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Rassegna Stampa Estera
24/01/2008

Rischio recessione per l'Italia

Dai più importanti economisti mondiali, riuniti a Davos in questi giorni per il World Economic Forum, giunge un monito all'Italia che rischia di essere il paese europeo più  esposto agli effetti della crisi economica americana.


 (AGI) - Davos, 23 gen. - Rischio recessione per gli Usa ma soprattutto effetti a catena nei paesi europei: Italia in primis. Lo scenario che esce dagli economisti riuniti in Davos per il World Economic Summit non e' dei piu' rosei.  Soprattutto critiche verso la Fed che "non potra' ora evitare la recessione" ha detto l'economista Nouriel Roubini partecipando alla sessione di apertura dei lavori di Davos sull'economia mondiale. "Non stiamo parlando di soft o hard landing - ha detto l'economista ma stiamo ora andando verso una recessione che durera quattro trimestri".

Per Stephen Roach, economista di Mortgan Stanley e' proprio questo il terrore che i mercati stanno scontando. "Penso che ci andremo vicino - ha detto piu' ottimista - ma non penso che ci arriveremo veramente. Critiche invece in direzione della Fed che ha abbassato i tassi "in maniera aggressiva" e "pericolosa". "I consumatori Usa nel 2007 - ha detto Roch - hanno toccato un picco del 72% del pil nel 2007, cifra record mai toccata da nessun altro Paese. Noi da tempo lottiamo per mettere fine a questo fenomeno di consumi-indebitamento ma la politica monetaria usa e il commercio internazionale ci ostacola".

Anche per il finanziere, George Soros, "le banche centrali hanno perso il controllo della situazione della finanza soprattutto dando corso a strumenti che poi non sono piu' riuscite a gestire". E anche la Bce sara' a questo punto costretta prima o poi a invertire la sua politica monetaria. "Credo che tagliera' i tassi di interesse presto" ha detto Roubini. "Ci sono gia' segnali di rallentamento dell'economia - ha detto l'economista intervenuto in un dibattito sulla situazione dell'economia mondiale - in Gran Bretagna, in Francia, Spagna, Italia e Portogallo. Se la crescita rallenta in modo marcato, l'inflazione sara' l'ultimo dei problemi".
 

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