Centro Studi Sociali
Pietro Desiderato

Presentazione
Pietro Desiderato
Finalità
Statuto
Comitato Scientifico
Contatti

Eventi e iniziative
Corporate Social Responsability
Integrazione e diversabilità
Mercato del lavoro
Nuove tecnologie
Politica economica
Relazioni industriali
Risorse umane
Salute e sicurezza sul lavoro
Sistema creditizio e assicurativo
Sistema fiscale
Sistema previdenziale
Sistema sanitario
Volontariato e nonprofit
Welfare
Rassegna Stampa Estera
10/05/2010

XXIII Salone Internazionale del Libro a Torino

Si svolgerà presso il Lingotto Fiere di Torino da giovedì 13 a lunedì 17 maggio 2010, la 23° edizione della Fiera del Libro Torino. Motivo conduttore dell'edizione 2010: "La Memoria".
 
 
 
 
La memoria, motivo conduttore del Salone 2010

Il tema della memoria, che segnerà l’edizione 2010 del Salone Internazionale del Libro,
è centrale nell’evoluzione delle società umane sin da quando hanno preso coscienza di sé,
si sono organizzate e affacciate alla Storia. Dapprima attraverso l’oralità, poi la scrittura,
i popoli hanno sempre cercato di tramandare la loro esperienza organizzandola in grandi
filoni: i miti d’origine, le leggende di fondazione; le imprese prestigiose dei re, con le
relative genealogie; il sapere tecnico, trasmesso con formule intrise di magia religiosa.

La celebrazione di eventi memorabili è stata affidata a quegli archivi di marmo o di pietra
che sono le stele, i monumenti. Poi la memoria è stata affidata a pratici supporti
mobili, dalle tavolette alla pelle, dal papiro alla carta. Le antiche civiltà sapevano che
denominare è conoscere, che la forza sta nei data-base, cioè nella quantità di conoscenze
disponibili perché registrate. Gli inventari sono diventati l’espressione del nuovo potere
organizzato. L’Iliade dedica 400 versi a un elenco di nomi propri, navi, guerrieri e cavalli.
I Greci fecero della memoria una dea, Mnemosine, madre delle nove muse, che rivela al
poeta i segreti del passato e lo introduce ai misteri dell’aldilà…
Anche nel rapporto con la divinità la memoria è fondamentale. Ebraismo e
cristianesimo sono state definite «religioni del ricordo». Con Agostino la memoria si
immerge nell’interiorità, facilita l’esame di coscienza, l’introspezione, annuncia
addirittura la psicoanalisi. Nel Medioevo, la nascita degli archivi comunali e notarili
propizia l’affermarsi di una memoria collettiva.
Se sapere a memoria era sinonimo di sapere tout court, con la rivoluzione della stampa le ingegnose tecniche classiche della memoria, costruite sull’immagine di un teatro,
perdono importanza.

Nell’Ottocento l’uso politico della memoria vuole consolidare l’identità collettiva e per questo crea feste ed eroi nazionali, come in Francia Giovanna d’Arco. Nasce «l’invenzione della tradizione». Sboccia l’industria del souvenir, si moltiplicano gli album di famiglia. Con l’abate Mendel la biologia scopre che l’ereditarietà funziona come la memoria di un calcolatore. Il Dna ci dirà poi che l’individuo è la memoria genetica di cui è corredato, e le neuroscienze forniranno delle mappature sempre più precise dei processi cognitivi e di conservazione dei ricordi.
In Freud, la memoria del sogno è una componente fondamentale dell’analisi. Con Proust la
memoria diventa il motore primo della narrazione. Negli ultimi anni si è tornati a prendersi cura della storia orale, delle testimonianze deperibili…

E oggi? Le nuove tecnologie informatiche mettono a nostra disposizione una capacità di stoccaggio di dati praticamente infinita e ancora impensabile fino a ieri
, proprio quando il mondo sembra appiattirsi su un presente superficiale e nevrotico, incapace di fare realmente i conti con la propria storia, di progettare un futuro condivisibile, di
sottoscrivere un vero patto sociale fondato sul rispetto delle regole. La memoria diventa
semplice nostalgia, rimpianto, vagheggiamento rétro, escamotage post-modernista.
Ma la memoria è davvero affidabile, o non si comporta come uno scrittore, abbellendo e
modificando continuamente il ricordo originario? Quale uso può farne la storiografia?
«Leggende, miti, fiabe, contraffazioni, falsificazioni, menzogne possono diventare la base
della realtà storica?», è la domanda retorica che si poneva Thomas Mann. Ne I sommersi
e i salvati Primo Levi ha dedicato pagine severe alla necessità di sottoporre il labile
impressionismo del ricordo a una stringente verifica scientifica.
 
 
L’India, Paese ospite d’onore 2010

Sin dai tempi di Guido Gozzano, reporter incantato che si avventurava nelle magie e nei
violenti contrasti della «cuna del mondo», e delle prorompenti reinvenzioni esotiche di
Emilio Salgari, l’India ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella fantasia collettiva
degli Italiani, sino a porsi come rifugio e alterità radicale per quanti si sentono
insoddisfatti dai modelli occidentali di vita e di pensiero. Serbatoio di spiritualità
millenarie, di miti e di leggende, crogiuolo di civiltà e linguaggi, oggi l’India si sta
affermando come seconda potenza industriale d’Asia, anche se vede accentuarsi le
proprie laceranti contraddizioni tra povertà e ricchezza, tradizione e modernità.
  
Per maggiori informazioni:

Versione per stampa
CERCA NEL SITO
© 2004 Centro Studi Sociali Pietro Desiderato
Powered by Time&Mind