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Rassegna Stampa Estera
23/05/2007

Rapporto ISTAT 2006: Italia divisa in due

Un dualismo quasi inattaccabile. E' quello che caratterizza ancora l'Italia, spaccata, sotto tutti i profili, economici e sociali, tra Nord e Sud. L'ultimo check-up del paese condotto dall'Istat nel Rapporto annuale 2006 sottolinea con evidenza le differenze che ancora permangono tra il Mezzogiorno e il resto d'Italia. Veri e propri gap che vanno dal tasso di occupazione alla produttivita', dal reddito delle famiglie alla presenza di stranieri, e che prevalgono su ogni altro tipo di differenziazione. Al punto che negli ultimi anni si e' verificata una ripresa del flusso migratorio lungo l'asse Sud-Nord.

Secondo la fotografia scattata dall'istituto di statistica, il Mezzogiorno registra un tasso di occupazione tra la popolazione tra i 15 e i 24 anni di un terzo rispetto al Nord. Dal 35,2% del Nordest e dal 32,5% del Nordovest si passa infatti al 17,9% del Sud. E per la disoccupazione si va dal 13,4% del Nordovest e dall'11% del Nordest al 34,3% del Mezzogiorno. Tutte differenze che emergono anche guardando al tessuto imprenditoriale. L'Istat ha infatti notato tra le imprese italiane quattro macrocategorie, differenziate a seconda della forza produttiva, e allo stesso tempo ha verificato anche una distribuzione geografica piuttosto uniforme delle tipologie. Una fetta pari al 21% delle 4,2 milioni di imprese italiane, concentrata soprattutto al Centro-Nord e' caratterizzata da dimensioni piuttosto piccole e da attivita' avanzate nei servizi, ha risultati positivi, superiori alla media sia per produttivita' che per redditivita'. Un altro 16% e' di grandi dimensioni, opera nell'energia, nella chimica, nella produzione dei mezzi di trasporto, utilizza l'economia di scala e registra una produttivita' molto al di sopra della media ma una redditivita' non altrettanto significativa. Un piu' consistente 29%, dedicato soprattutto al manifatturiero meccanico, sfrutta il basso costo del lavoro per ottenere un'alta redditivita' da una produttivita' inferiore. Infine la fetta piu' grande, pari a 1,5 milioni di imprese (35%), e' invece costituita da imprese deboli che vivono a livello di sussistenza. E la maggioranza, sottolineano ancora all'Istat, e' proprio concentrata al Sud.

 

IN UN ANNO PER 6 ITALIANI SU 10 REDDITI AL PALO


Niente di nuovo sul piano del reddito da un anno all'altro, per 6 italiani su 10. Lo rileva l'Istat che ha confrontato i redditi del 2003 con quelli del 2004. Solo il 10% della popolazione ha registrato un forte cambiamento della propria condizione economica mentre il 21,6% un miglioramento ed il 21,4% addirittura un peggioramento. Il 14,1% degli italiani dispone di un basso reddito (sia nel 2004 sia nel 2005). Inoltre, il 14,7% delle famiglie arriva con molta difficolta' alla fine del mese ed il 28,9% non puo' far fronte ad una spesa imprevista di importo modesto come 600 euro. Nel Mezzogiorno, il 5% delle persone non si puo' permettere un' alimentazione adeguata. Le famiglie povere (poverta' relativa) sono 2.585.000 (l' 11,1% delle famiglie residenti) per un totale di 7 milioni e mezzo di persone (13,1%). Quasi la meta', 1.158.000, hanno al proprio interno almeno un componente con piu' di 65 anni. L' Istat conferma che le famiglie piu' disagiate sono quelle dove vivono minori, quelle del Sud (hanno 3/4 del reddito di quelle del nord) e quelle in cui il capofamiglia e' donna (in media meno 26%) o un pensionato. In Lombardia si ha il reddito medio piu' alto (32 mila euro), in Sicilia quello piu' basso(21 mila).

Le famiglie italiane percepiscono in media un reddito di circa 2.750 euro mensili (2004). Meta' pero' ha guadagnato meno di 2.300 euro mensili (1.800 al mese al netto dei fitti). Dopo una separazione o un divorzio, un individuo su 4 si trova in una condizione di basso reddito. Quasi 12 milioni di famiglie percepiscono uno o piu' redditi da pensione. Quelle in cui la pensione rappresenta un'unica fonte di reddito sono 2.700.000. Possono contare sulla pensione come unico reddito (quasi 2 mila euro l'anno in meno della media nazionale) il 27,5% delle famiglie nel mezzogiorno, il 21,2% del nord e il 19,4% del centro. Per 21 mila famiglie, la pensione sociale rappresenta l'unica fonte di reddito familiare.

ANSA - 23 maggio 2007

 


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