Conclusa a Trento la nona edizione del Festival dell'Economia svoltosi dal 30 maggio al 2 giugno. Relatori di fama internazionale si sono confrontati nel corso della consolidata Kermesse sul tema dell'anno "Classi Dirigenti, crescita e bene comune".
IL TEMA DELL'EDIZIONE 2014
La qualità della classe dirigente di un paese è uno dei fattori determinanti nel rimuovere gli ostacoli alla crescita economica.
Uno degli aspetti più dibattuti sul tema della qualità della classe dirigente è quello del suo rinnovamento, che porta con sé anche la riscrittura delle priorità nell'agenda di governo.
I NUMERI DELL'EDIZIONE 2014
74 eventi, 100 relatori tra italiani e stranieri, 400.000 connessioni alle dirette internet, un milione e mezzo di accessi al sito solo nella giornata del 1° giugno. Sono alcuni dei primi numeri della IX edizione del Festival dell'Economia, che tuttavia danno l'idea, ancora una volta, di un grande evento, seguito non a caso da quasi un centinaio di testate accreditate, per un totale di circa 360 giornalisti.
Tra gli ospiti più illustri del Festival, Luigi Zingales considerato tra i 100 pensatori più influenti al mondo secondo la rivista Foreing Policy, Paul De Grauwe, Massimo Mucchetti, Alessandro Profumo, Fabrizio Saccomanni, Noam Yuchtman, Kenneth Shepsle.
Cosa fare per la crescita.
A rispondere a questa domanda è stato chiamato, a Trento, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Già vicesegretario generale e capo economista dell'Ocse, nonché direttore esecutivo italiano del Fondo Monetario Internazionale è stato protagonista di uno degli incontri più attesi della nona edizione del Festival dell'Economia.
Dialogando con Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival, Padoan ha ribadito la necessità delle riforme strutturali, anche se esse producono i loro effetti sul medio-lungo periodo. Ciò vale anche con riferimento alle coperture di bilancio: le riforme producono effetti a cascata, tanto più ampi e più forti quando si accompagnano alla ripresa economica.
Venendo all'Europa e al semestre di presidenza italiano, Padoan ha detto "a me sembra normale che con questo nuovo Parlamento europeo, e una nuova Commissione in arrivo, si ponga il tema della crescita e dell’occupazione. Va rivisto il Patto di stabilità interno, sia per le regioni a Statuto speciale sia per quelle a Statuto ordinario, pur nel rispetto degli impegni assunti dal Paese".
Nella giornata di Domenica primo giugno è intervenuto nel corso del Festival, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervistato da Enrico Mentana di fronte alla folla dell'Auditorium Santa Chiara.
ZINGALES: l'Italia non faccia la fine dell'Argentina
"Sono stati fatti passi avanti nell'unificazione bancaria, anche se io non sono molto ottimista, però rimangono le sfide sociali”. A parere di Luigi Zingales è necessaria “una qualche forma di unione fiscale, se si vuole tenere in piedi l’euro, altrimenti si prenda atto che manca questa volontà e, come in una coppia che litiga e non riesce più ad andare d’accordo, si arrivi a un divorzio".
Sulle tensioni tra nord e sud dell’Europa, Zingales osserva che "una volta, con la lira, l’Italia aveva in mano uno strumento monetario, quello delle svalutazioni competitive, che la Germania temeva. L’euro è stato utile a Berlino, che negli anni prima della crisi ha ridotto il costo del lavoro facendo così una manovra chiaramente deflattiva».
Zingales ha due incubi: "il primo è che l’Italia finisca come l’Argentina, con uno Stato ancora più corrotto e intrusivo, che mente persino sui dati del PIL e dell’inflazione; il secondo è che l’unificazione europea continui a procedere sul binario di quella italiana, ossia un’unificazione fatta da pochi idealisti e un po’ di gente cinica".
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