Assinform prevede per il 2009 un crollo del settore ICT con una ulteriore perdita di addetti che si andrà a sommare ai 47.000 posti di lavoro persi nel 2008, ed una contrazione del mercato pari al 5,9%. Sono le peggiori previsioni dalla nascita del settore ICT in Italia.
IT IN RAPIDA DISCESA. NEL 2008 RALLENTA A +0,8%, PREVISIONE 2009: -5,9%
IT: mercato a 20.343 milioni di euro, ma l’occupazione perde 29.000 addetti nel secondo e terzo trimestre del 2008. 2008/2007: cala l’hardware (-0,2% ), tengono servizi informatici e software (+1,3%); rallenta la domanda delle imprese + 0,7%; la spesa della Pa continua a scendere: - 0,5; forte frenata nella crescita del mercato consumer a +4,4%.
TLC 2008: mercato a 44.120 milioni di Euro, -0,2% sul 2007; previsioni 2009: + 0,7% sul 2008
Milano, 10/3/2009 – “In sei mesi, da aprile a settembre 2008, l’IT italiana ha perso 29.000 addetti. La previsione sul quarto trimestre è un calo ulteriore dell’occupazione, dell’ordine di – 11,5% rispetto al primo trimestre dell’anno, con una perdita di altri 18.000 unità per un totale di circa 47.000 addetti in meno a fine 2008.
Ciò significa che la crisi in 9 mesi ha mandato in fumo l’aumento occupazionale registrato dal settore in tre anni. Non si tratta di allarmismo, ma di valutare il fatto che negli ultimi mesi del 2008 i tempi della crisi si sono fortemente accelerati. La conseguenza è stata una forte riduzione della domanda d’innovazione tecnologica, che per il settore IT ha significato chiudere l’anno con una diminuzione della crescita allo 0,8%, a fronte del + 2% messo a segno nel 2007. Si può dire che se per l’Information Technology italiana il 2008 non è stato ancora un anno di recessione, si è trattato tuttavia di un periodo di pesante rallentamento. Certo è che il settore ha ormai iniziato a risentire in modo serio di una crisi, i cui effetti perversi si stanno rivelando progressivamente.
Le previsioni sul 2009, infatti, sono preoccupanti. Se nel frattempo non interverranno correttivi efficaci, il trend di crescita del settore nel 2009 potrebbe subire un calo, dell’ordine di -5,9 punti percentuali.
Il Presidente di Assinform Ennio Lucarelli ha lanciato il messaggio nel presentare a Milano l’anticipazione del Rapporto Assinform 2009, arrivato quest’anno alla sua 40° edizione, insieme ai risultati della seconda Indagine congiunturale sulle aziende IT.
“E’ bene riflettere che recessione dell’It non vuol dire solo penalizzazione di un settore produttivo importante, con conseguenti problematiche sull’occupazione – ha sottolineato Lucarelli - In realtà comporta un danno molto più grave al Paese, perché significa un depauperamento complessivo del Sistema-Italia nelle sue capacità di modernizzarsi e crescere in termini di competitività e produttività”. Secondo il Presidente di Assinform, sebbene si sia avuta una rinascita dell’Information Technology italiana, manifestatasi a partire dal 2004 e fino al primo trimestre 2008, non si è riusciti a colmare il gap d’innovazione che separa il nostro Paese dalla media mondiale di circa meno 5 punti percentuali: “D’altro canto in questi anni l’informatica in Italia non ha potuto contare su una politica sistemica e strategica com’è avvenuto in altri paesi. Le misure attuate dai Governi che si sono succeduti sono state troppo timide e comunque insufficienti a sostenerne lo sviluppo.
Ai ritardi sull’innovazione che sconta il nostro Paese e che la crisi è destinata a peggiorare, non si può rispondere con provvedimenti tampone come sta avvenendo per alcuni settori tradizionali. Bisogna innescare anche nel nostro Paese il binomio “più investimenti It uguale più crescita dell’economia e della produttività”, già attivato con successo in molti altri sistemi industriali avanzati.
Dal 2001 al 2006 il confronto internazionale evidenzia come i paesi che più hanno investito in It sono anche quelli che hanno ottenuto gli aumenti più significativi di produttività, come Gran Bretagna, Germania, Usa, Francia, tutti con valori di spesa e crescita di produttività ben al di sopra al punto percentuale. L’Italia in questo stesso periodo, con il più basso indice di investimento IT sul Pil (2% nel 2008, a fronte del 4,2% Usa,3,4% Francia, 3,3% di UK e Germania ), ha ottenuto una crescita media della produttività pari a zero”.
