Sono 50.000 le presenze registrate per la prima edizione dell’evento, mentre già si pensa al futuro: l'Innovazione sarà il tema del 2007.
“È stato un successo oltre ogni aspettativa”, questo l’unanime giudizio degli organizzatori della prima edizione del Festival dell’economia di Trento, la Provincia autonoma di Trento, il Comune di Trento e l’Università degli studi di Trento per quanto riguarda i “motori locali” dell’evento, assieme a due partners prestigiosi quali la testata Il Sole 24 Ore e gli editori Laterza, oltre ai numerosi sponsor.
Un successo di pubblico, certo, ma soprattutto un successo per la qualità delle proposte, degli interventi, e del pubblico che ha animato i diversi appuntamenti, fino alla conferenza conclusiva di Ralf Dahrendorf di domenica 4 giugno.
Partito come una scommessa dagli esiti tutt’altro che scontati vista la materia, giudicata – rispetto ad altri festival analoghi – un po’ ostica per il grande pubblico, e vista anche la durata, quattro giorni fitti di appuntamenti, il Festival ha pienamente centrato il primo e principale obiettivo che si era posto: portare l’economia, la cosiddetta “scienza triste”, al grande pubblico, ai non addetti ai lavori, insomma a quella società civile così spesso evocata ma non altrettanto spesso coinvolta nelle sedi dove si dibattono i temi dello sviluppo, della finanza, del risparmio, del reddito, insomma della ricchezza e della povertà, per dirla con il fortunato slogan attorno al quale è ruotato tutto l’evento.
Superate quindi probabilmente le 50.000 presenze ai vari appuntamenti, che hanno visto per protagonisti politici, ministri e sottosegretari, sindacalisti accanto a intellettuali di fama internazionale, a docenti universitari, a scrittori, a uomini di spettacolo, a protagonisti del mondo del volontariato e della solidarietà, per una lettura dei fenomeni economici davvero a 360 gradi.
Grande risalto è stato dato dai media con le dirette delle televisioni locali e delle molte emittenti sparse nel Paese, dalla Sicilia al Piemonte, anche grazie al lavoro dei 250 giornalisti accreditati.
Estremamente interessante il richiamo prodotto dal festival su Inernet: si è passati dai 100.000 link presenti sul web alla partenza ai 270.000 del quarto giorno.
Secondo l'editore Giuseppe Laterza “sarà il pubblico a dire l’ultima parola riguardo al Festival che abbiamo organizzato. Certamente noi faremo tesoro anche di alcune critiche che ci sono state avanzate. Si poteva prevedere il successo di alcuni eventi importanti, come la serata con il ministro Padoa Schioppa, ma non ad esempio le centinaia di persone che non sono riuscite nemmeno ad entrare nella sala in cui parlava Atkinson. Per ora possiamo dire che a vincere è stato soprattutto un metodo di lavoro: a Trento abbiamo trovato un clima ottimo, una grande disponibilità a collaborare, una grande onestà intellettuale, un’apertura che ci ha consentito di mettere fianco a fianco relatori anche molto diversi ”.
Il professor Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival, nel ricordare che in questi giorni siano state effettuate molte interviste ai partecipanti, in modo tale da potere avere in futuro un'idea più precisa del pubblico, dei bisogni che l’evento ha in qualche modo intercettato, ha confermato che l’impressione positiva è anche quella riscontrata nei relatori, compresi quelli provenienti dall’estero. “Nessuno di loro aveva mai sentito parlare di un festival dedicato all’economia, neanche in paesi dove la cultura economica è più alta che in Italia, come ad esempio nei Paesi anglosassoni. Tutti sono rimasti colpiti non solo dal numero di presenze ma anche dal tipo di attenzione ricevuta, dalla maturità delle domande emerse nel corso dei dibattiti. Evidentemente abbiamo risposto, almeno in parte, ad una domanda che di solito non viene soddisfatta, ad esempio dalla cronaca quotidiana. E questo rappresenta una grande iniezione di fiducia, per proseguire nel nostro cammino”.
In particolare sotto i riflettori, nel corso della quattro giorni, i temi legati al settore bancario ed alla globalizzazione delle economie, con attente analisi sull'evoluzione tecnologica di colossi economici quali Cina e India.