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Rassegna Stampa Estera
24/11/2023

Banche: rinnovo del Contratto Nazionale del Credito

Sottoscritta dalla FABI e altre OO.SS, Abi e Intesa Sanpaolo l’ipotesi di rinnovo del CCNL dei bancari. L’accordo interessa circa 270.000 lavoratrici e lavoratori del settore bancario italiano. Concordati incrementi delle retribuzioni che inglobano il recupero dell’inflazione e riconoscono la produttività. 



È stato firmato il giorno 23 novembre 2023 dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali con l’Abi e con il gruppo Intesa Sanpaolo l'ipotesi di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei 270.000 bancari italiani. 

Il nuovo contratto scadrà il 31 marzo 2026. 
Tra i punti principali dell’ipotesi di accordo: 435 euro di aumento medio mensile della retribuzione, a partire dal prossimo mese di dicembre, pagamento degli arretrati per il periodo luglio-novembre di quest’anno con una media di 1.250 euro, ripristino pieno della base di calcolo del trattamento di fine rapporto a partire dall’1 luglio 2023. 

L’aumento contrattuale verrà pagato in quattro quote a partire dalla “busta paga” di dicembre che conterrà anche la “una tantum” per gli arretrati. Gli incrementi sono così suddivisi: 250 euro, pari al 57,5% del totale dei 435 euro, a dicembre; 100 euro (23%) a settembre 2024; 50 euro (11,5%) a giugno 2025 e 35 euro (8%) a marzo 2026. 

Nell’arco di soli nove mesi viene dunque riconosciuto a tutte le lavoratrici e i lavoratori delle banche oltre l’80% dell’incremento retributivo definito con l’accordo per il rinnovo del contratto. L’aumento concordato, inoltre, produce effetti positivi anche sulla tredicesima mensilità. Viene ridotto l’orario di lavoro settimanale, a partire dal 1 luglio 2024, da 37 ore e mezza a 37 ore, con una diminuzione di 30 minuti complessivi. Sale da 8 a 13 il numero delle ore per la formazione retribuita. 

Ampliate le possibilità di ricorso al Fondo per l’occupazione (Foc), da parte delle banche, con l’obiettivo di favorire ancora di più la staffetta generazionale nel settore e far crescere l’occupazione al Sud. La cabina di regia nazionale, creata nel 2019, estende il suo raggio d’azione alla banca digitale. 

Più garanzie e più tutele per i bancari in relazione alle indebite pressioni commerciali esercitate dai vertici delle banche per “spingere” la vendita di prodotti finanziari e assicurativi. Viene riconosciuto il pieno trattamento economico alle lavoratrici in stato di gravidanza “a rischio”. Concordata la piena fungibilità nell’ambito della categoria dei quadri direttivi. Via libera ad attività lavorative extra: cancellata l’autorizzazione che la banca doveva concedere ai dipendenti. Più giorni di malattia per chi è affetto da disabilità grave. Giro di vite contro le molestie e le violenze di genere.

Il rinnovo del contratto collettivo interessa circa 270.000 lavoratrici e lavoratori delle banche operanti in Italia e aderenti ad Abi (altri 30.000 bancari sono dipendenti delle bcc, che hanno un altro contratto collettivo). L’intesa è stata raggiunta dopo cinque, intensi mesi di negoziato, iniziato lo scorso 19 luglio: il vecchio contratto era scaduto a dicembre dello scorso anno ed era stato “prorogato” più volte fino al termine del 2023. 

Retribuzione, arretrati e tfr “pieno”. 
Per quanto riguarda, più nel dettaglio, la retribuzione, l’incremento concordato ingloba sia il recupero dell’inflazione sia il riconoscimento della produttività delle banche che, a partire dallo scorso anno, hanno raggiunto importanti risultati con gli utili in costante crescita. Il primo aumento mensile verrà riconosciuto con la “busta paga” di dicembre, ma decorre da luglio scorso: ne consegue che verranno riconosciuti arretrati per cinque mesi, fino a novembre: in media 1.250 euro per ciascun lavoratore. Quanto, poi, al tfr, viene ripristinata, con decorrenza 1 luglio 2023, la base di calcolo e vengono cancellate, così, le “agevolazioni” concesse nel 2012 alle banche, poi parzialmente ridotte già in occasione del rinnovo del ccnl nel 2019. Per le lavoratrici e i lavoratori, si tratta di un aumento significativo della cosiddetta retribuzione differita che porta a incrementare la “liquidazione” o i versamenti per la previdenza complementare.


SILEONI: «RINNOVO FONDAMENTALE, CONFERMATA LA CENTRALITÀ DELLA CONTRATTAZIONE NAZIONALE, AI LAVORATORI IMPORTANTI RICONOSCIMENTI ECONOMICI E PIÙ TUTELE»

«Quello appena sottoscritto è uno dei più importanti rinnovi contrattuali della storia del settore bancario del nostro Paese. È stato il negoziato probabilmente più difficile e più incerto per quanto riguarda l’esito finale: è stato necessario un percorso tutt’altro che in discesa, fatto di scontri, a volte aspri, al termine del quale, però, abbiamo raggiunto un accordo politicamente rilevante per la tenuta del settore e per il futuro della nostra categoria. Abbiamo restituito lustro e importanza a una categoria che qualcuno voleva a tutti i costi appiattire. 
Le organizzazioni sindacali hanno dimostrato ancora una volta un grande senso di responsabilità e la capacità di farsi carico dei problemi dell’intero settore, risolvendoli sempre nell’interesse di tutti. Come per il passato, il contratto collettivo rappresenta e rappresenterà ancora un punto di equilibrio fondamentale fra i gruppi e le banche. Il contratto è la insostituibile e necessaria stanza di compensazione in un mercato che è diventato probabilmente troppo competitivo, con dualismi sfrenati che non producono sempre buoni risultati. 
Le lavoratrici e i lavoratori, comunque, hanno ottenuto riconoscimenti economici straordinari, ma pienamente legittimati dalla doppia necessità di recuperare l’inflazione e di riconoscere la produttività, hanno ottenuto una cornice normativa e contrattuale più solida, con più tutele e capace di stare al passo con i cambiamenti organizzativi» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «Sarà determinante, a questo punto, capire come evolverà la situazione dell’Abi e in Abi, alla luce della posizione assunta dal gruppo Intesa Sanpaolo negli scorsi mesi che comunque, firmando lo stesso documento dell’associazione di categoria, ha confermato, assieme a tutte le altre banche, l’importanza e la centralità della contrattazione nazionale»   ha aggiunto Sileoni.
 

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