Su proposta del Governo italiano, la presidenza tedesca di turno della Ue ha inserito nell'agenda dei lavori del Consiglio dei ministri degli Esteri del 23 aprile prossimo a Lussemburgo l'iniziativa europea per una moratoria internazionale sulla pena di morte.
È la seconda volta da quando l'Italia ha proposto al Consiglio di sicurezza dell'Onu una moratoria universale sulla pena capitale ottenendo subito il sostegno di 85 Paesi, ora già saliti a 90, con l'ultima firma del Sudafrica in calce alla dichiarazione arrivata il 10 aprile scorso.
La prima volta, il 22 gennaio scorso, l'ambizione italiana di giungere ad una posizione comune dei 27 è stata stoppata dalla Gran Bretagna, desiderosa di non creare nuove difficoltà agli Stati Uniti, seguita da Olanda, Danimarca e Ungheria che hanno espresso dubbi sull'opportunità di riaprire ieri un dibattito in sede Onu.
Nonostante l'adesione convinta di alleati importanti, come Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, l'Italia si era dovuta accontentare dell'impegno formale della presidenza di turno tedesca della Ue di «avviare consultazioni a New York per valutare l'opportunità di riaprire una discussione sulla moratoria internazionale».
«Il processo è ancora in corso, pertanto la discussione del 23 aprile riguarderà soprattutto il dove siamo ora, a che punto siamo arrivati», riferisce una fonte della presidenza tedesca. «Non ci attendiamo decisioni prima del Consiglio degli Esteri del 18 giugno. Considerato che siamo a metà del percorso preso, è anche improbabile che la prossima settimana da Lussemburgo esca una conclusione scritta», aggiunge la fonte, deludendo le aspettative italiane per una decisione molto rapida. Insieme all'Italia, la Germania è il Paese più attivo a livello Ue per arrivare ad una moratoria.