Passaggio del testimone dalla Grecia all'Italia per il semestre di turno di Presidenza Europea: tra le priorità saranno l'occupazione ed il consolidamento della ripresa. L'Italia nel secondo semestre 2014 potrebbe rappresentare il simbolo della ripresa per l'intero continente.
Dal 1 luglio l’Italia assume ufficialmente per sei mesi la guida del Consiglio Ue a Bruxelles.
Molte le aspettative: rilanciare la crescita, contrastare la disoccupazione, migliorare l'efficienza della Pubblica Amministrazione, rivedere i trattati dell’Unione europea e gestire l'emergenza immigrazione.
Semestre europeo 2014: consolidare la ripresa
La sfida più impegnativa cui è ora confrontata l'economia europea è trovare il modo di sostenere il processo di ripresa in corso. La presidenza italiana si svolgerà in un contesto in cui la crescita europea sta ripartendo e gli Stati membri stanno facendo progressi verso la correzione degli squilibri economici accumulatisi prima della crisi.
Questo è il motivo per cui nei prossimi mesi la Commissione intende mantenere la sua strategia equilibrata per la crescita e l'occupazione e le sue cinque priorità principali:
- portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita
- ripristinare l'erogazione di prestiti all'economia
- promuovere la crescita e la competitività, adesso e in futuro
- lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi
- modernizzare la pubblica amministrazione.
Il Presidente Barroso ha dichiarato: "L'economia dell'UE è giunta a una svolta. Gli sforzi dell'UE cominciano a dare risultati e la crescita sta lentamente ripartendo. L'analisi annuale della crescita per il 2014 individua gli ambiti in cui devono essere intraprese riforme più ambiziose per costruire una ripresa duratura e che sia fonte di occupazione."
Analisi annuale della crescita: relazione sui progressi
Gli Stati membri hanno fatto progressi per ciascuna delle cinque priorità individuate dalla Commissione nel 2013. Per il 2014 vengono proposte le stesse priorità, anche se l'accento è posto su settori diversi per tener conto dell'evoluzione del contesto economico a livello di UE e internazionale.
Risanamento di bilancio
Sono stati compiuti notevoli progressi e il disavanzo di bilancio medio nell'UE è stato ridotto di circa metà rispetto alla punta di quasi il 7% del PIL raggiunta nel 2009. I livelli del debito rimangono tuttavia elevati e dovrebbero arrivare quasi al 90% del PIL nel 2014 per poi iniziare a scendere. Grazie alla tempestività degli interventi gli Stati membri possono rallentare il ritmo del risanamento e puntare maggiormente a migliorare la qualità della spesa pubblica e a modernizzare la pubblica amministrazione a tutti i livelli. I paesi con un maggior margine di bilancio dovrebbero stimolare gli investimenti e i consumi privati, mentre gli investimenti a lungo termine nell'istruzione, nella ricerca e innovazione, nell'energia e nella tutela dai cambiamenti climatici dovrebbero sfuggire ai tagli di bilancio. Il carico fiscale dovrebbe essere trasferito dal lavoro al consumo, ai beni immobili o all'inquinamento.
Ripristinare l'erogazione di crediti
Il settore finanziario è stato in parte risanato e le tensioni sui mercati si sono notevolmente allentate dalla metà del 2012. Gli sforzi prodigati dall'UE per costruire un'Unione bancaria aumenteranno la capacità delle banche di gestire i rischi futuri. A breve termine, tuttavia, si deve fare di più per ridurre l'elevato debito privato (ad esempio, introducendo o migliorando i regimi di insolvenza per le imprese e le persone fisiche), preparare le banche ai nuovi requisiti patrimoniali e alle prove di stress e agevolare l'accesso delle imprese ai finanziamenti.
Crescita e competitività
In seguito alla crisi è stato avviato in tutta Europa un processo di riequilibrio orientato verso una crescita maggiormente basata sulle esportazioni. I progressi sono tuttavia insufficienti in termini di apertura dei mercati dei prodotti e dei servizi alla concorrenza, specie per quanto riguarda il mercato dell'energia e le professioni regolamentate. Occorre inoltre modernizzare i sistemi di ricerca.
Disoccupazione e sviluppi sociali
Gli Stati membri hanno fatto progressi per quanto riguarda la modernizzazione del mercato del lavoro e col tempo questo dovrebbe permettere di integrare un maggior numero di persone nella popolazione attiva. Ora bisogna aumentare il sostegno attivo e la formazione per i disoccupati, –anche attraverso il miglioramento dei servizi pubblici per l'impiego e l'introduzione di garanzie per i giovani–, e modernizzare i sistemi di istruzione. Gli Stati membri dovrebbero inoltre monitorare le retribuzioni, per assicurare che siano atte a sostenere sia la competitività sia la domanda interna, e dovrebbero garantire che i sistemi di sicurezza sociale inglobino i soggetti più vulnerabili.
Pubblica amministrazione
Diversi Stati membri stanno cercando di migliorare l'efficienza del settore pubblico nazionale, anche attraverso una maggiore cooperazione fra i vari livelli di governo. L'obiettivo prioritario dovrebbe essere la promozione dei servizi pubblici online e la riduzione delle formalità burocratiche.
L'analisi annuale della crescita contiene anche raccomandazioni su come approfondire il semestre europeo. Occorre rafforzare la titolarità nazionale delle raccomandazioni specifiche per paese formulate a livello di UE; a tal fine gli Stati membri dovrebbero coinvolgere maggiormente nel processo i parlamenti nazionali, le parti sociali e i cittadini per garantire che le riforme fondamentali siano capite e accettate. Gli Stati membri della zona euro dovrebbero dedicare più tempo al coordinamento delle grandi riforme, specialmente quelle dei mercati del lavoro e dei prodotti, prima che siano adottate a livello nazionale. Gli Stati membri devono inoltre attuare meglio le raccomandazioni specifiche per paese che ricevono ogni anno a primavera. La Commissione fornirà un contributo su tali questioni per il Consiglio europeo di dicembre.
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