Terminata a Trento l'ottava edizione del Festival dell'Economia. Relatori di fama internazionale e ben due Premi Nobel per l'economia si sono confrontati nel corso della consolidata Kermesse sul tema dell'anno "SOVRANITA' IN CONFLITTO". Presenti il Presidente del Consiglio Enrico Letta e la Presidente della Camera Laura Boldrini.
SOVRANITÁ IN CONFLITTO
L'edizone 2013 aperta dal premio Nobel per l'Economia Michael Spence
E' Michael Spence, premio Nobel per l'economia nel 2011, il primo ospite di "grido" del Festival, ripetendo la presenza che lo vide a Trento già quattro anni fa. E alla domanda "Come governare la catena produttiva globale" non lascia spazio ad eccessivi ottimismi. E se esordisce dicendo che "i nostri nipoti non ci perdoneranno per il debito che lasciamo loro" conclude parlando di figli e nipoti "in un mondo volatile e debole, non più regolato come un tempo, assai più complicato". E la risposta alla domanda che percorrerà tutto il Festival - sovranità in conflitto - sembra chiara: "La perdita di sovranità è continua e sarà la regola, la flessibilità e la creazione di reti di sicurezza sociale sono possibili antidoti". E, come a rispondere a gran parte del dibattito di questi mesi, un altro avvertimento viene dall'economista americano: "Non è detto che il recupero della crescita economica voglia dire, nelle mutate condizioni del mercato globalizzato, recupero dell'occupazione". Specie in quei Paesi avanzati nei quali "si è smesso di investire".
Gli interventi delle cariche istituzionali italiane
Il presidente del Consiglio Enrico Letta e la presidente della Camera Laura Boldrini hanno partecipato a quest’ottava edizione del Festival con due interventi particolarmente centrati sull’attualità. Il presidente del Consiglio e la terza carica dello Stato sono stati a Trento rispettivamente il 31 maggio e il 1 giugno
Le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale
Al Festival dell'economia di Trento il vicedirettore operativo del Fondo Monetario Internazionale, Nemat Shafik, parlando della necessità di ulteriori misure per sostenere il credito alle aziende, dichiara: “Riteniamo che la Banca Centrale Europea potrebbe fare di più, è evidente che il problema della frammentazione finanziaria nell’eurozona non è stato ancora risolto.” I costi di indebitamento per le imprese sono diverse nei vari Stati membri dell’eurozona, e questo non fa che danneggiare le nazioni già colpite dalla crisi. Ancora, secondo l’economista del FMI, il vero problema non è tanto le dimensioni del settore finanziario, ma la cattiva distribuzione dei redditi.
La ricetta del Premio Nobel per l'Economia James Mirrlees
Uscire dall'Euro significa fuggire, la crisi si può affrontare resistendo ad essa e combattendo, ma i Paesi che scelgono di combattere lo facciano considerando anche l'opzione della fuga". Sir James Mirrlees non vuole chiamarlo "ricatto", preferisce il termine "negoziato". A negoziare, naturalmente con la Germania e con la BCE, dovrebbero pensare i Paesi che maggiormente sono oggi in recessione e che hanno alti tassi di disoccupazione, per i quali non vi può essere uscita dalla crisi senza politiche statali di espansione della domanda accompagnate da un taglio delle tasse e degli stipendi ai lavoratori delle professioni meno qualificate per sostenere la piena occupazione.
I consigli dell'OCSE per l'Italia
Di fronte alla crisi i governi devono concentrarsi sul rafforzamento delle finanze pubbliche e dare impulso all'occupazione. Per realizzare questi obiettivi, servono percorsi di riforme strutturali, investimenti in nuove fonti di crescita, innovazione e sviluppo delle competenze. E' necessario puntare su attività basate sulla conoscenza e sulla crescita "verde" in chiave inclusiva e planetaria. Perchè la globalizzazione non è un'opzione, ma una realtà da accettare. Questa la "ricetta" del segretario generale dell'OCSE Angel Gurría per sconfiggere la diseguaglianza globale.
Nei prossimi giorni sarà in linea sul sito del Centro Studi, la nostra intervista completa al Segretario Generale OCSE Angel Gurria.