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Rassegna Stampa Estera
11/06/2015

Banche: da FABI nuovo patto a favore occupazione

La Federazione Autonoma Bancari Italiani, lancia un nuovo patto di sistema  per impedire che le prossime fusioni creino l'ennesima emorragia di posti di lavoro. 
La richiesta all'Abi è di istituire, di comune accordo con i sindacati, una commissione paritetica ad hoc sulle nuove tecnologie, per gestire l'innovazione, garantendo gli attuali livelli occupazionali.




E' questa la proposta lanciata ai banchieri dal Segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la tavola rotonda "Sviluppo e occupazione- la ricerca di nuovi equilibri", dell'Abi. In particolare, "serve una decisione politica comune e condivisa per garantire stabilita' al settore creditizio, mantenendo i livelli occupazionali e assicurando che gli attuali 309.000 addetti restino nel perimetro del credito. 
Il modello della banca online deve essere condiviso dalle parti sociali", ha dichiarato Sileoni.


"La struttura si occupera' di codificare profili professionali coerenti con la nuova organizzazione del lavoro imposta dalla tecnologia e di studiare percorsi di formazione, per consentire ai lavoratori di rinnovare le proprie competenze in chiave specialistica, di acquisire abilita' informatiche e di mantenere, cosi', la propria occupazione in banca. 

Per diventare pienamente operativa, la commissione potrebbe trarre finanziamenti anche dall'Unione europea e dalle sponsorizzazioni di societa' Ict, che vedono sempre di buon occhio la possibilita' di accedere a un mercato come quello delle banche e della finanza".
  
  "Come Fabi, stiamo provvedendo a istituire un nostro osservatorio interno, denominato Fabi Lab, alla stregua di quello creato dall'Abi, per monitorare gli effetti dell'evoluzione tecnologica delle banche. La struttura lavorera' attraverso il nostro Dipartimento internazionale, con l'obiettivo di partecipare a progetti europei. Auspichiamo che FABI Lab
possa dialogare anche con gli analoghi osservatori dell'Abi e delle altre organizzazioni sindacali per mettere a fattor comune le proposte".


  "Dal 2009 ad oggi nelle banche italiane sono stati tagliati quasi 27.000 posti di lavoro. 
Quasi 16.000 sono stati i lavoratori bancari provenienti da attivita' esternalizzate usciti attraverso pensionamenti, prepensionamenti o ricollocati in altre attivita' bancarie. Entro il 2020, come da piani industriali, usciranno altri 19.700 lavoratori. 
Per scongiurare che le nuove fusioni si traducano nell'ennesimo bagno di sangue per l'occupazione di settore e per migliorare la redditivita', occorre che le banche tornino a innovare, investendo, conquistando maggiori quote nei portafogli dei clienti esistenti, sviluppando servizi altamente specializzati e modernizzando i modelli operativi attraverso nuovi canali distributivi. L'innovazione tecnologica va incoraggiata e governata, non subita passivamente", ha concluso Sileoni.

Per maggiori informazioni:
www.fabi.it


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