E’ stato presentato il 20 luglio 2006 presso il CNEL (Consiglio Nazionale per l’Economia ed il Lavoro) il sedicesimo Rapporto Annuale sullo stato del Mercato del Lavoro in Italia.
Secondo lo studio, “il quadro economico dell’Italia per il 2005 non si presenta particolarmente positivo sia dal punto di vista della crescita economica, sia per ciò che concerne il mercato del lavoro: per il quale emergono luci ed ombre. Va riconosciuto che la crescita economica ha fatto registrare un indebolimento generalizzato in tutta l’area UME (in complesso il tasso di crescita è passato dal 2,0 per cento del 2004 all’1,3 per cento), tuttavia tra le maggiori economie l’Italia è quella che ha fatto registrare – se si esclude il Portogallo -- la peggiore performance (Spagna del 3,4 per cento, Francia all’1,5 per cento, Germania 0,9 per cento e Italia 0,0) .
Il quadro complessivo è reso più problematico se viene confrontato con la crescita registrata dall’economia statunitense, che nel 2005 è cresciuta del 3,5 per cento (4,2 per cento nel 2004)”.
Ad ulteriore complicazione del quadro disegnato dal CNEL, si rileva dallo studio un incremento della percentuale di lavoratori a termine che dopo un anno escono nuovamente dal mercato del lavoro. Tra i lavoratori a termine che riescono a mantenere il loro posto di lavoro, nel 2005 solo il 25,4% è riuscito ad approdare ad un contratto a tempo indeterminato, rispetto al 31,9% dell’anno precedente.
Anche il dato positivo, relativo alla creazione di 374.000 nuovi posti di lavoro nel primo semestre 2006, si scontra con la tipologia degli stessi: il 60% è rappresentato dall’effetto di ritardato trascinamento nella regolarizzazione dei lavoratori immigrati in base alla sanatoria del 2002.
Per leggere lo studio completo:
www.cnel.it