in Europa, incentrata sulla rielaborazione di dati della  Bce, analizza i modelli distributivi dei principali sistemi bancari europei  con un approfondimento, in particolare, sulle sofferenze accumulate negli  anni cruciali della crisi (2010-2013) dai settori bancari di Italia, Grecia,  Spagna, Portogallo, Regno Unito, Germania, Francia, Belgio, Austria, Olanda, Danimarca e Svezia. 
Impietoso il confronto con gli altri Paesi europei. 

A fare peggio delle banche italiane solo gli istituti di crediti greci,  dove le sofferenze hanno toccato quota 21,86% nel primo semestre del 2013. 

Subito dopo le banche italiane, si collocano quelle portoghesi, con il  7,57% di prestiti non restituiti, quelle spagnole (6,69%), a seguire le  banche del Belgio(4,98%). Va meglio per le banche austriache (4,60%),  seguono quelle francesi (4,52%), mentre gli istituti di credito della Danimarca si collocano poco prima di quelle olandesi(3,98% contro il 2,55%). 

Tra le piu' virtuose, le banche tedesche (1,86%) e le inglesi (1,86%)  e, infine, le svedesi (0,78%). A determinare una cosi' forte incidenza  delle sofferenze sui bilanci bancari italiani diversi fattori, spiega  la Fabi. Tra questi: "una cattiva gestione del credito da parte dei piani  alti delle banche (Direzioni generali e Cda,), che hanno concesso prestiti  a grandi gruppi industriali amici, talvolta secondo criteri piu' clientelari  che di merito; la crisi economica; le regole fiscali in materia di deduzione  delle perdite, spesso penalizzanti per gli istituti di credito; l'eccessiva  lunghezza delle procedure fallimentari e, infine, gli scarsi interventi  di sostegno statale ai gruppi bancari in difficolta"'. 


SILEONI, UN NUOVO MODELLO DI BANCA IN VERTENZA CONTRATTO

Nella vertenza sul rinnovo del contratto nazionale, non intendiamo piu' confrontarci soltanto sui numeri della crisi, in una mera ottica di taglio dei posti di lavoro e delle garanzie contrattuali, ma vogliamo condividere un nuovo modello di banca. Siccome i vertici, fino ad oggi, non si sono presi questa responsabilita', ce la prendiamo noi".

Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, al Capo delegazione sindacale dell'Abi, Francesco Micheli, in merito al rinnovo del contratto di categoria, che interessa oltre 309.000 bancari italiani.

"Vogliamo un modello sociale di banca che non faccia outsourcing di attivita', ma che punti sulla consulenza allargata e specialistica a famiglie e imprese, che crei nuove professionalita', mantenendo cosi' posti di lavoro, e ponga le condizioni per nuove assunzioni. Ma non potremmo mai accettare un cambiamento a costo zero, ne' tantomeno L'annullamento degli gli inquadramenti, frutto di 30 anni di conquiste sindacali", ha concluso.
 
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