La riforma finanziaria dell'Amministrazione Obama ha ottenuto il via libera dal Senato con 60 voti a favore e 39 contrari. E' la più vasta revisione dei Mercati Finanziari dall'epoca della grande depressione degli anni '30. Nei prossimi giorni la firma del Presidente, perché il decreto possa entrare in vigore.
"La legislazione dà poteri a 10 nuove agenzie di scrivere le nuove regole della finanza. Sarà questo processo, accompagnato dall'attività di lobbying delle banche, che determinerà con esattezza la severità della legislazione", scrive il Wall Street Journal. Toccherà alle agenzie, di concerto con il Tesoro, determinare quali società hanno "valore sistemico" e che pertanto dovranno sottostare a "maggiori standard di capitale e supervisione", afferma il Financial Times.
Timothy Geithner, segretario al Tesoro, ha dichiarato che "utilizzerà le nuove norme come base per i negoziati di Basilea sui nuovi standard di capitale bancario"
Tratto da EuroNews:
"Il Senato americano ha dato il via libera definitivo alla più vasta riforma dei mercati finanziari dalla Grande depressione del 1930. Al termine di un anno di dibattito parlamentare, il legislatore statunitense pone regole più severe a tutela dei risparmiatori. Democratici e repubblicani continuano però ad avere opinioni divergenti.
“I contribuenti – dice il senatore democratico Kent Conrad – non dovranno più pagare per gli errori di Wall Street. Questa riforma impedirà un altro collasso del sistema finanziario”.
“E’ ancora molto difficile per la gente comune ottenere credito – ribatte il senatore repubblicano Judd Gregg -. L’economia è lenta. E questa legge rallenterà ulteriormente la concessione di credito”.
La riforma estende i controlli su attività che prima non erano soggette a regolamenti. Prevede la creazione di un organo di protezione dei consumatori da prodotti finanziari innovativi e pone fine ai salvataggi dei grandi istituti di credito a spese dei contribuenti."
Agenzia ASCA:
ASCA - Roma, 16 lug - Ieri sera, il Senato Usa ha approvato la riforma del sistema finanziario a stelle strisce, voti favorevoli 60, contrari 39. Si tratta di un testo identico a quello gia' passato alla Camera di Rappresentanti lo scorso 30 giugno. Con il voto di ieri, si chiude un processo iniziato due anni orsono e che ha portato alla prima riforma del sistema finanziario e bancario dopo il Banking Act del 1933, meglio noto come Glass-Steagall Act. Anche allora si tratto' della risposta del Congresso alla maggiore crisi economica e finanziaria del secolo (la Grande Depressione).
Il testo della legge e' stato inviato alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama lo dovrebbe firmare la prossima settimana. Poi sara' la volta dei regolamenti interpretativi e di attuazione della legge, si stima che per la loro stesura ci vorrano circa 18 mesi.
L'architettura della riforma prevede la creazione di un consiglio di regolamentazione che monitorera' i rischi sistemici per l'economia. Saranno introdotte nuove regole per gli hedge funds, per i derivati scambiati nei mercati non regolamentati (Otc), verra' istituito un ufficio per la protezione dei consumatori che vigilira' sulle condizioni
offerte dalla
banche per i
mutui, le
carte di
credito e altri prodotti creditizi. Vengono ampliati i poteri di controllo della Federal Reserve sugli investimenti finanziari delle banche con forti limiti in termini di esposizione al rischio.
In dettaglio, gli investimenti in private equity e in hedge fund (fondi speculativi) non potranno superare il 3% del capitale dei fondi oggetto di investimento e non potranno eccedere il 3% del patrimonio tangibile della banca. La riforma spinge le banche a ''regolare'' le transazioni sui derivati Otc nelle stanze di compensazione per sterilizzare il rischio di controparte. Le banche potranno negoziare derivati solo a copertura dei rischi ma non per scopi speculativi. Le banche che sono protette dall'asssicurazione federale sui depositi avranno 2 anni di tempo per spostare certi strumenti finanziari, come i Cds, in capo a una controllata che dovra essere capitalizzata separatamente.