Entro il 2027, i workflow agentici trasformeranno il 40% delle attività di knowledge work nelle grandi aziende. Secondo IDC, le organizzazioni dovranno prepararsi
a nuovi modelli operativi, competenze e processi per sfruttare il potenziale dell’AI.
Appuntamento all’IDC People and Processes at Work Summit 2025 di Milano
Secondo le ultime analisi di IDC, il 96% delle grandi organizzazioni italiane sta già utilizzando o testando soluzioni di intelligenza artificiale (AI). Allo stesso tempo, il 75% dei lavoratori si aspetta che la propria funzione sia significativamente influenzata dall’AI entro la fine del 2026. La domanda centrale è quindi: come sta cambiando l’AI il modo in cui lavoriamo, i processi aziendali e la gestione delle persone?
Un esempio concreto arriva dall’AI agentica. Si tratta della nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, capace di superare i limiti degli attuali assistenti digitali e di aprire scenari inediti per la produttività e la gestione dei processi. IDC definisce formalmente gli agenti AI come entità software autonome basate su large language model (LLM), in grado di percepire il contesto, prendere decisioni, agire di conseguenza e interagire con utenti o altri sistemi.
L’AI generativa sta evolvendo rapidamente: dagli “assistenti” agli “advisor” fino agli “agenti”. Questo passaggio segna un crescente livello di autonomia e proattività. Non si tratta più soltanto di fornire informazioni, ma di partecipare ai processi decisionali ed eseguire azioni sulla base di analisi complesse e del contesto utente. In sostanza, si passa da un supporto reattivo a un agente autonomo in grado di gestire catene di attività end-to-end, grazie a capacità di auto-riflessione, pianificazione e collaborazione multiagente.
Esempi concreti sono già visibili: oggi gli assistenti AI gestiscono l’elaborazione ordini per i team di vendita; domani agenti collaborativi non solo venderanno un prodotto, ma garantiranno che raggiunga il cliente nei tempi stabiliti.
L’impatto non riguarda soltanto l’efficienza operativa delle imprese o la produttività personale dei dipendenti. Secondo le previsioni IDC, entro il 2027 i workflow agentici ridefiniranno il modo in cui i compiti vengono distribuiti e svolti, trasformando almeno il 40% delle attività di knowledge work delle grandi aziende. Ciò significa un cambiamento radicale dei modelli di lavoro: chi (persona e/o AI) svolge quali attività, attraverso quali software e sistemi.
Implicazioni dirette riguardano la crescita del business, l’evoluzione della cultura organizzativa e il ripensamento delle modalità di coinvolgimento dei clienti. Per sviluppare una strategia lungimirante, le aziende devono quindi prepararsi a una trasformazione profonda della forza lavoro, dei processi operativi e della cultura interna.
Questi temi saranno al centro dell’IDC People and Processes at Work Summit 2025, che si terrà a Milano presso il Magna Pars Event Space il 24 settembre 2025 dalle 9:00 alle 13:30.
Durante l’evento, analisti IDC, esperti delle principali aziende tecnologiche e rappresentanti di imprese italiane esploreranno le nuove e più pressanti tematiche del lavoro, come la collaborazione, produttività e creatività in un ambiente AI-everywhere, il talento e le competenze del futuro, infine l’evoluzione dei ruoli interconnessi di CHRO e CIO
A condurre i lavori sarà Andrea Siviero, Senior Research Director, EMEA Digital Business & Economy, Future of Work, IDC.
Fondata nel 1964, IDC (International Data Corporation) è la prima società mondiale specializzata in market intelligence, servizi di advisory e organizzazione di eventi nell’ambito digitale e ICT. Oltre 1.300 analisti a copertura di 110 Paesi del mondo mettono a disposizione a livello globale, regionale e locale la loro esperienza e capacità per assistere il mercato della domanda e dell’offerta nella definizione delle proprie strategie tecnologiche e di business a supporto della competitività e crescita aziendale.