Guardando con maggiore dettaglio l’andamento del mercato It nel 2008, si notano il forte rallentamento subito dalla crescita della domanda delle imprese, passata da + 1,9% nel 2007 a + 0,7% del 2008. “Questa discesa – ha commentato Lucarelli - evidenzia come la crisi costringa le imprese a tagliare i propri investimenti in innovazione, pur nella consapevolezza che questa voce è indispensabile per affrontare mercati sempre più competitivi. Una dimostrazione sta nel fatto che le vendite sono crollate per tutti i comparti merceologici e in tutti i canali di vendita, tranne quelle via internet”. Inoltre si è avuto un crollo di 6 punti percentuali della domanda consumer , passata da una crescita di +10,5% nel 2007 a + 4,4% nel 2008; il decremento costante dell’informatica pubblica, -0,5% nel 2008 (era stato -0,6% nell’anno precedente) la quale da tre anni sta riducendo la spesa It, facendola stagnare intorno a un volume che si mantiene ormai stabile sotto la soglia dei 3.000 milioni di euro. Ma di questa spesa, va sottolineato che più della metà va ad alimentare il mercato in house, tanto che si è arrivati al punto che il 73% delle Regioni, che costituiscono il maggiore centro di spesa informatica della Pal, si avvale di proprie società, destinando loro ben il 62% circa delle risorse. “Una situazione che si continua a perpetuare nonostante orientamenti contrari della magistratura amministrativa e delle Authority della concorrenza e dei contratti pubblici e di alcuni provvedimenti di legge della scorsa legislatura, e che ha finito per penalizzare la stessa capacità del Paese d’innovare, giacché è venuto meno il ruolo di traino che la domanda pubblica ricopre in tutti quei paesi più avanti nell’innovazione. Da questo punto di vista la liberalizzazione reale del mercato dei servizi IT, limitando il ricorso all’in house ai casi di acclarato risparmio per le Pubbliche amministrazioni, costituisce una misura di natura strutturale, che non può essere trascurata nell’implementazione del Piano e-gov 2012”.
IL MERCATO MONDIALE DELL’ICT
La crisi che ha investito i mercati finanziari internazionali nella seconda parte del 2007 si è acuita nel corso del 2008. Tutte le principali economie hanno registrato contrazioni o rallentamenti. Il PIL mondiale è cresciuto del 3,4% contro il 5,2% del 2007 e il 5% del 2006, e si prevede che aumenterà, secondo le previsioni FMI, solo dello 0,5% nel 2009, per riprendere a crescere nel 2010.
Tali difficoltà hanno contribuito a rallentare progressivamente in corso d’anno la domanda di prodotti e servizi ICT in tutti i Paesi.
Conseguentemente, il mercato dell’ICT - Informatica (IT) e Telecomunicazioni (TLC) - è cresciuto del 4,4%, un punto in meno della crescita media dei quattro anni precedenti, ma superiore a quella del PIL mondiale, raggiungendo il valore di 3.012 miliardi di dollari. Questo grazie all’introduzione di nuovi prodotti, apparati e di servizi e contenuti on line supportati dallo sviluppo degli accessi a banda larga. Gli utenti Internet hanno superato gli 1,5 miliardi.
Il segmento dell’informatica è cresciuto del 4,8% a un tasso inferiore di oltre 1 punto rispetto al 2007, così come le telecomunicazioni, cresciute del 4,2% .
Il mercato delle telecomunicazioni (1.821 miliardi di dollari) è cresciuto del 4,2%, un punto meno dell’anno prima. La telefonia mobile è stata ancora una volta fattore di crescita. Il parco utenti è passato da 3,3 miliardi nel 2007 a quasi 4 miliardi nel 2008, e il numero dei telefoni cellulari venduti è stato di 1,22 miliardi, in crescita del 6,1% sull’anno prima. Inoltre il 2008 è stato l’anno del mobile broadband, il cui successo dipenderà dalla capacità degli operatori di veicolare nuovi contenuti e servizi.
Il mercato dell’informatica (1.191 miliardi di dollari) è cresciuto del 4,8%, anch’esso un punto in meno dell’anno prima. Questa crescita è il risultato di una dinamica positiva nella prima parte dell’anno e di un brusco rallentamento negli ultimi due trimestri.
Le vendite di PC sono state ancora sostenute e hanno raggiunto 287 milioni di unità (+11,4%), grazie anche all’introduzione sul mercato dei netbook.
Il mercato dell’ICT nelle principali aree mostra un quadro ancora articolato. Il mercato regionale più dinamico è stato ancora una volta quello dell’Asia–Pacifico che, con una crescita del 6,3%, ha raggiunto il valore di 750 miliardi di dollari, ormai prossimo a quello europeo. I mercati del Nordamerica e dell’Europa Occidentale, più maturi, hanno mostrato una crescita più lenta.
ICT in Italia. Previsioni 2009: - 1,3%
Il 2009 si presenta come un anno difficile, con un PIL atteso in calo del 2,6 per cento, secondo gli ultimi dati pubblicati da Banca d’Italia. E naturalmente tale contesto influisce pesantemente sul mercato ICT.
Le previsioni, infatti, indicano un calo dell’1,3% per l’intero mercato. Il dato aggregato nasconde però situazioni molto diverse IT e TLC. Infatti, le telecomunicazioni sono attese crescere di un modesto, ma comunque apprezzabile, 0,7%, mentre per l’informatica si attende una contrazione significativa, attorno al 5,9%. E si stima anche che nessun segmento IT possa considerarsi al riparo della crisi, anche se le previsioni indicano una miglior tenuta del software (-3,6%) sui servizi (-6,7%) e sull’hardware (-6,4%).
La crescita del mercato delle telecomunicazioni interesserà i fornitori di servizi (+0,9%), mentre quelli di apparati (-0,3%) opereranno su un mercato simile a quello del 2008.
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